Pasqua - la tradizione delle uova pasquali


L‘uovo è da tempi immemori una figura carica di significati simbolici, è il simbolo della vita in sé, della sacralità, fin da molti millenni avanti Cristo.

Secondo antiche credenze pagane e mitologiche, il cielo e il pianeta erano considerati due emisferi che creavano un unico uovo e le uova costituivano la vittoria della vita. Per gli antichi Egizi, l’uovo era il fulcro dei quattro elementi dell’universo (acqua, aria, terra e fuoco).

La tradizione di donare le uova iniziò ben prima della nascita del Cristianesimo, dato che già i Persiani usavano scambiarsi uova di gallina per dare il benvenuto alla primavera, con riti per la fecondità ed il rinnovamento della natura; seguiti nel tempo da altri popoli antichi quali gli Egizi, che consideravano il cambio di stagione una sorta di primo dell’anno, i Greci e i Cinesi.

Nei Paesi Scandinavi le uova sono oggetto di giochi d'abilità ed assumono valenze particolari: andare in chiesa con in tasca un uovo nato il Giovedì Santo aiuterebbe a smascherare le streghe.

In occasione della ricorrenza dei morti, celebrata il venerdì successivo al giorno di Pasqua, gli ortodossi usano ancora colorare le uova di rosso e metterle sopra le tombe, quale augurio per la vita ultraterrena. Pare che questa tradizione sia legata ad una leggenda su Maria. Si narra che la Madonna facesse giocare Gesù Bambino con delle uova colorate e che il giorno di Pasqua, tornata sul sepolcro del Figlio, vi trovasse alcune uova rosse sul ciglio. Si racconta, anche, che Maria Maddalena si presentasse all'imperatore Tiberio per regalargli un uovo dal guscio rosso, testimonianza della Resurrezione di Gesù e che Maria, Madre del Cristo, portasse in omaggio a Ponzio Pilato un cesto dorato pieno di uova per implorare la liberazione del Figlio.

Il Cristianesimo riprese le tradizioni che vedevano nell'uovo un simbolo della vita, rielaborandole nella nuova prospettiva del Cristo risorto. L'uovo infatti somiglia a un sasso e appare privo di vita, così come il sepolcro di pietra nel quale era stato sepolto Gesù. Dentro l'uovo c'è però una nuova vita pronta a sbocciare da ciò che sembrava morto. In questo modo, l'uovo diventa quindi un simbolo di risurrezione.
L’uovo ha sempre rappresentato la vita che si rinnova. Non è casuale che gli antichi Romani usassero dire: “Omne vivum ex ovo”, seppellendo un uovo dipinto di rosso nei loro campi, come rito propiziatorio per il buon esito del raccolto. Con l’avvento del Cristianesimo, molti riti pagani vennero recepiti dalla nuova religione; la stessa festività della Pasqua risente ancora di influssi antichissimi: cade, infatti, tra il 25 marzo ed il 25 aprile, ovvero nella prima domenica successiva al Plenilunio che segue l’Equinozio di primavera. L’usanza dello scambio di uova decorate si sviluppò poi anche, nel Medioevo come regalo alla servitù. Nello stesso periodo, l’uovo decorato, intrecciandosi con il Cristianesimo, divenne il simbolo della rinascita dell’Uomo, di Cristo: la diffusione dell’uovo come regalo pasquale sorse probabilmente in Germania quando, fra i tradizionali doni di Pasqua, comparve il regalo di semplici uova.

Sempre nel Medioevo prese piede anche una nuova tradizione: la creazione di uova artificiali fabbricate o rivestite in materiali preziosi quali argento, platino ed oro, ovviamente destinata agli aristocratici e ad i nobili. Edoardo I, re d'Inghilterra dal 1272 al 1307, commissionò la creazione di circa 450 uova rivestite d'oro da donare in occasione della Pasqua.

 Ma la ricca tradizione dell’uovo decorato è dovuta all’orafo Peter Carl Fabergé, che nel 1883 ricevette dallo zar dell’epoca il compito di preparare un dono speciale per la zarina Maria. Per l’occasione, l’orafo creò il primo uovo-gioiello, di platino, smaltato di bianco, contenente un ulteriore uovo, in oro, che conteneva a sua volta due doni: una riproduzione della corona imperiale ed un pulcino d’oro. La fama che ebbe il primo uovo di Fabergé contribuì anche a diffondere la tradizione del dono all’interno dell’uovo.

In tempi più recenti, l’uovo di Pasqua per eccellenza è il classico uovo di cioccolato, la cui nascita è ancora incerta: secondo alcuni, il primo a far realizzare le uova di cioccolato fu Luigi XIV, secondo altri l’idea proviene dalle Americhe, ossia da dove la pianta di xocoatl, il cacao, è originaria.

Fu l’olandese Coenraad van Houte, nel 1825 a inventare la versione dell’uovo di Pasqua che oggi conosciamo, quella svuotata all’interno, riuscendo a separare i grassi (il burro) dal cacao, tramite una particolare pressa idraulica, perfezionando il procedimento che prese il nome di dutching.

L’uovo di cioccolato “moderno” si diffuse grazie al pasticciere inglese John Cadbury, a partire dal 1875. Man mano, con il miglioramento delle tecniche di produzione e di confezionamento, si cominciarono a creare diversi tipi di uova: cioccolato bianco, fondente, al latte ma anche con esterno liscio, ruvido, arricchito di nocciole ecc. Le cronache da Guinnes riportano che il più grosso uovo di cioccolato fu preparato nel 1897 da un confettiere londinese, in occasione di un matrimonio di un rampollo di casa Stuart celebrato in quel periodo: alto 9 metri, largo 18, conteneva centinaia di bomboniere da distribuire agli invitati. A proposito di uova di Pasqua curiose, nel 1869 il presidente degli Stati Uniti Grant ricevette in regalo dal chimico J.W. Hyatt un uovo apparentemente molto semplice, ma in realtà preziosissimo: era fatto di celluloide, materiale appena inventato da Hyatt.
Successivamente, prevalentemente nell'ultimo secolo è invalso l'uso dell'uovo di cioccolata, arricchito al suo interno da un piccolo dono.