Religioni Credo religioso
Confucianesimo fondato da Confucio (nato 551 a.C.) - cioè da Kong fuzi, ossia maestro Kong - filosofo dell'antica Cina che concepì un sistema di comportamento etico fondato sulla lealtà nei confronti della famiglia e della società
  non sosteneva alcuno specifico credo religioso, eppure dopo la sua morte, nel 479 a.C., la sua dottrina divenne la base di un culto che dura ancora oggi.
  In Cina il Confucianesimo diventò una religione sostenuta dallo stato.
  I fondamenti del conficianesimo rimandano poco o per nulla a un mondo ultraterreno.
Ebraismo nel 2.000 a.C. Abramo parte da Ur (attuale Iraq) e si spota in Palestina
  66 d.C. Masada 400 eberi si suicidano prima di cadere prigionieri dell'esercito romano
Induismo Tra il 1700 e il 1500 a.C. tribu nomadi dell'altipiano iranico portarono in India una religione che dette le basi dell'induismo
  Per gli indù gli esseri viventi continuano a reincarnarsi e la qualità della vita futura dipende dalla condotta tenuta nella vita precedente.(è la legge del Karma)
  Le sacre scritture Indù, i libri VEDA che risalgono al 1.500 a.C. contengono inni, canti e una dottrina monastica
  L'induismo è politeista con una trinità dominante; Bramìhma, il creatore, Vishnu il protettore, Shiva il distruttore,
  La società Indù suddivide la società in caste: sovrani, sacerdoti e governanti sono al vertice della gerarchia, conadini e operai all'estremo opposto.
  Tra l'altro la suddivisione in caste proibisce il matrimonio tra individui di caste diverse.
  La maggior pare dei praticanti è concentrata in India
Buddhismo Alla fine del VI secolo a.C. Siddharta Gautama, nato da una nobile famiglia nel Nepal Meridionale, completò il suo percorso di perfezionamento grazie alla meditazione nela tradizione dell'induismo
  Il suo insegnamento è basato sul Karma e sulle "Quattro nobili verità"
  Il Karma prevede che le buone o cattive azioni siano premiate o punite nel corso della vita o in quelle successive
  le quattro nobili verità sono:
  - L'esistenza è un regno di sofferenza
  - Il desiderio e il credere nell'importanza del proprio essee causa sofferenza
  - Il raggiungimento del Nirvana fa cessare la sofferenza
  - il Nirvana si raggiunge tramite la meditazione eseguendo i retti principi nell'agire e nel pensare.
Shintoismo si sviluppò a partire da una forma di culto della natura praticato nelle foreste dell'interno del Giappone
  Le cerimonie rappresentano invocazioni alla bnevolenza e alla protezione della natura, i Kami.
  Introdotto in Giappone nel V secolo d.C., si diffuse nel VI secolo e riprese alcuni tratti del Buddhismo.
  Nel VIII secolo, poiché sostiene l'origine divina della famiglia regnante, divenne religione di stato.
  dal 1945 non è più religione di stato, ma conta ancora circa 3 milioni di fedeli
Islamismo Nasce in Arbia tra la fine del VII e l'inizio dell'VIII secolo d.C.
  Islam è una parol araba che significa "sottomissione a Dio".
  Shahada - "professione di fede" non vi è altra divinità all'infuori di Allahe Maometto è il suo profeta.
  Salat - "preghiera" deve essere recitata 5 volte al giorno rivolti verso la Mecca - città natale di Maometto e città santa dell'Islam
  Zakat - "purificazione" - spartire le proprie ricchezze con i bisognosi e offrire elemosine
  Sawan "digiuno" - da osservarsi nel mese santo del Ramadam
  Hajj "pellegrinaggio alla Mecca" deve essere fatto almeno una volta nella vita.
  Nel corso del tempo anche i musulmani si sono divisi principalmente te sciiti e sunniti
  Secono gli sciiti solo i discendenti diretti di Maometto potevano ricoprire la carica di Imam (detentore del potere politicoe religioso). I discendenti diretti partono da Ali, suo cugino, che fu 4° califfo.
