Con la definizione di Storia Contemporanea si fa riferimento al periodo dal 1945,
con la fine della seconda guerra mondiale, fino ai nostri giorni.
Nel 1945 finisce la 2° guerra mondiale anche in Germania e in Giappone, ultimi a posare le armi.
In Italia la guerra finisce il 25 aprile 1945 dopo la liberazione di Milano e di Torino.
Come si presenta l'Italia nel 1945?
- La classe politica è inesistente, mancano veri partiti politici, occorre una nuova Costituzione e un nuovo esecutivo.
- Unica figura rappresentativa, come capo dello Stato, rimane il Re.
- Molti italiani sono carichi di odio e in varie regioni si compiono vendette di ogni tipo.
Il Re Vittorio Emanuele III ha abdicato a favore del figlio, il principe Umberto II: è lui il Capo dello Stato.
La casa reale è forte di una lunga tradizione che risale al risorgimento. Agli occhi degli italiani però si è macchiata di 2 gravi colpe:
- non ha fermato Mussolini e il partito fascista quando ancora erano lontani dal potere
- dopo l’armistizio e il voltafaccia verso i Tedeschi non ha avuto il coraggio di affrontare i rischi della rappresaglia degli ex alleati.
Molti, soprattutto nel centro-nord vogliono la Repubblica
Governo – Con la caduta del governo fascista e l’esecuzione di Mussolini, il potere esecutivo è affidato ai capi partigiani e a noti personaggi antifascisti. Francesco Parri è nominato capo del governo provvisorio.
Situazione economica italiana - L’economia immediatamente post bellica è costituita da una agricoltura in larghe zone limitata all’autoconsumo e da un’industria da riconvertire. Le città hanno subito bombardamenti: molti edifici sia civili sia industriali sono danneggiati o distrutti.
Il Pil pro-capite è la metà di quello del '38. Le razioni alimentari medie sono i due terzi di quelle d'anteguerra.
Una famiglia su quattro è in condizioni d'indigenza: mancano cibo, vestiario, alloggi.
La grande inflazione, cominciata nel '43, prosegue fino al 1948 quando è debellata da Luigi Einaudi aumentando le riserve obbligatorie delle banche,
alzando il Tasso ufficiale di sconto (Tus) dal 4 al 5,5%, lasciando svalutare la lira da 225 a 625 per un $ nel 1948, permettendo così un rilancio delle esportazioni.
Oltre
con la propria situazione interna, l’Italia si trova a confrontarsi con il contesto politico internazionale.
Intanto quelli che erano stati i principali artefici della vittoria alleata, Stati Uniti e Russia, non avendo più un nemico comune, si trovano antagonisti.
L’Italia si trova in casa un altro vincitore: la Jugoslavia.
Perse le colonie in Africa, persa l’Istria e la Dalmazia, persa l’Albania, l’ex “Impero Italiano” si appoggia al blocco occidentale nonostante il prestigio dei partigiani comunisti e di figure come Togliatti. E’ stata una fortuna per l’Italia, come spesso raccontano i nostri nonni?
Probabilmente sì, gli USA ci hanno portato in dote una solida idea democratica e una dose di aiuti economici così massiccia, sia come generi alimentari che come sussidi finanziari, che nessun altro paese sarebbe stato in grado di fornire.
In cambio hanno piazzato le loro basi militari: Aviano, Camp Derby (Pisa), Sigonella (Catania)
.... e hanno influenzato le scelte politiche italiane per decenni.
Chiesa Cattolica - Pio XI – papa Achille Ratti muore nel 1939 dopo aver vissuto l’evoluzione del fascismo e firmato, nel 1939, i Patti Lateranensi: il Concordato. Il suo successore, Pio XII, papa Pacelli, eletto nel 1939 resterà sul soglio pontificio fino al 1958.
Il papato di Pio XII attraversa tutto il periodo bellico, con le sue atrocità e lo sterminato numero si morti…sicuramente il papa, con tutta la chiesa ha sofferto insieme ai popoli che hanno subito la guerra. Poteva fare di più? La chiesa poteva porsi in prima fila contro la violenza nazi-fascista?
