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PREMESSA - Storia moderna - dal 1492 al 1945 home

La maggioranza degli storici è concorde nell'indicare come inizio dell'età moderna gli anni intercorrenti tra il quindicesimo e diciottesimo secolo, ma la sua durata e il suo termine variano notevolmente secondo che ci si riferisca a storici inglesi, francesi e tedeschi (per i quali essa ha termine con la prima o seconda guerra mondiale) e la storiografica italiana, che la fa terminare all'inizio dell'ottocento.

Ecco alcuni avvenimenti comunemente usati per dare l'avvio alla storia moderna e per segnare la rottura con l'età medievale.
1453: Caduta di Costantinopoli in mano ai Turchi e la fine della guerra dei 100 anni
1492: Cade il regno di Granada (ultimo dominio musulmano in Spagna); sono unificate le corone spagnole; viene scoperta l'America.
1517: inizio della Riforma Protestante.


Sintesi degli avvenimenti più rilevanti:

Nel 1453 i Turchi conquistano Costantinopoli. L'imperatore Costantino IX viene ucciso, sua nipote Sofia sposa lo zar Ivan il Terribile, che in qualche modo si sente erede degli imperatori romani. Una conseguenza positiva della caduta di Costantinopoli fu la migrazione in Europa di molti intellettuali bizantini, i quali apportarono il loro contributo al Rinascimento.

Umanesimo e Rinascimento
Umanesimo e Rinascimento segnarono una frattura rispetto alla cultura medievale. Tale frattura era caratterizzata dalla fiducia nelle possibilità dell'uomo, dalla valorizzazione della vita terrena, dalla contrapposizione tra valore personale e fortuna, dalla ricerca delle opere dell'antichità greca e latina. Il ritrovamento di molti codici latini e greci permettono di riscoprire la letteratura latina e quella greca; a ciò contribuì non poco l'arrivo da Bisanzio di molti profughi intellettuali. La lettura critica dei codici ritrovati diede un grande impulso anche alla filologia, la quale assunse quasi un'importanza politica perché spesso si contrapponeva all'autorità papale o imperiale, come avvenne per la dimostrazione, da parte di Lorenzo Valla, della falsità della donazione di Costantino. Il documento della donazione di Costantino era un falso di cui la Chiesa si serviva per giustificare l'autorità del papa sull'impero d'occidente.

Punti di riferimento di questa nuova cultura sono soprattutto le corti dei signori italiani.
Altra data fondamentale per la cultura è l'invenzione della stampa a caratteri mobili avvenuta nel 1448. Tale invenzione rese gradatamente sempre maggiore la diffusione dei libri con la nascita delle prime editorie.
Altro elemento quasi simbolico della nuova libertà di pensiero è la scoperta dell'eliocentrismo da parte di Copernico: questa nuova teoria spezza non solo gli schemi geografici, ma anche alcune concezioni teologiche proprie del medioevo.
Il Cinquecento segnerà la crisi della vivacità intellettuale e del libero pensiero a causa della contrapposizione rigida e integralista tra cattolici e e protestanti.


Scoperte geografiche e imperi coloniali
Nel 1487 Bartolomeo Diaz raggiunge il capo di Buona Speranza
L'8 giugno 1497 Vasco de Gama salpò dalla foce del fiume Tago con quattro navi e 170 uomini. La navigazione durò diversi mesi, ma finalmente, il 22 novembre 1498, il Capo di Buona Speranza fu doppiato. I Portoghesi raggiunsero l'India nel maggio dello stesso anno approdando a Calicut.
1492: scoperta dell'America da parte di Cristoforo Colombo.
1522 Ferdinando Magellano effettua la prima circumnavigazione del globo
 

L'impero portoghese
In seguito alla conquista di Ceuta, in Marocco, nel 1415, il Portogallo investì moltissime risorse nello sviluppo delle tecniche marinare e nella ricerca di una via per la circumnavigazione dell'Africa, allo scopo di togliere alla repubblica di Venezia e agli intermediari arabi, il monopolio del commercio delle spezie.
Tra il 1507 e il 1511 i Portoghesi sbaragliarono le flotte arabe e ottennero il monopolio del commercio delle spezie dopo aver occupato Calicut, Goa e Malacca. Il loro impero era costituito da basi navali e commerciali sulle coste africane, utili come supporto per le navi dirette in India