  Per i Sunniti l'Imam deve essere eletto con il consenso dei fedeli credono inoltre che le corette prescrizionireligiose derivino dagli insegnamentti (Sunna) di Maometto. Riconoscono i primi 4 Califfi come successori di Maometto
Sikhismo la sreligione Sikh 1500 d.C. ha tratti dell'induismo e dell'islamismo
  E' detta anche culto dei Maestri o Guru
  Il movimento è diffuso nel Punjab regione spartita tra India e Pakistan
Taoismo caposcuola Lao-tzu - considera il mondo naturale e il suo implicito modo di procedere, o "via", come un cammino verso la pace.
   
Cristianesimo Sant'Agostino fu profondamente segnato dal manicheismo praticato in gioventù
  2 sono le via della salvezza: volontà (libero arbitrio) e grazia (Divina)
  per Sant'Agostino vale la predestinazione:
la salvezza dipende dalla grazia che Dio concede come dono: non c'è libero arbitrio, preghiera e buone azioni non servono, salvezza e dannazione sono già decise.
Non si può comprendere il dono della grazia, Dio è fuori da ogni comprensione
  Qualcuno ha spinto la predestinazione fino al fatalismo: tutto è già deciso.
  Giovanni Calvino, con il calvinismo, abbracciò la teoria della predestinazione.
  Tommaso D'Aquino: con le sue opere (soprattutto la "Summa teologica") agganciò il pensiero di Aristotele alla dottrina della chiesa cristiana.
Il risultato fu il "tomismo" che rapppresenta la dottrina ufficiale della chiesa cattolica.
  Pico della Mirandola: Dio ha posto nell'uomo i semi di ogni specie lasciandogli la scelta di scendere a livello dei bruti oppure migliorarsi "libero sovrano e creatore di se stesso" rigenerandosi nel divino.
Nestoriani I Nestoriani abbracciavano l’eresia di Nestorio, patriarca di Costantinopoli fra il 428 e il 431, il quale attribuiva a Cristo due nature distinte, l’umana e la divina. 
  Con l’uccisione dell’ultimo re sasanide (nell’anno 652), privi della protezione reale e perseguitati dagli zoroastriani, i Nestoriani abbandonarono il sito riparando in Siria da dove vennero richiamati sul finire del X secolo dagli arabi Abassidi che cercavano, loro tramite, di favorire la distensione con la vicina Bisanzio. Questa politica fu accentuata dalla dinastia turca dei Selgiuchidi, 
  che provvide a un restauro massiccio del monastero e, grazie ai Nestoriani, instaurò un rapporto privilegiato con la Repubblica di Venezia.«A quell’epoca – spiega Rossi Osmida – Merv era la più grande città del mondo (contava ben 200.000 abitanti), ricca di palazzi e monumenti di cui oggi si ammirano le rovine. Qui si realizzò il massimo livello raggiunto in passato di civiltà e di tolleranza religiosa. Vi convivevano pacificamente cristiani, ebrei, buddisti e musulmani. Qui aveva sede una delle più grandi università dell’Oriente, dove il grande Omar Khayyam (1048-1131, padre fondatore dell’algebra e noto poeta) insegnò matematica e astronomia». Ma dopo la discesa delle orde di Gengis Khan, che distrussero Merv per ben tre volte nel giro di pochi mesi, l’oasi venne abbandonata per due secoli e non tornò più agli antichi splendori. I Nestoriani si spostarono definitivamente in Irak e in Siria, dove trasferirono il loro archivio. E finì la storia di quella chiesa lasciata nel deserto
Catari e Valdesi Il più importante movimento ereticale del Medioevo fu quello dei Catari (dal greco katharòs, puro).
  Professava princìpi che erano estranei alla religione cristiana e che si ricollegavano ad antiche dottrine che già nel IV e nel V secolo la Chiesa aveva dovuto combattere. La dottrina dei Catari riprendeva la tradizione del manicheismo, con la sua visione dei due princìpi divini inconciliabili, il bene ed il male. I Catari consideravano il mondo terreno e tutte le creazioni dell'uomo, tra cui in primo luogo la Chiesa, come opere del male, contro cui bisognava assumere un atteggiamento di antitesi totale. Giungevano fino a rifiutare il matrimonio, per non avere figli, ed a giustificare l'annullamento del corpo mediante il suicidio. Soprattutto erano ostili alla Chiesa, con la sua ricchezza, potenza politica, organizzazione, e ritenevano ispirate al male le leggi e le norme che regolavano la vita degli Stati e delle comunità civili.