Due elementi hanno fatto molto discutere:
- la preoccupazione della chiesa per il comunismo, dichiaratamente ateo e materialista, che ha favorito una posizione più indulgente verso le dittature di destra (Franco, Mussolini, Hitler…)
- gli Ebrei, il popolo perseguitato dai nazisti e in misura minore dai fascisti, sono sempre stati visti, nel corso della storia, come gli assassini di Gesù, e successivamente, come loschi trafficanti arricchiti con prestiti e usura.
Questi latenti pregiudizi quanto hanno condizionato il comportamento della chiesa?
Referendum - L’Italia nata dal risorgimento è sempre stata una monarchia: nel 1945 si prospetta la nascita di una repubblica.
Il clima che precedette il Referendum fu di esasperata tensione, quello che seguì fu agitato da forti polemiche sulla regolarità: sospetti di brogli elettorali e azioni di disturbo durante il voto.
Nel 1945 l'Italia è una monarchia ereditaria: il titolo di re d'Italia spettava al principe di casa Savoia; nel 1946 divenne una repubblica per effetto del referendum istituzionale. La neonata Repubblica, grazie al lavoro di un'Assemblea costituente, fu dotata di una costituzione avente valore di suprema legge dello stato, che sostituiva lo Statuto Albertino, sino ad allora vigente.
Il 2 giugno 1946, insieme alla scelta sulla forma dello stato, gli italiani uomini e donne (che votavano per la prima volta) elessero anche i componenti dell'Assemblea Costituente che fino all'elezione del primo parlamento svolse anche le funzioni di assemblea legislativa.
Umberto di Savoia lasciò l'Italia subito dopo il referendum che sanciva la vittoria della parte repubblicana, pur non riconoscendone la validità e rifiutandone i risultati.
Nella nuova costituzione repubblicana fu introdotta una disposizione transitoria con il divieto di entrare in Italia per i discendenti maschi di Umberto. Questa disposizione fu abolita nell'ottobre 2002 e Vittorio Emanuele, figlio di Umberto, poté entrare in Italia con la sua famiglia già nel dicembre 2002.
Ex colonie - L’impero coloniale italiano ha vita breve. Nel 1943 si frantuma sotto i colpi delle truppe britanniche, integrate da quelle del Commonwealth. Eritrea, Somalia italiana e per ultima la Libia non sono più italiane. Agli scontri armati in Africa si sostituiscono gli scontri diplomatici in sede internazionale.
Dopo vari tentativi di accordo l’Italia deve accettare la rinuncia preventiva ad ogni sovranità sulle colonie. Le quattro Potenze USA URSS Francia Inghilterra si impegnano a trovare una soluzione definitiva per la Libia, l’Eritrea e la Somalia entro un anno o a rimandare la decisione alle Nazioni Unite.
Il 20 settembre 1949 si apre a New York all’Assemblea generale dell’ONU e i delegati giungono a una nuova soluzione: all’Italia viene concesso il mandato di amministrazione fiduciaria sulla Somalia, della durata di dieci anni; in Libia dovrà nascere uno Stato indipendente e sovrano, non più tardi del 1° gennaio 1952.
Solo il 2 dicembre 1950 si decide il futuro dell’Eritrea: diventerà uno Stato autonomo federato con l’Etiopia (l’Etiopia riacquista l’indipendenza nel 1942 con la reintegrazione di Hailè Selassiè nelle prerogative di imperatore) sotto la corona del Negus. I quotidiani italiani , nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale, non si pongono il problema di svelare e denunciare il passato coloniale dell'Italia. Non si accende un dibattito obiettivo sulle colpe e sui pregi del colonialismo italiano, ma continuano ad essere alimentati miti e leggende. Per esempio nell’immaginario collettivo il soldato italiano in Africa continua ad essere rispettoso, coraggioso e cavalleresco. Diversa la realtà: la memoria degli italiani ha rimosso, quasi totalmente i soprusi, i crimini, i genocidi, le oppressioni di vario genere, i campi di concentramento, i gas e i lanciafiamme utilizzati durante le campagne militari, legati strettamente al fenomeno del colonialismo.
Terzo mondo - Negli anni precedenti la 2° guerra mondiale e in quelli che immediatamente la seguirono si crearono i presupposti o si scatenarono le lotte per l’indipendenza di più di 60 paesi coloniali, in Asia e in Africa, dove il coinvolgimento nella guerra aveva creato nuove idee liberiste.