Impero spagnolo
Nel 1492 la Spagna ha conquistato il regno di Granada ed unificato il territorio Spagnolo. Isabella di Castiglia finanzia la spedizione di Cristoforo Colombo, il quale afferma di poter raggiungere l'India puntando verso ovest e circumnavigando il globo.
Colombo raggiunge un'isola dei Caraibi. Dai viaggi successivi Colombo riporta piante, animali, uomini.
Dopo Colombo fu la volta dei Conquistadores, i quali spazzarono via l'impero Azteco e l'impero Inca.
Gli Spagnoli, diversamente dai Portoghesi, puntarono alla conquista dei territori e allo sfruttamento delle piantagioni e delle miniere mediante l'uso dell'encomienda. L'encomienda consisteva nell'affidare a degli encomenderos determinati territori abitati avendo in dotazione un gruppo di indigeni, da colonizzare e cristianizzare. Fu operata una cristianizzazione forzata accompagnata da un vero e proprio genocidio. La scoperta delle miniere d'argento di Potosì e di altre miniere minori, generò un enorme afflusso di capitali verso la Spagna, con gravi effetti inflazionistici nell'economia europea.

Carlo V
Carlo V riesce a riunire sotto lo scettro del suo Impero: la Spagna, le colonie del Sud America, possedimenti Italiani, Belgi e Olandesi.

La Francia si oppone con tutte le sue forze allo strapotere spagnolo dando luogo a una lunga serie di guerre.
Prima di morire Carlo V divide l'impero: al figlio Filippo tocca la Spagna, al Fratello Massimiliano D'Austria l'impero germanico. Sotto il regno di Filippo II la Spagna raggiunge il massimo splendore: iniziano però a manifestarsi i primi segni di decadenza. Nello stesso periodo la Francia attraversa la crisi determinata dalle guerre di religioni concluse con l'editto di Nantes.
Dopo la morte del re di Francia Enrico IV il figlio Luigi XIII intraprende un governo assoluto impersonato dal cardinale Richelieu e poi dal cardinale Mazzarino. Luigi XIV, che sale al trono nel 1643 rafforza la monarchia assoluta e intraprende un'aggressiva politica espansionistica fallimentare. Dopo la morte di Luigi XIV avvenuta nel 1715 inizia un periodo di decadenza che culminerà con la rivoluzione francese.


Durante il regno di Solimano il Magnifico l'impero turco raggiunge la sua massima espansione. Nel Settecento l'Impero è già in netta decadenza e sempre più assoggettato alle politiche commerciali europee.
Anche la Polonia dopo il cinquecento inizia ad attraversare un lento declino, che porterà alla scomparsa del regno per l'ingerenza delle confinanti potenze europee (Prussia, Austria e Russia).
In Scandinavia si smembra l'Unione di Kalmar e sorgono Svezia e Norvegia. La Finlandia rimane sotto il dominio svedese. In seguito la Norvegia viene conquistata dai danesi e la zona delle Repubbliche Baltiche viene conquistata dai russi.
L'Impero Germanico perde l'Italia e si frammenta in centinaia di regni, il più importante dei quali è la Prussia, che riesce a riunire sotto il suo dominio il nord dell'attuale Germania, parte della Polonia e la Slesia, una regione mineraria di vitale importanza economica.
In Russia Ivan il Terribile giunge all'indipendenza dopo una lunga lotta contro i Mongoli. Si proclama zar. Dopo la sua morte una lunga serie di disordini politici si conclude con la proclamazione a zar di Michele Romanov. Inizia una dinastia che si concluderà con la Rivoluzione Russa.

Durante il regno di Pietro il Grande, la Russia si espande verso l'occidente europeo conquistando il ruolo di grande potenza.
 