  VALDESI - Promotore fu un mercante di Lione, Pietro Valdo che, distribuiti ai poveri i suoi beni, si diede a predicare con un gruppo di compagni, intorno al 1170, il ritorno alla povertà evangelica. Poiché si rifiutavano di riconoscere la gerarchia ecclesiastica, furono condannati come eretici nel 1180. Le loro idee si diffusero nelle Alpi, nel Delfinato, nella Provenza. In Italia, movimenti di ispirazione valdese, ma con tendenze più decisamente anticattoliche, si diffusero in Piemonte e Lombardia. I Poveri Lombardi (che tennero un convegno a Brescia nel 1218) negavano la validità dei riti cattolici, il culto dei santi e delle im­magini, il Purgatorio e le indulgenze. Fortemente critici nei con-fronti della Chiesa, i Valdesi restavano tuttavia nell'ambito del cristianesimo.
Albigesi Seguaci del movimento ereticale sviluppatosi tra XII e XIII secolo nel sud della Francia (Linguadoca), soprattutto a Tolosa e ad Albi. to e dottrina della creazione). 
  Insieme ai numerosi focolai nell'Italia settentrionale. Furono la principale manifestazione in Occidente della eresia orientale dei catari, già propagatasi attraverso bogomili e pauliciani nei Balcani. Il movimento si innestò sulla ripresa religiosa europea dell'XI secolo, che accompagnava la crescita economica e i suoi profondi rimescolamenti sociali. Esso però si spinse fino alla negazione completa della Chiesa, della sua liturgia e di alcuni dei suoi principali cardini teologici (divinità del Cristo, verità dell'Antico Testamenmento e dottrina della creazione).
  Le comunità ereticali trovarono un potente alleato nel conte di Tolosa Raimondo VI e in altri grandi signori provenzali. Intorno al 1170, a Saint-Félix-de-Caraman, l'eresia si diede una organizzazione territoriale diocesana. Di fronte al concreto pericolo di una nuova Chiesa cristiana occidentale, Roma reagì. Dopo l'assassinio nel 1208 del legato pontificio, papa Innocenzo III considerò chiusa ogni prospettiva di conciliazione, scomunicò Raimondo VI e bandì la crociata contro gli albigesi, che si trasformò in una lunga e sanguinosa guerra ventennale, condotta dalla nobiltà cattolica ortodossa della Francia settentrionale, legata alla monarchia, contro i ricchi e potenti principati della Linguadoca. Lo scontro si risolse nel 1229, dopo l'intervento diretto del nuovo re Luigi VIII che sottopose alla corona gran parte della regione, e con l'ausilio dell'Inquisizione l'eresia fu estirpata. 
Manichei Il Manicheismo non può essere considerato una deviazione del Cristianesimo, nonostante i numerosi imprestiti da tale religione. 
  Mani, nato nel 216 da nobilissima famiglia persiana, ebbe a soli 12 anni, la rivelazione del Paracleto che gli aprì il mistero della luce e della tenebra. Incominciò così la sua attività missionaria, svoltasi principalmente in Iran, nell'attuale Pakistan, e nella regione Mesopotanica, e rivolta al fine specifico di fare del suo credo una religione di stato. Il pensiero di Mani, che dichiarava esplicitamente di aver avuto come precursori Gesù, Budda, Zoroastro, e di essere egli l'apostolo del vero Dio nella terra babilonese.
  Tale movimento, pur basandosi sulla gnosi, si differenzia dallo Gnosticismo, perchè la conoscenza non era uno strumento di perfezione riservato a pochi eletti, ma il mezzo di proliferazione di una religione che voleva essere di tutti. Il Manicheismo considerava, inoltre, due principi coeterni, non inferiori l'uno all'altro, egualmente potenti ed in eterna lotta. L'uno, Dio, il Padre di grandezza, lo spirito, la luce, la pace; l'altro, il Re della tenebra, il signore della materia, del caos, della guerra, della magia malefica, della discordia perenne in cui egli stesso è coinvolto.