Il momento centrale di questo processo è stato il periodo 1945-1957. In questi anni, lo scontro tra le forze colonialiste e i movimenti di liberazione creò i presupposti di tutto lo sviluppo futuro.
La rivolta dei popoli dopo il 1945 ha dischiuso la via allo sviluppo naturale delle popolazioni del Terzo Mondo.
Questo il quadro della situazione coloniale nel 1939.
In Asia, in Africa e in Oceania, fatta eccezione per l’Australia la Nuova Zelanda e il Sud Africa, tutti gli altri territori erano interamente soggetti al colonialismo europeo, americano e giapponese.
La Cina era stata invasa dai giapponesi.
La Manciuria era occupata dai giapponesi.
La Corea era giapponese.
Il Vietnam, il Laos e la Cambogia erano sotto autorità francese.
La Birmania era britannica.
L’india (che comprendeva gli attuali Pakistan e Bangladesh) era una colonia britannica.
La Malesia era colonia inglese.
Le Filippine erano sotto dominio americano.
L’Indonesia era colonia olandese.
In Medio Oriente, la Palestina era protettorato inglese.
Il Libano era protettorato francese.
La Siria ugualmente.
L’Iraq era sotto dominio inglese.
In tutto il Golfo Persico dominavano gli inglesi anche quando, come nel caso dell’Arabia Saudita, era stato creato uno Stato indipendente.
In Africa, l’Eritrea, l’Etiopia, la Somalia erano colonie italiane.
Il Somaliland era colonia inglese.
Il Kenia, l’Uganda, il Tanganika erano colonie portoghesi.
La Rhodesia (oggi Zimbabwe) e lo Zambia erano colonie inglesi.
Il Madagascar era colonia belga.
Il Sudan era colonia inglese.
Sull’Egitto gravava la “protezione” britannica.
La Libia era colonia italiana.
Tunisia, Algeria e Marocco erano francesi.
Guinea francese, Mauritania, Senegal, Costa D’Avorio, Dahomei, Togo Niger e Ciad costituivano l’Africa equatoriale francese.
Sierra Leone, Ghana e Nigeria erano colonie inglesi.
La Liberia era sotto protettorato americano.
Il Cameroun, il Gabon, il Congo Brazzavile erano colonie francesi.
Su questa situazione la seconda guerra mondiale fu una irresistibile furia sconvolgitrice.
Conviene puntualizzare schematicamente i meccanismi che, in soli sei anni, hanno innescato, dopo quattro secoli e mezzo, il processo di trasformazione delle ex colonie:
- I soldati coloniali chiamati a partecipare alla guerra antinazista, proclamata come guerra per la libertà,
furono una potente spinta alla rivolta. Avevano combattuto per la libertà e volevano la libertà.
- I partigiani che avevano combattuto la guerriglia in Europa contro i tedeschi e in Asia contro i giapponesi, a guerra finita si trovarono le armi e non si lasciarono disarmare.
- In Asia i giapponesi avevano scatenato la guerra sulla base di una dottrina, quella dell’”area di grande prosperità” , che nascondeva la volontà di sostituire la colonizzazione giapponese a quella occidentale. A guerra perduta, in extremis, sfruttarono gli ultimi residui di autorità per consegnare il potere locale nelle mani delle borghesie indigene, proclamando i paesi indipendenti. Con ciò impressero una dinamica violenta alla ribellione contro il dominio coloniale europeo.
Dalle seguenti cifre si capisce l’importanza assunta dalla partecipazione di truppe reclutate nelle colonie alla guerra mondiale:
Nel marzo del 1940 la Francia aveva alle armi 340.000 soldati nordafricani e 110.000 nelle altre colonie. Alla guerra sul suolo francese parteciparono 8 divisioni di truppe coloniali. Dopo il 1940 per continuare la lotta nelle colonie i francesi reclutarono altri 60.000 uomini nell’Africa orientale (Senegal, Oubangui, Cameroun) e nell’Africa equatoriale francese che furono poi impiegati sul fronte atlantico, in Provenza, in Alsazia ecc. Nella famosa divisione Leclerc i soldati coloniali erano in maggioranza rispetto agli europei. Solo nella fase iniziale della guerra, fino al momento dell’armistizio nel 1940, 24.270 soldati coloniali e 4.350 malgasci erano caduti sul campo.
