Teoria dell'evoluzione

 
 

Per primo Lamarck e poi Darwin criticarono la teoria creazionista e le contrapposero la teoria evoluzionista. L’evoluzione si deve all’adattamento delle specie alle caratteristiche ambientali.

Lamarck sosteneva che gli adattamenti si producevano attraverso l’uso degli organi (esempio del collo delle giraffe). Darwin sosteneva invece che gli adattamenti evolutivi si producono per selezione naturale: sopravvivono gli esseri che meglio si adattano all’ambiente.

I discendenti ereditano le caratteristiche che hanno permesso l’adattamento. Secondo la teoria evolutiva l’uomo si è evoluto dai primati. 

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Darwin - "Origine delle specie"

 

 
 

Secondo Darwin, il nostro universo è nato 15 miliardi di anni fa.

In tutto questo tempo la vita era una minuscola e remotissima possibilità, statisticamente quasi inesistente e i suoi ingredienti pressochè introvabili, cosicchè, chi avesse visto l'universo quando aveva "solo" un miliardo di anni non avrebbe potuto affatto prevederlo. La vita è accaduta per via naturale, ma era quasi impossibile che accadesse.

Dicono gli esperti che nei primissimi istanti dopo il Big Bang, quando il tempo e lo spazio avevano cominciato a esistere da 10-43 secondi (cioè dopo un milionesimo, di milionesimo, di milionesimo, di milionesimo.... di secondo) la componente materiale dell'universo era quasi nulla , prossima allo zero, come un granello di polvere, mentre immensa era l'energia contenuta in quel punto infinitesimale. A 10-35 secondi di vita l'universo raggiunse le dimensioni di un pompelmo. Ora, 15 miliardi di anni più tardi, le sue dimensioni osservabili sono di chilometri 1 seguito da 24 zeri, ossia milioni di miliardi di miliardi di chilometri. Un universo più piccolo sarebbe stato incompatibile con la nostra esistenza. Nel frattempo nasce la vita umana.

Grazie al Big Bang la materia si è diffusa, col dilatarsi dello spazio ha potuto organizzarsi in ammassi ordinati solo perché la forza di gravità è casualmente calibrata con perfetto dosaggio - Un aumento o una diminuzione della forza di gravità che unisce pianeti e stelle e galassie nel loro volo attraverso lo spazio, darebbe come risultato orbite instabili, nelle quali i pianeti cadrebbero vorticando nella loro stella o se ne allontanerebbero.

In questo ambiente lo svilupparsi della vita, anche della più semplice vita vegetale, non era assolutamente inevitabile, anzi non era neanche probabile. Era solo una remota possibilità. Infatti si è sviluppato solo per una serie incalcolabile di coincidenze e circostanze assolutamente imprevedibili. Sia a livello microscopico che macroscopico. La struttura fisica del mondo, degli atomi e dei pianeti e delle galassie è strettamente dipendente dal valore numerico che assumono poche costanti fondamentali della natura.

Inoltre, se la velocità di espansione dell'universo un secondo dopo il big bang fosse stata minore anche solo di una parte su centomila milioni di milioni,l'universo avrebbe esaurito la sua espansione e sarebbe tornato a contrarsi prima di aver raggiunto il suo stato presente.   

 Infine perchè si formasse la vita era necessario un posto adatto per la sua germinazione. L'universo che conosciamo è assolutamente inospitale. Ma in un punto remoto e minuscolo, per un'altra serie di circostanze imprevedibili, le caratteristiche necessarie si sono concentrate tutte simultaneamente: è il pianeta terra, un giardino affacciato sul buio del cosmo. E' come se la terra fosse fabbricata su ordinazione per fabbricare la vita.

Anche nell'infinitamente piccolo sono stati azzeccati, con precisione infinitesimale tutti gli altri provvidenziali numeri della lotteria della vita. Infatti le forze che legano protoni e neutroni nel nucleo degli atomi devono essere abbastanza intense da formare le unità stabili che definiamo elementi, ma abbastanza deboli da consentire la fissione spontanea di alcuni nuclei di questi elementi. La fissione ha alimentato i vulcani che, sprigionano i vapori e i gas intrappolati, hanno dato origine alla biosfera, il sottile velo di acqua e di aria nel quale noi e tutti gli organismi viventi prosperiamo.