  Il Padre di grandezza, buono per eccellenza, non può avere mezzi di difesa, ma solo di fronte alla rapace invidia del nemico, offrire se stesso come olocausto. A tale scopo emana la Madre della vita e questa, a sua volta, l'uomo primordiale che accetta personalmente il combattimento con le forze del male. Luce e materia sono frammiste nel mondo e per timore della vittoria di Dio, le tenebre inviano due demoni che generano Adamo ed Eva, figli dell'odio e della lussuria.
  Da qui il concetto manicheo del corpo umano considerato quale sostanza diabolica. Ma il bene continua la sua opera redentrice e cerca di risvegliare in Adamo la coscienza della sua origine divina. Ecco allora l'arrivo di Gesù, il luminoso, e la conseguente liberazione di Adamo. Dopo una grande guerra e dopo la fine del mondo, si avrà il definitivo trionfo della luce sulla materia e le tenebre saranno definitavamente relegate nel loro mondo. 
Neo Platonici Plotino fa parte della corrente del neoplatonismo - si può definire più una filosofia che una religione.
  Plotino e gli altri neoplatonici si preoccupavano di approfondire il pensiero di Platone e di capirne certi significati. Al centro della riflessione di Plotino c'è il problema dell'essere: quale struttura esso abbia, come possano conciliarsi unità e molteplicità, immobilità e movimento, eternità e tempo….
  Il termine neoplatonico è stato attribuito loro solo più tardi, quando gli studiosi sono diventati consapevoli delle rilevanti differenze con Platone; loro invece si consideravano platonici.
  Plotino nasce a Licopoli nel 205, in Egitto. Scrive in greco, poiché si trovava nella zona orientale dell'Impero, mentre in quella occidentale si parlava il latino. Frequenta la scuola di Ammonio Sacca. A 40 anni si trasferisce a Roma, dopo aver seguito l'imperatore Gordiano III in una spedizione in Persia. A Roma fonda una scuola platonica ed ebbe anche l'idea di creare una sorta di città dei filosofi che avrebbe chiamato Platonopoli. Muore nel 270.
  I neoplatonici hanno innovato alcune concezioni del pensiero platonico. Nel Timeo Platone aveva affermato che c'erano 3 realtà eterne (materia prima, idee e Demiurgo) che erano il principio di tutto.
  Secondo Plotino la spiegazione è profonda se serve a ridurre qualcosa di complesso a presupposti semplici (per esempio Newton ha utilizzato solo 3 principi per spiegare tutto il movimento).
  Plotone era convinto che dietro ai tre elementi ci fosse una spiegazione più profonda che riservava all'insegnamento orale. Oggi la critica ha dimostrato come i pensieri espressi nelle prime pagine del Timeo fossero effettive convinzioni di Platone, e non avevano forma di mito, come la parte rimanente del dialogo.
  Plotino voleva spiegare tutta la realtà attraverso un unico principio, chiamato appunto UNO, perché definito come ciò che non è molteplice. Nelle Enneadi (l'opera principale, scritta in greco, dove viene esposta la metafisica platonica) l'Uno viene concepito come un Dio, con le dovute differenze che lo distinguono dal Dio delle religioni monoteistiche: secondo le religioni Dio crea dal nulla e liberamente, l'Uno invece è il fondamento necessario di tutto ciò che esiste.
  Plotino, per designare la relazione tra l'Uno e tutto ciò che esiste, utilizza un termine greco che può essere tradotto in due modi:
· Emanazione: l'Uno emana il mondo.
· Processione: il mondo procede dall'Uno.
  L'emanazione o processione è quel procedimento rispetto al quale l'Uno porta all'esistenza del mondo e spiega perché esso esiste. L'Uno ha emanato il mondo, non lo ha creato. Plotino dice che per spiegare il concetto di emanazione possiamo usare due metafore:
il sole emana luce e calore, la rosa emana profumo
dal sole proviene il calore, dalla rosa proviene il profumo
  Questi esempi però non ci danno l'idea giusta di emanazione; il sole e la rosa prima o poi si esauriscono. Per Plotino, invece, il soggetto emanante è così pieno d'essere che anche con l'emanazione non diminuisce, non viene minimamente modificato o alterato.