L’Inghilterra fece un ricorso ancora maggiore alle truppe coloniali. Per mettere insieme un esercito da usare contro gli italiani in Etiopia, Eritrea e Somalia, i britannici reclutarono truppe in Tanganika, in Kenia, in Uganda, nel Nyassaland e in Rhodesia.
Gli africani arruolati dagli Inglesi furono 372.000. I reggimenti coloniali esistenti nel 1939 furono rafforzati costituendo nuove unità: 3 brigate di truppe nigeriane; 2 brigate della Costa D’Avorio; 1 brigata della Sierra Leone; 1 brigata del Gambia.
Nel 1943 queste brigate formarono l'81° e l'82° divisione.
Dopo essere state impiegate in Africa Orientale italiana queste truppe furono impiegate su altri fronti: in Africa del nord, in Italia, poi sui fronti asiatici, in particolare in Birmania.
Soltanto in India gli Inglesi reclutarono e armarono 2 milioni di uomini. Gli indiani alla data dell’agosto 1945 avevano subito 180.000 fra morti e feriti. Gli indiani furono impiegati dappertutto, in Europa, in Medio Oriente,in Africa, in Asia. La quarta divisione indiana, fu impiegata in Eritrea, in Siria, in Libia, in Tunisia, in Italia e in Grecia. Nelle varie campagne perdette 25.000 uomini. In Italia 6.000 soldati indiani furono uccisi nei combattimenti contro i tedeschi. In una sola battaglia nel sud est asiatico morirono 32.000 soldati indiani.
Si può comprendere come i combattenti coloniali siano tornati a casa con nuove idee alla fine della guerra. Erano stati chiamati a combattere contro tedeschi, italiani e giapponesi in nome della libertà e a guerra finita cominciarono a esigere la libertà.
Ma soprattutto a differenza di ogni precedente occasione di rivolta, gli oppressi erano bene armati. Avevano recuperato armi nel corso della guerra in grandi quantità; erano addestrati al combattimento moderno; in più avevano acquisito per la prima volta da 450 anni esperienza di guerra e di guerriglia. Nel 1945 colonizzati in rivolta e colonialisti repressori si sono trovati con le stesse armi in mano, fucili, mitragliatrici, bazooka, bombe a mano, mine, artiglieria.
Inizio della ricostruzione
in Italia - breve riepilogo della situazione politica alla fine del tumultuoso 1945:
A dicembre cade il governo Parri: dopo il ritiro dei ministri di PLI e DC Parri é costretto a dimettersi e il 10 dicembre - DE GASPERI vara il suo primo governo. Ne diventa Presidente conservando il ministero degli Esteri e nomina vice PIETRO NENNI, PALMIRO TOGLIATTI alla Giustizia, GRONCHI all'Industria, SCELBA alle Poste ecc. L'anno si chiude con un accordo stipulato il 6 dicembre tra Confindustria e CGIL, dove vengono deliberati:
1) I minimi salariali dei lavoratori.
2) L'introduzione del cottimo.
3) Il meccanismo della Scala Mobile (contingenza) che regola i salari in rapporto al costo della vita.
La Confindustria ottiene come contropartita lo scioglimento dei consigli di gestione che si erano formati nelle aziende subito dopo la Liberazione. Cioè riprendere in mano le proprie aziende. Inizia
la grande avventura della ricostruzione e dello sviluppo economico dell'Italia.
L'inflazione nel '43 era al 68%, nel '44 al 344%, in questo '45 del 97%
Eppure l'apparato industriale italiano era uscito praticamente illeso dalla guerra con danni che non superavano l' 8% della capacita' produttiva totale. Quindi l' economia italiana aveva energie e competenze tali da poter assolvere da sola ai compiti della ricostruzione, nonostante lo Stato e l'Amministrazione Pubblica siano in totale paralisi.
Inoltre l' Italia tra il 1948 e il 1952 ricevette dall' ERP (European Recovery Program) circa 1470 milioni di dollari pari all' 11% degli stanziamenti di tutto il Piano Marshall.
E non basta, arrivano gratuitamente macchinari e materie prime e sono concessi prestiti a tassi ridotti per l' acquisto di impianti: fu così possibile procedere ad un ammodernamento delle attrezzature industriali. Oltretutto buona parte degli aiuti non fu spesa ma tesaurizzata dallo
Stato insieme al ricavato dalla vendita di parte delle merci donate all' Italia con buona pace degli Americani che si convinsero a cambiare strategia e sospesero il programma.