Inoltre la Terra si colloca proprio a quella distanza media dal sole che sola consente lo sviluppo della vita (così non è su Venere, di poco più vicina di noi). Del resto anche l'orbita è quella perfetta. Il nostro pianeta ha un orbita quasi circolare che fa variare di poco tale distanza, mentre quella più ellittica di Marte determina conseguenze che per la vita sulla terra sarebbero state disastrose. Se la distanza della Terra dal Sole fosse inferiore di solo il 7 per cento, salterebbe tutto. Infine uno strato sottile di ozono nella parte superiore dell'atmosfera protegge la terra dalle radiazioni UV, che sarebbero letali, lasciando però penetrare la luce e il calore necessari allo sviluppo della vita. D'altra parte il moto del ferro fuso al centro della terra produce il campo magnetico la cui forza devia gran parte dei raggi cosmici potenzialmente letali che giungono in prossimità della terra. Insomma noi viviamo in un vero e proprio ombrello magnetico. Però, sebbene sulla terra si concentrasse una serie incredibile di caratteristiche favorevoli, il formarsi della vita restava un evento straordinariamente improbabile. E' stato calcolato che il tempo necessario perchè le reazioni chimiche casuali dessero vita a un semplice batterio unicellulare supera l'età dell'universo (15 miliardi di anni), sulla terra è apparsa quasi subito, 3,7 milioni di anni fa.

In pratica credere che la prima cellula si si formata per caso è come credere che un tornado infuriando su un deposito di sfasciacarrozze abbia messo insieme un boeing. Questo per le primissime forme di vita, per le quali un moscerino è un'entità straordinariamente complessa. Parliamo delle forme di vita più elementari.

Si potrebbe dire che una volta nata, pur per una prodigiosa serie di coincidenze, la prima cellula, la successiva evoluzione fosse comunque scontata. Anche questo passaggio è del tutto sorprendente: era molto più probabile che tutto finisse lì.

Infine la comparsa degli esseri umani: non una conseguenza inevitabile dell'evoluzione, ma la convergenza fortuita e sconcertante di molti eventi collegati.

Ecco 4 eventi che ci possono far pensare: 

1) I nostri antenati nel Cambiano hanno resistito ad una imponente radiazione di animali pluricellulari, altrimenti oggi non ci sarebbe alcun vertebrato sulla terra

2)Un piccolo gruppo di pesci dalle pinne lobate ha sviluppato da queste ultime uno scheletro osseo, con un robusto asse centrale capace di sostenerne il peso sulla terra ferma: altrimenti non saremmo mai diventati terrestri

3) Un grande meteorite ha colpito la terra 65 milioni di anni fa: altrimenti i dinosauri sarebbero ancora predominanti e i mammiferi sarebbero animali insignificanti.

4) 4 milioni di anni fa, nelle savane che si stavano inaridendo, alcuni primati acquisirono la postura eretta: altrimenti la nostra genealogia sarebbe terminata con un gruppo di scimmie antropomorfe probabilmente destinato all'estinzione

Ma ancora più sconvolgente è considerare i punti di partenza e di arrivo della parabola del tempo. Dal nulla e dal caos primordiale a forme di vita elaboratissime e di eccezionale complessità.

Se si trova un orologio nel deserto, nessuno se non un matto, pensa che si sia formato per casuale combinazione dei materiali presenti ne deserto. Eppure l'uomo è molto più complesso di un orologio e del più formidabile computer esistente.

La nascita dell'uomo è inspiegabile se non si considera un ordine, una volontà onnipotente, un'intelligenza che vuole l'uomo. E che domina per lui tutte le forze dell'universo.

Con tale presupposto tutto ha senso: il difficile non è cogliere la strepitosa armonia del tutto, ma non coglierla.

Perchè un autore così discreto lascia che le sue creature possano non credere alla sua esistenza? Perchè vuole le sue creature libere, che percepiscano l'infinita improbabilità di tutto ciò che è e quindi possano sentirsi amate e grate: tutta la nostra esistenza si è fondata su una catena di miracoli, la formazione della terra, la nascita della vita organica, l'evolversi dell'uomo dalle specie animali.

Il miracolo della realtà, dagli atomi alle galassie, passando per l'uomo, è segnato dalla potenza di Dio, ma anche dal suo tenero amore. E' scritto sul Talmut: in ogni luogo troverai la grandezza di Dio e la sua mite misericordia. Ma noi vediamo solo l'evidenza.