Le 3 IPOSTASI eterne sono l' UNO, l'INTELLETTO (logos) e l' ANIMA DEL MONDO
  L'ipostasi è ciò che sussiste di per sé. È un particolare modo d'essere della sostanza e, precisamente, la sostanza nel momento in cui dà vita al processo produttivo e, dunque, diviene "altro" rispetto al principio da cui deriva. Questo "altro" è l'ipostasi, qualcosa di inevitabilmente "inferiore" nei confronti della sostanza originaria, ma pur sempre "sostanza" capace - a sua volta - di generare ulteriori "ipostasi".
  Intelletto e anima del mondo sono emanati dall'Uno, non cronologicamente ma logicamente, nel senso che dipendono dall'Uno. Sono tutti eterni, ma se non ci fosse l'Uno non ci sarebbero intelletto e anima del mondo. L'Uno non è stato emanato, esiste di per sé.
  Intelletto: Plotino lo chiama logos. È l'insieme delle idee platoniche. Dobbiamo prendere, dal Timeo, l'insieme delle idee, l'iperuranio: questo è l'intelletto. Le idee sono quindi eterne, ma non originarie, perché emanate dall'Uno.
  S. Agostino ha detto "Le idee sono eterne come Dio, perché se non ci fosse Dio, non ci sarebbero".
  Anima del mondo: l'anima è ciò che dà vita, unità, organicità al cosmo, che non è un caos ma è ben ordinato. L'anima occupa una posizione intermedia tra mondo intelleggibile e sensibile: essa, da un lato, si volge verso l'intelletto e quindi partecipa alla vita dell'Uno; dall'altro, come anima del mondo, plasma, da forma e ordine alla materia dell'universo fisico e infine si specifica nei singoli corpi viventi.
  Il tempo è una dimensione propria dell'anima del mondo, senza questa il tempo non esisterebbe. Per le realtà eterne (idee e Uno) il tempo non ha senso. Anche l'anima del mondo è eterna, ma siccome governa un mondo mutevole avrà in sé la concezione di tempo. Per Platone il tempo era creato dal Demiurgo, per Plotino dall'anima del mondo. Ciò non è però contraddittorio. La domanda: cosa c'era prima dell'Uno e dell'intelletto? è senza senso, perché questi non sono nel tempo.
  Se diciamo che l'Uno emana il cosmo, da dove salta fuori la materia di cui è fatto? Anche perché Uno, intelletto e anima del mondo sono tutti immateriali.
  Platone diceva che la materia è eterna, quindi bisognerebbe dire che l'Uno emana la materia. Plotino però non lo accetta.
  Se dico: esiste la luce e esiste il buio, è si una frase sensata, ma se dico così, sembra che esistano due realtà autonome, originarie. Oppure potrei dire che esiste il buio quando non c'è la luce; in questo caso c'è solo una realtà.
  Secondo Plotino posso far vedere che anche la materia non è un ente originario: prendiamo una casa che essendo sostanza è sinodo tra materia e forma.
la MATERIA sono i mattoni , il cemento e il legno
la FORMA è la funzione abitativa della casa
  Ogni cosa che troviamo nel cosmo è sostanza,nel senso aristotelico del termine, formata da materia e forma (che è un'idea, quindi presente nell'intelletto). Se prendiamo, per esempio, il mattone, questo è a sua volta formato da materia (argilla) e forma (parallelepipedo con le giuste proporzioni e la necessaria durezza, impenetrabilità e capacità di resistere al peso, ecc.). L'argilla la posso dividere ancora in materia e forma. Nel Timeo di Platone, il Demiurgo plasmava il cosmo unendo materia e forma. Plotino ritiene che questa spiegazione sia insoddisfacente, quindi sostiene che esiste solo la forma, la materia è mancanza di forma che non scompare del tutto solo perché la nostra conoscenza è limitata.
  Se assumiamo quindi il punto di vista che la materia non è autonoma, ma solo mancanza di forma, allora tutto dipende dall'Uno che emana l'intelletto, l'anima del mondo e le forme ordinate che determinano il cosmo.
  L'Uno non può essere definito. L'unica cosa che si può dire è che non è molteplice. Se dicessimo che è spirituale o altro ridurremo la possibilità di esistenza dell'Uno.
  L'Uno può dirsi propriamente ciò che non è: "essendo infatti la natura dell'Uno generatrice del tutto, non è nulla di ciò che esso genera". Da tutte le cose l'Uno, dall'Uno tutte le cose.