Il Mezzogiorno è la parte del paese uscita più dissestata dalla guerra. Oltre ai danni provocati dalle operazioni belliche, il sud ha subito gli effetti di un'inflazione selvaggia prolungatasi per tutto il periodo della separazione dal resto della penisola a causa della forte domanda (dovuta alla presenza delle truppe anglo-americane) e la scarsa offerta. Si pensò allora a tutta una serie di riforme che avrebbero dovuto alleviarne i problemi.
Nel 1950 fu varata la riforma agraria, meglio nota come Riforma Segni, che portò all' esproprio di 760mila ettari di terra da assegnare a 113mila capofamiglia che avrebbero ripagato allo Stato la terra attraverso il versamento di 30 annualità. In fase di attuazione però non fu possibile soddisfare tutte le domande e la dimensione degli appezzamenti (6-8 ettari) si rivelò insufficiente a garantire alle famiglie un reddito accettabile se non in quelle zone dotate di ottimi sistemi irrigui come il Delta del Po, la Maremma e la Campania. Quindi malgrado gli ingenti costi sostenuti dalle finanze pubbliche per l' esproprio e le successive spese di trasformazione fondiaria, la riforma agraria si rivelò un flop
che non assicurò un effettivo sviluppo della produttività e dei redditi nelle
campagne del sud. Parallelamente, sempre nel 1950, fu creata la Cassa del
Mezzogiorno che doveva essere un' ente autonomo in grado di garantire la
creazione e la messa in opera di strutture e attività economiche nel meridione
ma che finì per diventare un ente politicizzato e per dipendere strettamente
nelle sue scelte dalle direttive politiche.
Si riteneva che l'allestimento di infrastrutture pubbliche (strade, ferrovie,
centrali elettriche, acquedotti) avrebbe potuto offrire migliori condizioni
ambientali per un'espansione delle attività produttive nelle regioni
meridionali. Ma più che l'avvio di un processo industriale autoctono i crescenti
investimenti in infrastrutture contribuirono alla formazione di un più ampio
mercato interno per le imprese del Nord e pertanto favorirono la crescita del
reddito e dell' occupazione nelle zone già sviluppate.
1960 - cinquanta anni fa, sembra di parlare di un'altra era storica.
Io,
come molti altri, eravamo già nati, eppure in questo breve periodo è cambiato
quasi tutto: il modo di vivere, le case in cui abitiamo, le strade, i mezzi di
trasporto, i luoghi di lavoro e il modo di lavorare.
Indubbiamente l'oggetto più significativo di questa grande trasformazione è il
telefono:
-
agli inizi degli anni 60 era al bar, era il telefono pubblico con il gettone
telefonico
-
poche famiglie avevano le linea telefonica e la telefonata era assimilabile al
telegramma: si chiamava in caso di necessità, di emergenza, in occasione di
eventi particolari.
La
televisione è stata in bianco e nero fino al 1977 e comunque la RAI era
l'emittente unica, con 3 canali, fino al 1980.
E
comunque la televisione rappresentava un momento limitato del tempo: se appena
le condizione atmosferiche lo consentivano, si passava la serata al bar o sulla
porta di casa a conversare con i vicini.
La
politica italiana vede come Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi.
Nell'esecutivo c'è una cronica instabilità dei governi che talvolta restano in
carica per pochi mesi. A questa precarietà si contrappone l'immobilità dei
partiti e dei personaggi politici di rilievo:
La
maggioranza si fonda sui partiti di centro, principalmente la Democrazia
Cristiana, andata al potere nell'immediato dopoguerra con De Gasperi che
impresse al partito un'immagine positiva di forza cattolica moderata mantenuta
per molti anni.
La
Democrazia Cristiana si pone come alternativa al dilagare del comunismo, E' il
partito dei cattolici e delle forze emergenti, cioè di coloro che si stanno
impegnando per migliorare la loro posizione economica e sociale: piccoli
possidenti, professionisti, impiegati, dipendenti di solide aziende con buone
retribuzioni.