Armi da fuoco
Un elemento che favorì la nascita e lo sviluppo dello stato moderno fu l'introduzione delle armi da fuoco.
La polvere pirica è una miscela di salnitro, carbone e zolfo. Molti popoli danno a se stessi il merito dell'invenzione, ma non si hanno dati precisi a questo riguardo.
Molti sostengono che i Cinesi siano stati i primi a conoscere ed a fabbricare la polvere pirica. Gli storici che sostengono tale tesi ritengono che essi l'adoperassero secoli prima di Cristo. Le polveri esplosive cinesi sarebbero passate agli altri popoli asiatici, e nel periodo delle migrazioni mongoliche, agli arabi e ai greci del basso impero. Gli occidentali avrebbero conosciuto la polvere da sparo durante le crociate e durante le invasioni arabe.
A partire dal decimo secolo i Cinesi cominciarono a costruire razzi e bombe lanciate con catapulte. Il primo cannone di cui si ha notizia è del 1126: era una canna di bambù usata per lanciare missili. Il più antico cannone metallico cinese è del 1290. Dalla Cina l'uso militare della polvere pirica si diffuse al Giappone e all'Europa. I Mongoli usarono la polvere da sparo contro gli Ungheresi nel 1241. Verso la metà del 1300 i primi cannoni erano conosciuti, anche se non molto diffusi, sia in Europa che in Cina.
Lo sviluppo delle armi da fuoco fu rallentato per la difficoltà di costruire canne metalliche resistenti alle esplosioni. Alcuni pensano che i Cinesi abbiano usato la polvere da sparo solo per i fuochi d'artificio, ma è falso: essa fu usata contro le invasioni mongole del XIII secolo. Le mura di Pechino furono costruite per resistere alle cannonate e la dinastia Ming trasferì la capitale da Nanjing a Pechino perché le colline circostanti Nanjing fornivano una buona postazione di artiglieria per un eventuale esercito assediante.
Tra il XV ed il XVII secolo si ebbe un vasto sviluppo nella tecnologia legata alla polvere nera, sia in Europa sia in Estremo Oriente. Miglioramenti nella metallurgia permisero armi più piccole. La tecnologia dei cannoni europea sorpassò gradualmente quella della Cina e questi miglioramenti tecnologici furono reintrodotti in Cina dai Gesuiti che furono incaricati di sovraintendere alla costruzione dei cannoni da parte degli ultimi imperatori Ming e dei primi imperatori Qing.

La diffusione delle armi da fuoco favorì la formazione di eserciti statali e la decadenza della casta guerriera dei nobili cavalieri in Europa. - L'ordine svizzero
Un secondo elemento che determinò un più rapido inizio dello stato moderno fu l'uso in guerra dell'ordine svizzero. Si trattava di una tecnica militare elaborata dai cantoni svizzeri nella loro lotta secolare contro gli Asburgo. Essi usavano grosse formazioni di fanti armati di lunghe picche operanti in ordine chiuso: in tal modo un'insormontabile muraglia irta di punte si contrapponeva alle cariche di cavalleria vanificandole e sconvolgendole.
In tutte le guerre europee del tempo fu determinante disporre di mercenari svizzeri o di reparti addestrati all'ordine svizzero. Francia e Spagna che ebbero i mezzi per potersi servire dell'ordine svizzero conservarono la possibilità di dominare la scena militarmente, mentre gli altri stati si trovarono in una situazione di inferiorità. L'importanza politica della confederazione svizzera crebbe a dismisura: i sovrani che volevano servirsi di soldati svizzeri e impedire che i nemici facessero altrettanto dovevano accaparrarsi l'amicizia dei confederati con doni e favori. Le città della Confederazione divennero fiorenti centri commerciali. Dall'originario nucleo di lingua tedesca i Cantoni Svizzeri all'inizio del 400 già tendevano ad espandere il proprio dominio su zone italiane e francesi urtando contro i duchi di Milano, di Savoia e di Borgogna. Proprio a causa di queste lotte gli svizzeri esercitarono un peso importantissimo nella storia europea anche perché portarono allo sfacelo l'ultima grande potenza feudale, quella dei duchi di Borgogna, mentre agevolarono l'affermazione della prima grande potenza dell'Europa moderna, cioè la Francia.

SVIZZERA

La creazione del San Gottardo - A partire dall'XI secolo, l'Occidente vede una forte crescita economica. Scambi commerciali e fiere si rianimano. Commercio e industria si sviluppano in Italia, regione baltica e Fiandre. I mercanti utilizzano le vie marittime, i corsi d'acqua e i passi alpini. Fino al XII secolo il traffico è concentrato maggiormente sul passo dello Spluga e su quello del San Bernardino (Grigioni) e il Brennero per la parte est, il Moncenisio e il Gran San Bernardo per quella ovest. Manca un passaggio nelle Alpi centrali.
Ad inizio XIII secolo viene aperto dagli Urani. Si tratta di un passo costituito da ponti costruiti tra le gole e i dirupi della Schöllenen: il San Gottardo. Questa nuova via di comunicazione è l'unica che unisce direttamente il nord al sud attraversando la catena delle Alpi. La leggenda attribuisce al diavolo la costruzione del ponte, a testimoniare la paura che tale ostacolo incuteva agli abitanti della valle.
Il San Gottardo è sempre stato molto trafficato: merci di ogni genere e gente di ogni luogo. Urani e leventinesi si organizzano in corporazioni e controllano il traffico, fissano i dazi ed i pedaggi, stabiliscono nei loro statuti regole che proteggono i viaggiatori stranieri e proibiscono ricompense. Gli abitanti delle valli impongono l'uso dei loro animali da traino e porto (muli e cavalli) . Ai trasportatori stranieri viene chiesta una tassa di transito chiamata "forletto".
Anche i contadini della Svizzera centrale possono ora smerciare carne, formaggio e pelli nel Ticino e nella pianura padana. Nelle valli l'allevamento si sviluppa notevolmente. Con il nuovo passo anche gli attrezzi per il lavoro, stoffe, vino, sale e grano possono venire importati dall'Italia.