  I teologi medioevali parlano di teologia apofatica, che definisce Dio con caratteristiche negative (Dio NON è…). L'Uno è definito solo negativamente, possiamo solo dire cosa non è Uno, non cos'è (l'Uno NON è…).
Strada del ritorno: il percorso che l'anima deve compiere se vuole ricongiungersi all'Uno.
I suoi gradini sono: VIRTÚ, BELLEZZA, FILOSOFIA, ESTASI
  L'anima individuale è un modo di essere, una manifestazione dell'anima del mondo, cioè una delle forme dell'Uno.
  L'anima umana è come una scintilla di divinità dentro di noi. Quindi l'anima desidera ardentemente riunirsi con Dio, l'Uno. Questo percorso, composto da 4 gradini, avviene nella vita dell'uomo, non semplicemente dopo la morte (analogia con il cristianesimo: idea che l'impegno e il merito portino alla realizzazione della persona e alla sua felicità).
I quattro gradini sono:
  · La Virtù, che è purificazione, liberazione dall'esteriorità e dalla corporeità. Si intende la disposizione ad agire bene, moralmente. Plotino vede la vita dell'anima nel corpo umano come una scintilla di bene incatenata al corpo. Questo percorso rende l'anima più indipendente dal corpo. È il primo gradino, perché quando un uomo agisce secondo virtù (contrasta i propri interessi e le pulsioni fisiche) per Plotino è il primo tentativo di liberazione dell'anima.
  · Amore per la bellezza, che permette di cogliere la manifestazione dell'Uno nell'ordine delle cose. Si può provare solo se si agisce secondo virtù (vedi il Simposio di Platone).
  · La filosofia, amore per il sapere, che secondo Platone e Aristotele era il massimo livello. Per Platone solo i filosofi potevano governare. Per Plotino invece la filosofia non è il livello più alto a cui può aspirare l'anima umana. Questo perché l'Uno è una realtà suprema, che ha un valore assoluto, raggiungerlo significa essere una cosa solo con lui; il sapere invece si fonda su una forma di dualismo che è ineliminabile. Quando noi sappiamo, distinguiamo il soggetto che conosce e l'oggetto conosciuto.
  Es: Io imparo un teorema; io sono il soggetto conoscente , il teorema è l'oggetto conosciuto
  · Con l'estasi il soggetto conoscente diventa un tutt'uno con l'oggetto conosciuto. Estasi = uscita da sé, l'uomo perde la propria identità.
  Plotino puntualizzava sul fatto che quello che diceva dell'estasi era spesso inadeguato, perché credeva che l'estasi non si potesse definire. Se l'estasi sfugge alla definizione razionale, vuol dire che c'è qualcosa che va oltre e che non è definibile. Dato che ciò che differenzia la filosofia dal misticismo è la razionalità, l'estasi va oltre la filosofia. L'estasi si può solo provare, uno non può farla provare, ne spiegarla compiutamente.
  L'estasi non è qualcosa di magico: i maghi pensavano che la magia fosse un sapere solo per gli adepti. L'estasi dei maghi non è quella di Plotino. Per questo l'estasi è un qualcosa a cui tutti possono arrivare (attraverso il percorso esistenziale delineato nelle Enneadi), non riservata agli appartenenti a una setta o a degli illuminati. Plotino, a differenza di alcuni mistici cristiani, non pensa che l'estasi sia una conseguenza dell'ascetismo (rinuncia al piacere).
  Gli storici ritengono che i teologi cristiani, quando hanno elaborato la concezione di Trinità (Concilio di Nicea, nel 325), sono stati influenzati dalla concezione neoplatonica per definire i rapporti padre, figlio e Spirito Santo.
  Il padre può essere concepito come l'Uno, che ha emanato il resto. Il figlio non è da intendere come Cristo uomo, ma come Logos, Verbo, visto dai teologi come persona divina eterna, rispetto al quale Gesù Cristo rappresenta la natura umana del Verbo ("il verbo si è fatto carne, Prologo al Vangelo di Giovanni). Lo Spirito Santo era qualcosa che, mandato dal padre, da ordine, aiuta il mondo, lo accompagna alla salvezza eterna.
Padre, figlio e Spirito Santo sono coeterni.