Gli Ostrogoti si erano stabiliti in Pannonia mentre Odoacre compiva le sue conquiste
come padrone d'Italia alimentando la gelosia di Zenone, imperatore d'oriente.
Teodorico era il loro re.
Educato alla corte di Costantinopoli, godeva della stima di Zenone.
Quando il figlio del re
dei Rugi, morto in battaglia contro Odoacre, chiese a Teodorico di aiutarlo a
vendicarsi, Zenone non ebbe niente in contrario a che Teodorico invadesse
l'Italia.
Teodorico scese in Italia portando il suo popolo, gli Ostrogoti, formato da
100-125000 persone di cui 20-25000 guerrieri e sconfisse Odoacre sull'Isonzo e quindi sull'Adda nel
489. Odoacre si rifugiò a Ravenna dove resistette per tre anni e infine si
arrese dietro alla promessa di governare insieme con Teodorico.
Dopo poco tempo Odoacre fu fatto uccidere a tradimento da Teodorico durante un
banchetto (493).
Teodorico, anche se ariano, godeva dell'appoggio dell'aristocrazia e
dell'episcopato cattolico che vedeva in lui l'inviato dell'imperatore e l'uomo
forte del momento.
Gli Ostrogoti furono il primo popolo che si stanziava in
Italia per intero. Così avveniva un trasferimento di terre di grandi
dimensioni dai proprietari romani ai guerrieri ostrogoti.
L'operazione non fu particolarmente traumatica perché il declino demografico
allora in atto sia in Italia che negli altri territori dell'ex impero
d'occidente (nel 452 Italia, Gallia e Spagna furono colpite dalla peste) fece
aumentare la disponibilità di terre.
Obiettivo fondamentale di Teodorico nella politica interna fu la convivenza
pacifica tra Goti e Italiani.
A tale scopo mantenne i vigore i due diversi
ordinamenti giuridici e i due popoli erano uniti solo dalla figura del re
Teodorico.
Egli distribuì ai suoi Goti il terzo delle terre.
Oltre a mantenere intatte leggi e
istituzioni romane, si circondò di consiglieri romani di grande valore come Simmaco, Boezio e Cassiodoro, riempì Ravenna di monumenti, emanò un editto che
modificava in buona parte la giurisdizione tradizionale dei germani.
I Goti,
cui era assegnato il compito di combattere, erano governati da Comites (conti) i
quali erano anche i governatori militari dei distretti in cui era diviso il
territorio.
I
Goti ebbero inoltre propri
giudici e proprie chiese (erano seguaci dell'eresia ariana).
Agli Italiani
sarebbe toccato prevalentemente il lavoro dei campi e l'amministrazione dello
Stato. Anche gli Italiani avrebbero avuto proprie chiese e propri giudici.
Proibiti erano i matrimoni misti.
Sotto
la figura del re Teodorico, insieme all'aristocrazia gota che ricopriva le
cariche militari, c'erano i ministri e i consiglieri romani del consiglio del
re, non più il senato, considerato troppo caratteristico della romanità.
Molto
originali furono la lucidità e la determinazione con le quali Teodorico
persegui il disegno di tenere distinte le due comunità richiamando addirittura
una vecchia legge del diritto romano, che vietava il matrimonio tra romani e
barbari, sostenendo l'arianesimo considerato un elemento essenziale
dell'identità culturale del popolo.
Gli
Ostrogoti si insediarono soprattutto nella pianura padana, nelle città costiere
dell'Adriatico e lungo gli assi viari che collegavano l'adriatico con Roma.
Vissero sotto forma di presidi militari o concentrati in propri quartieri o
nelle loro proprietà rurali.
Mantennero una forte coscienza politica e una
cultura bellicosa tale che più volte il sovrano dovette esortarli a non
commettere vessazioni ai danni della popolazione romana.
A
Ravenna, sede della corte, risulta fosse operante l'officina libraria dell'amanuense Viliaric, da cui uscirono codici di lusso con testi degli autori cristiani e
della bibbia di Ulfila: questo dimostra, oltre all'esistenza di dotti Goti, la
creazione di una cultura letteraria in gotico.
Di
Teodorico, a dimostrazione della sua ammirazione per la romanità, ci resta il
famoso mausoleo destinato a custodire le sue spoglie.
Negli ultimi tempi della sua vita le cose cambiarono e l'atteggiamento nei
confronti degli Italiani divenne ostile.