Le comunità contadine - Anche nelle vallate alpine vengono a costituirsi le comunità rurali. Dal XII secolo si sviluppa maggiormente l'allevamento che si adatta meglio della coltivazione ai rilievi del territorio e alle sue condizioni climatiche. I montanari tracciano i sentieri per il bestiame e sviluppano l'irrigazione. Costruiscono cascine e stalle sulle alpi e sui maggenghi. Tutti gli abitanti di un villaggio o, a volte, di una valle vi partecipano. I pascoli appartengono alla comunità. La manutenzione dei sentieri, la scelta dei pastori e la spartizione dei prodotti alla fine dell'estate sono decise in assemblee che riuniscono gli uomini di ogni condizione sociale. Esse designano i loro rappresentanti, scelti spesso tra i membri delle famiglie più agiate, che esercitano un'influenza notevole sulla loro comunità. Queste comunità sono libere di gestire i loro beni; godono quindi di una ragionevole autonomia. A volte ottengono anche il diritto di amministrare la giustizia. Il signore, troppo lontano, si accontenta di percepire i tributi.
Gli Urani, all'inizio del XIII secolo si trovano in questa situazione favorevole. Riuniti in una comunità rurale si organizzano per controllare il traffico sul San Gottardo e trarne profitto. Somieri e osti urani vengono a contatto con i viaggiatori stranieri che li informano sulle carte di libertà (Documento concesso dal signore in cui vengono specificati i doveri e le libertà di una persona o di un gruppo di persone) ottenute dalle città italiane e fiamminghe. Nel 1231 gli Urani riscattano dagli Asburgo il diritto d'avvocazia (diritto di dominio spettante al re; poiché non può sempre esercitarlo di persona, designa un suo rappresentante con il titolo di conte). Questo non sarebbe mai stato possibile senza i benefici ricavati dai traffici attraverso il San Gottardo. Nello stesso anno ottengono l'immediatezza imperiale che li libera dalla sovranità dei signori locali, in particolare dagli Asburgo. L'imperatore ha comunque il suo tornaconto: mantenere sotto la sua protezione gli Urani significa allontanare gli Asburgo dal San Gottardo. Il valico, al quale l'imperatore dà grande importanza, è d'ora in poi in mani sicure.
Le premesse dell'alleanza - Nel XIII secolo esistono alcune comunità rurali nella regione del lago dei Quattro Cantoni; oltre a quella di Uri ce ne sono una a Svitto e due nell'Untervaldo. Nel 1231, come visto, gli Urani ottengono l'immediatezza imperiale. Gli Svittesi nel 1240 ottengono dall'imperatore gli stessi vantaggi ma, gli Asburgo, che possiedono diritti nella regione, non riconoscono questo atto imperiale. Gli abitanti d'Untervaldo invece non beneficiano di alcun privilegio e rimangono sottomessi ai signori locali.
Dal 1273 Rodolfo d'Asburgo, eletto Re di Germania, esercita di fatto anche l'autorità imperiale. Per i Waldstätten ("stati forestali". I tre cantoni più antichi della Confederazione: Uri, Svitto e Untervaldo; cantoni primitivi) tale avvenimento è molto importante. Infatti Urani e Svittesi, che avevano avuto l'immediatezza imperiale per sfuggire alla tutela degli Asburgo, si trovano ora a dipendere proprio da un Re Asburgico. L'avversario di sempre ha preso il posto del protettore. Di fronte al pericolo, le quattro comunità concludono forse una prima alleanza. Come per le città dell'Altopiano, è il bisogno di sicurezza e protezione che spinge i Waldstätten ad unirsi.
Rodolfo d'Asburgo, forte del suo prestigio, s'impossessa dell'Austria e della Boemia, ottiene nuovi diritti e territori nella Svizzera centrale. Rodolfo non contesta i privilegi concessi dai suoi predecessori; tuttavia, siccome governa buona parte d'Europa, ricorre a funzionari (balivi) per gestire i beni della famiglia e dell'Impero e per amministrare la giustizia. I balivi, in gran parte di origine servile, sono però poco propensi a rispettare i diritti locali. Gli abitanti delle vallate, per la maggior parte uomini liberi, non accettano di essere giudicati da funzionari di condizione inferiore. Il malcontento cresce poiché si devono pagare pesanti imposte per finanziare le campagne militari di Rodolfo. I balivi prelevano pure i pedaggi sulla strada del San Gottardo e percentuali sulle transazioni commerciali, sottraendo entrate agli Urani. Tra i Waldstätten aumentano i motivi di risentimento.

L'alleanza - Rodolfo d'Asburgo muore nel luglio del 1291. Il futuro degli abitanti dei cantoni primitivi è incerto. All'inizio di agosto concludono un'alleanza per salvaguardare le franchigie ottenute in precedenza.
Il patto del 1291 è il rinnovo di un'alleanza più antica alla quale sono aggiunte nuove clausole. Il documento su pergamena è redatto in latino e ai suoi margini inferiori sono appesi i sigilli delle tre comunità. Solo a partire dal XIX secolo il documento, per lungo tempo ignorato dagli storici, è considerato l'atto di nascita della Confederazione. Con questa alleanza le tre comunità si promettono assistenza reciproca e incondizionata contro qualsiasi avversario.
Esse rifiutano che la giustizia venga amministrata da funzionari stranieri; i liberi contadini delle vallate accetteranno soltanto le sentenze pronunciate da un giudice scelto tra loro, al quale il signore avrà delegato i poteri. In caso di conflitto tra le comunità, esse dovranno ricorrere a un arbitro e ne rispetteranno le decisioni. Il patto prevede anche pene severe contro assassini, incendiari e ladri. L'alleanza del 1291 non rappresenta un atto rivoluzionario contro il Re o il signore, poiché non mette in discussione i loro diritti; le comunità delle vallate vogliono unicamente salvaguardare le libertà e amministrare esse stesse i loro beni.
Riassumendo, si può affermare che queste comunità desiderano un'autonomia completa.
Rafforzamento dell'alleanza e prima espansione - Anche gli eredi di Rodolfo d'Asburgo desiderano ottenere un solido dominio a nord delle Alpi. I Waldstätten sono preoccupati anche se ottengono la conferma dei privilegi dall'imperatore che non è un Asburgo. La tensione tra le due parti è forte; un'incursione degli Svittesi contro l'abbazia di Einsiedeln dà inizio alle ostilità. Leopoldo d'Austria è intenzionato a punire i colpevoli ma la sua azione, mal preparata, fallisce miseramente al Morgarten nel 1315. Le truppe di Leopoldo, incolonnate in un angusto passaggio sulla riva del lago di Aegeri, sono sorprese da una valanga di pietre e tronchi d'albero, poi i montanari, armati di alabarde, attaccano e sospingono i cavalieri verso il lago. La fanteria nemica che segue i cavalieri fugge terrorizzata. I vincitori danno poi il colpo di grazia ai feriti e spogliano i morti.
Questa prima vittoria rafforza l'alleanza che unisce le comunità rurali. Mosse da una comune preoccupazione di sicurezza, sottoscrivono il patto di Brunnen. Una delle clausole principali impedisce alle tre comunità di contrarre alleanze separate con potenze straniere. La minaccia costante degli Austriaci impone ai Waldstätten la necessità di un atteggiamento solidale verso l'esterno. Il nuovo patto, redatto in tedesco, sostituisce quello del 1291, viene letto nelle assemblee e approvato sotto giuramento. Lo smacco subito dagli Asburgo contribuisce ad attirare nuovi alleati.

La città di Lucerna, all'estremità ovest del Lago dei Quattro Cantoni, fondata all'inizio del XIII secolo, diventa punto di partenza e sbocco per il traffico che percorre il passo del San Gottardo. Inoltre i contadini della Svizzera centrale vi trovano clienti per il bestiame e il formaggio che vengono scambiati con cereali e sale. Ecco che, economicamente parlando, la città e le tre comunità diventano interdipendenti. A partire dal 1291, però, Lucerna è proprietà degli Asburgo che la controllano strettamente; prelevano imposte sempre più elevate, scelgono il borgomastro e nuociono alla sua prosperità, impedendo, per esempio, il rifornimento dei Waldstätten durante la guerra del 1315. Molti borghesi sono esasperati. Nel 1332 la città sottoscrive un patto con i cantoni primitivi. Tuttavia rimane di possesso Asburgico pur essendo entrata a far parte della Confederazione.

Nuovi alleati - Nel XIV secolo Zurigo è una libera città imperiale, "Città imperiale libera" indica una città che gode dell'immediatezza imperiale, non è sottomessa all'autorità di un signore feudale e quindi dipende direttamente dall'imperatore. Sviluppa l'industria della seta acquistando la materia prima in Italia.

San Gottardo e valichi grigionesi sono vitali.