Giustino, imperatore d'Oriente, aveva preso a perseguitare gli ariani d'Oriente,
che erano in gran parte erano Goti, suscitando le proteste di Teodorico, il quale
inviò a Costantinopoli lo stesso papa Giovanni I.
Poiché questi, ritornò con un rifiuto, Teodorico lo fece gettare in carcere a
Ravenna, ove Giovanni poco dopo morì; gli nominò un successore di propria
autorità e iniziò una persecuzione contro i cattolici italiani, mandando a morte
gli stessi consiglieri Boezio e Simmaco.
Poco dopo Teodorico moriva (526).
In politica estera Teodorico cercò di mettere l'Italia alla testa dei regni
romano-barbarici attraverso una politica di guerre, alleanze e matrimoni. Lo
scopo finale era di ricostituire l'antico impero d'Occidente non più solo
latino, ma latino-germanico.
Per far questo cercò l'alleanza e la parentela con quasi tutti i principi dei
regni romano-barbarici: Teodorico sposò la sorella di Clodoveo; diede in sposa
una sorella al re dei Vandali, una figlia al re dei Visigoti, ecc.
Ai tentativi pacifici unì la conquista di nuove terre, come la Rezia, il Norico,
la Pannonia, la Dalmazia ad oriente; e soprattutto la Provenza ad occidente,
dopo una pericolosa guerra col re Clodoveo.
Clodoveo (481-511), re dei Franchi, popolazione germanica stanziata parte sul
basso Reno (Franchi Ripuari) e parte lungo la Mosa e I'Yssel (Franchi Salii),
dopo avere unificato i Franchi ed essersi, primo tra i barbari, convertito al
cattolicesimo, mirava ad impadronirsi di tutta la Gallia romana.
Egli aveva già sottomesso il regno di Siagrio (ultimo avanzo della dominazione
romana nella Gallia) ed altre popolazioni barbariche (Alemanni Burgundi, ecc.),
e si gettò impetuosamente contro i Visigoti, ariani, che erano allora il popolo
più potente della Gallia meridionale, vincendoli a Vouillé, presso Poitiers
(506), dove lo stesso re dei Visigoti, Alarico II, fu ucciso.
Teodorico, la cui figlia aveva sposato l'ucciso re, intervenne allora contro i
Franchi e riuscì a ricacciarli al di là della Garonna, ricostruendo il regno
dei
Visigoti sotto il suo protettorato e facendosi cedere la Provenza (510).
La guerra gotica -
Alla morte di Teodorico l'imperatore d'oriente, Giustiniano, intimò guerra ai
goti inviando in Italia il prode generale Belisario, che si era distinto per
valore e abilità in guerre contro i Persiani e i Vandali.
Guerra gotica (535-553) -
La guerra gotica durò ben 18 anni, e può dividersi in tre periodi, nel
primo periodo, dal 535 al 540, ci fu il sopravvento dei Bizantini.
Belisario, sbarcato in Sicilia con forze esigue (ma fidando nel favore degli
Italiani), risalì la penisola dal sud, occupando Napoli e Roma, mentre un altro
esercito bizantino minacciava dalla Dalmazia. I goti furono sconfitti e si
arresero nel 540. Il re dei Goti Vitige fu portato a Costantinopoli come trofeo.
Il
secondo periodo, dal 541 al 552, vide il sopravvento dei Goti.
Dopo la resa di Ravenna Belisario fu richiamato in patria per combattere contro
i Persiani che minacciavano i confini.
I Goti, approfittando dell'assenza di Belisario, guidati dal re Totila,
riconquistarono l'Italia fatta eccezione per Ravenna.
Belisario fu rimandato in Italia, ma faceva pochi progressi perché dotato di
forze insufficienti. Fu allora sostituito da Narsete.
Infine durante il
terzo periodo, dal 552 al 553,
Narsete, con un esercito potente che comprendeva tra le sue file anche i
Longobardi, sconfisse i Goti a Tagina.
Nei due anni successivi Narsete, proclamato patrizio, provvide a disperdere gli
ultimi residui dei Goti, dei quali una parte prese servizio nell'esercito
imperiale, e un'altra parte ritornò presso le proprie tribù al di là delle Alpi.
Questa guerra fu disastrosa per l'Italia, con centinaia di migliaia di vittime
nei combattimenti, per fame e malattie. La popolazione diminuì moltissimo.
Dispersi gli Ostrogoti i Bizantini affidarono i loro possedimenti italiani a un
governatore chiamato esarca (capo). L'esarca scelse come sede Ravenna, il porto
adriatico dal quale più facilmente si raggiungeva Costantinopoli.
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