Nel 1336 gli artigiani ed alcuni mercanti, guidati da Rudolf Brun, strappano il potere ai nobili che trovano protezione presso gli Asburgo. I nuovi governanti, per mantenere l'indipendenza ed i loro interessi, chiedono l'appoggio dei Waldstätten e nel 1351 sottoscrivono il patto.
La comunità rurale di Glarona e la città di Zugo appartengono agli Asburgo. La prima sollecita un'alleanza ma i Confederati non la ritengono indispensabile, nel 1352 la firma del trattato, accorda ai Glaronesi solo pochi vantaggi. Zugo invece, sulla strada che collega Zurigo a Lucerna e giunge al San Gottardo, è costretta ad allearsi sotto la minaccia di una spedizione armata. Il nuovo cantone entra nella Confederazione a pari diritti. La città di Berna, come quella di Zurigo, gode dell'immediatezza imperiale; è ricca ed è una potenza militare assai forte. Verso il XIV secolo essa estende la sua influenza nell'Oberland dove possiede già numerosi territori. Queste sue ambizioni attirano le ire e le ostilità dei vicini. Nel 1339 una vasta coalizione, formata dalle signorie dell'Altopiano, Friburgo e dall'Imperatore Ludovico il Bavaro (non riconosciuto dai Bernesi) affronta i Bernesi ma il nemico è sconfitto a Laupen grazie anche all'alleanza con i Waldstätten.

Da questo momento la città gode di grande prestigio nella Svizzera occidentale. Nel 1353 l'alleanza con i cantoni primitivi è rinnovata, malgrado non sussista alcuna minaccia esterna. La Confederazione si è così estesa ora anche ad ovest, verso la Romandia.
Rafforzamento dei legami - Attorno al 1380 le città confederate quali Lucerna e Berna, abbandonano la prudente politica seguita con l'alleanza con i Waldstätten. Poco alla volta si allargano verso i territori circostanti irritando così Leopoldo III d'Austria. Quando i Lucernesi accordano protezione all'Entlebuch e a Sempach, Leopoldo reagisce violentemente. Vassalli d'Alsazia, Svevia e Argovia gli si uniscono con le proprie truppe. Lo scontro ha luogo nei pressi di Sempach nel luglio del 1386. L'esito è per lungo tempo incerto. I lucernesi, però, appoggiati da Urani, Svittesi e Untervaldesi, hanno la meglio. Leopoldo cade in battaglia. L'inaspettata vittoria dei cittadini e dei montanari contro un esercito di cavalieri fa eco in tutta Europa, come testimoniato da una cronaca polacca dell'epoca. Per gli Asburgo è la rovina. Dopo Sempach sono progressivamente scacciati dai territori a nord delle Alpi centrali e il loro dominio da quelle parti diventa sempre più debole. Così Berna e Lucerna sottomettono alcuni territori degli Asburgo senza la minima difficoltà.
Alla fine del XIV secolo gli otto cantoni costituiscono una comunità chiamata Confederazione.
I contadini dei cantoni primitivi si uniscono ai borghesi delle città. Gli scambi commerciali e il comune bisogno di sicurezza li hanno avvicinati. Dalla loro alleanza è nata la confederazione elvetica.

 

FRANCIA
Carlo I di Valois-Borgogna detto il Temerario - Fu uomo di eccezionale coraggio, molto istruito, intelligente, attivo e appassionato di musica e tornei. Ebbe carattere violento, impulsivo ed in genere propenso all'uso della forza.
I re di Francia si logoravano nella guerra dei cento anni e intanto i duchi di Borgogna, grazie a una combinazione di fortune militari, matrimoni e alleanze erano giunti a dominare un vasto territorio tra il Rodano e il mare del Nord quasi corrispondente all'antica Lotaringia. Questo dominio abbracciava i Paesi Bassi, i territori dell'Artois e della Picardia, il ducato di Borgogna e la Franca Contea. Esso univa la prosperità commerciale ed industriale delle Fiandre, con la prodezza cavalleresca della tradizione feudale della Borgogna.
I duchi di Borgogna durante la guerra dei cento anni avevano a lungo appoggiato gli Inglesi e adesso, a guerra finita, dovevano per forza urtarsi contro le mire assolutistiche della monarchia francese.

Carlo di Borgogna detto il Temerario capeggiò la Lega del Bene Pubblico, un'alleanza di feudatari ribelli contro il nuovo sovrano di Francia Luigi XI.
Luigi XI inizialmente si adattò a una pace di compromesso con la Lega del Bene pubblico pur di arrivare al trono, ma piano piano, con tenacia, rafforzò il suo potere assoluto all'interno del regno di Francia, mentre Carlo il Temerario, per congiungere la Borgogna con la Fiandra, combatteva per conquistare l'Alsazia e la Lorena e veniva ad urtarsi contro gli Svizzeri che lo sconfiggevano disastrosamente a Nancy, dove moriva in battaglia.
Dei vasti domini di Carlo di Borgogna solo i Paesi bassi rimasero alla figlia Maria di Borgogna, la quale li portò in dote al marito Massimiliano d'Asburgo. Tutto il resto veniva annesso al regno di Francia, che diventava in tal modo una delle massime potenze europee.
Il regno di Francia - I creatori della potenza nazionale francese furono Carlo VII e Luigi XI. Praticarono entrambi una politica assolutistica. Carlo VII è il vincitore della Guerra dei Cento anni. Luigi XI annesse al regno di Francia i possedimenti di Carlo di Borgogna meno i Paesi Bassi, sottrasse al ducato di Savoia i possedimenti in territorio francese che si estendevano fino al Rodano. Alla fine annetteva i territori degli Angiò e della Bretagna grazie all'estinzione delle rispettive dinastie.
Luigi XI riorganizzò l'apparato tributario riuscendo ad avere disponibilità finanziarie superiori a quelle di ogni altro sovrano europeo. Questi soldi servirono all'arruolamento delle terribili fanterie svizzere e alla costruzione di una potente artiglieria. La Chiesa francese faceva parte integrante della vita dello stato e dipendeva dalla corona per il conferimento delle cariche e dei benefici.
La borghesia cittadina appoggiò il re permettendogli di potenziare l'organizzazione burocratica e giudiziaria. Questo rese la nobiltà strettamente dipendente dal sovrano. La Francia era il Paese più popolato d'Europa, aveva una ricca agricoltura che esportava molti prodotti a compensazione delle forti importazioni industriali soprattutto tessili. Infine il regno di Francia intratteneva ottimi rapporti con i banchieri fiorentini.

SPAGNA
Alla metà del 400 la Spagna contava quattro regni cristiani più il regno musulmano di Granada. Nel 1479 fu riconosciuta sovrana del regno di Castiglia Isabella, sposa del re di Aragona Ferdinando il Cattolico. Le due corone rimanevano distinte sia per le amministrazioni e le diverse economie e sia per le lingue parlate. Le forze unite dei due sovrani abbatterono il regno di Granada (1492). Nel 1512 veniva annessa alla Spagna la parte spagnola del regno di Navarra. Ferdinando il Cattolico, pur senza giungere a un regime centralizzato come quello francese, riusciva comunque ad imporre il proprio dominio assoluto sulla nobiltà feudale.
Uno stato militare - La cacciata degli Ebrei impoverì l'economia spagnola, allontanando una quantità di abili mercanti ed artigiani. Prevalse inoltre la prassi della limpieza de sangre, per cui era necessario provare di non avere antenati mussulmani od ebrei per ottenere uffici ecclesiastici, burocratici o militari. Tali carriere acquistarono di prestigio, mentre ne persero le professioni tradizionalmente esercitate dagli Ebrei, come il commercio. L'autorità della corona venne ad essere legata indissolubilmente ad una direttiva di fanatismo religioso e di bellicoso militarismo.
In passato, il regno di Aragona aveva avuto maggiore importanza di quello di Castiglia, per la sua fiorente marineria e la sua espansione nel Mediterraneo, che aveva portato all'annessione dei regni di Sardegna e di Sicilia. Ma le forze spagnole furono concentrate, alla fine del Quattrocento, nella conquista del regno di Granata, e questo avvantaggiò la Castiglia. Inoltre, la marineria catalana del regno d'Aragona cominciò a perdere d'importanza, rispetto a quella atlantica del regno di Castiglia, specialmente dopo la scoperta dell'America. La Castiglia quindi cominciò a indirizzare tutta la politica spagnola in favore dei propri interessi.
Le vicende della politica europea porteranno la Spagna ad impegnarsi sempre di più in una serie di guerre per l'egemonia sull'Italia. A ciò non fu estranea la necessità di tutelare il dominio della Sicilia, grande esportatrice di grano, data la scarsità di cereali di cui soffriva la penisola iberica. Queste incessanti guerre ribadirono il predominio castigliano, perché i desolati altipiani della Castiglia, con i loro pecorai, i loro contadini poveri ed i loro piccoli nobili famelici, fornivano in quantità truppe di proverbiale sobrietà, resistenza ai disagi e coraggio, cui fu facile dare un addestramento all'ordine svizzero, creando così una delle migliori fanterie d'Europa. In pratica, le fortune della Spagna si identificarono con quelle della Castiglia e quindi con le sue tradizioni bellicose ed il suo fanatico spirito crociato.

INGHILTERRA
Uscita appena dalla guerra dei Cento Anni, l'Inghilterra piombava nuovamente in un conflitto intestino destinato a trascinarsi per un altro trentennio: la guerra delle Due Rose (1455-1485).

La fine della guerra dei Cento Anni con l'abbandono del suolo francese da parte dell'Inghilterra, era una tale svolta nella politica nazionale, da non poter essere accettata facilmente da tutti, specie dall'aristocrazia feudale tradizionalmente avvezza a cogliere allori cavallereschi nelle campagne di Francia. Partigiani della ripresa della guerra e partigiani del mantenimento della pace, còlto il pretesto di una crisi dinastica, che metteva di fronte le due case di LANCASTER e di YORK inalberanti, rispettivamente, una rosa rossa ed una rosa bianca per emblema di guerra, si affrontarono furiosamente in una lotta interminabile, che finì col determinare la liquidazione dell'aristocrazia feudale, decimata dai combattimenti e dalle proscrizioni dell'accanita guerra civile.
Soltanto nel 1485, l'ultimo erede dei Lancaster, Enrico VII Tudor (1485-1509), pacificava le due fazioni, col proprio matrimonio con l'ultima erede della dinastia rivale, ELISABETTA DI YORK.

Dopo la distruzione dell'aristocrazia feudale e l'abbandono delle cruente e difficili avventure militari in terra di Francia, la monarchia inglese poteva accingersi così all'opera di consolidamento interno, con l'appoggio della borghesia cittadina, analogamente a quanto stava avvenendo od era avvenuto in Spagna ed in Francia.
Come i sovrani francesi e spagnoli, Enrico VII restaurò l'ordine all'interno del regno, valendosi largamente di ministri tratti dalle file della piccola nobiltà o della borghesia. Mirò a diminuire l'autorità del Parlamento, dal quale si era reso indipendente finanziariamente con le confische dei beni della nobiltà avversaria, e tenne sotto rigido controllo la Chiesa, specie per quanto riguardava le nomine episcopali e il conferimento dei benefici ecclesiastici. Si servì infine di un inflessibile tribunale regio, la Star Chamber o CAMERA STELLATA, per ristabilire la giustizia, scossa dalle turbinose vicende della guerra.
La fine della politica di espansione in Francia, dette modo ad Enrico VII di estendere il proprio dominio sull'isola dell'Irlanda, il cui parlamento venne reso dipendente dal consiglio della corona d'Inghilterra, precisando così quei vincoli di sudditanza che fino ad allora erano esistiti in modo quanto mai vago tra l'uno e l'altro regno, nonché di fronteggiare il regno di Scozia, che, appoggiandosi sulla Francia, aveva assunto un atteggiamento nettamente ostile verso il regno dei Tudor.
In un punto essenziale, però, la politica di Enrico VII si differenziava da quella dei suoi colleghi di Francia e di Spagna. Mentre sia Luigi XI che Ferdinando il Cattolico completavano l'opera d'affermazione della monarchia con la creazione di un forte esercito, tratto o dalle fanterie mercenarie svizzere o da quelle nazionali spagnole, l'isolamento insulare, in cui si trovava l'Inghilterra, e le sue particolari condizioni economiche e demografiche, rendevano questo superfluo ad Enrico VII.
Paese fino ad allora agricolo, piuttosto arretrato e scarsamente popolato, l'Inghilterra si avviò sotto Enrico VII a incrementare sempre più largamente la copiosa produzione locale di lana. Mentre la corona aveva potuto combattere la guerra dei Cento Anni attingendo largamente soldati dalle robuste file dei liberi agricoltori e dei piccoli proprietari, adesso le terre comunali e le piccole proprietà andavano sparendo divorate dalle recinzioni (enclosures) dei ricchi, che praticavano in estese proprietà l'allevamento degli ovini su larga scala.
D'altronde, malgrado la crescita rapidissima della popolazione, la rovina della piccola agricoltura era largamente compensata dalle sempre maggiori necessità di mano d'opera per la nascente industria tessile. Ben poco incentivo restava così alla popolazione inglese a seguire l'esempio svizzero o spagnolo e darsi al mestiere delle armi.
Mentre l'esercito di terra dei sovrani inglesi rimaneva inferiore a quello dei maggiori stati europei si sviluppava gradatamente una potente marina militare e commerciale. Anche l'Inghilterra partecipò alle scoperte geografiche grazie alle esplorazioni di Giovanni Caboto in America del nord.