Intorno alla DC gravitano 3 o 4 piccoli partiti i cui voti sono indispensabili
per la maggioranza di governo:
Partito Repubblicano
Partito Liberale - al centro-destra
Partito Socialista - al centro-sinistra - che si scinderà più volte dando vita a
socialdemocratici e ad altri piccoli partiti.
Il governo si
definiva quadripartito o pentapartito a seconda della composizione ed ogni
formazione politica esigeva i suoi ministri e la sua fetta di potere.
A destra della DC
troviamo il MSI (movimento sociale italiano) osteggiato violentemente da
comunisti ed ex partigiani, nei primi anni del dopo-guerra quando le
violenze fasciste e le sofferenze della guerra bruciavano nella memoria
collettiva. L’avvento delle generazioni successive e un segretario del
valore di Giorgio Almirante permisero al MSI di essere stabilmente presente
in Parlamento e nelle amministrazioni locali. Nei periodi di crisi
politico-economica riuscì inoltre ad espandere il proprio elettorato.
Infine a sinistra
troviamo il PCI – Partito Comunista Italiano – nato dopo il successo del
comunismo russo e deciso a raggiungere il potere in Italia.
I comunisti
rappresentano il proletariato più umile, i braccianti, ma anche, e forse
soprattutto: idealisti, intellettuali, giovani arrabbiati, disoccupati.
Il segretario di
partito che creò la migliore immagine del PCI fu Enrico
Berliguer, che si allontanò dall’estremismo filo-russo di Palmiro
Togliatti e prospettò una nuova politica del partito, non più rivoluzionaria
ma di stabilità e di governo.
Gli anni 60 sono
quelli del boom economico, la capacità produttiva sale vertiginosamente e il
benessere arriva in molte case, compreso quelle di umili origini.
L’emigrazione diminuisce, la scolarità aumenta.
L’Italia in questi
anni riesce a migliorare la sfruttamento delle proprie risorse:
-
Il
turismo, sia in località balneari/montane, sia nelle città d’arte;
-
La
creatività, soprattutto nella moda e nel designer: nasce il “Made
in Italy”
-
Nell’alimentazione/ristorazione con i grandi prodotti della tradizione
italiana: vini, pizze, spaghetti, ecc…
E il mondo? Nel
mondo si inizia, inconsapevolmente una grande rincorsa verso quelli che
saranno le caratteristiche del nostro tempo: integrazione, omogeneizzazione,
globalizzazione.
Tutto parte dagli
USA che hanno grandi risorse naturali e grandi potenzialità economiche, ma
che soprattutto vedono le opportunità, capiscono che gli immigrati sono
un’opportunità di crescita ed invece che un costo li considerano una
risorsa. In più gli USA sono i primi a capire che il futuro è nella
tecnologia e non nello sfruttamento del lavoro
umano.
Al traino degli USA
si muove la vecchia Europa. Sanate le ferite della guerra, gli stati europei
si rendono conto di essere troppo piccoli davanti ad un mondo
economico-politico di grandi paesi come USA, URSS, Cina quindi cercano una
coesione, tanto difficile quanto necessaria, che porti al sogno di una
Europa unita.
Nel
1958 la chiesa trova un grande papa, Giovanni XXIII, che nonostante sia salito
al sogli pontificio in età avanzata riesce a promulgare il "Concilio Vaticano II"
che porterà una ventata di modernità nella Chiesa Cattolica.
Negli
anni '70 l'italiano vede gli USA andare sulla luna. La NASA, l'agenzia spaziale
americana, dopo il primo sbarco lunare del 20 luglio1969, organizza varie altre
spedizioni spaziali.
Negli
anni '70 l'italiano vede le strade piene di auto, vede le case, e soprattutto la
propria, piene di elettrodomestici e di nuovi arredamenti e crede nell'ottimismo
e nel benessere.
Negli
anni '70 l'italiano sente rumori di guerre lontane, come quella del Vietnam,
dove gli americani combattono dal 1961 e si ritireranno sconfitti solo nel 1975,
sente rumori dall'Africa dove è finita l'epoca coloniale ed è iniziata quella
delle lotte interne, spesso guerriglie o vere guerre, dovute a motivi etnici,
politici, economici. L'Africa, questo continente affamato e assetato che usa le
poche risorse disponibili per la guerra...
Negli
anni '70 l'italiano riceve dai giornali notizie dai paesi dell'EST guidati
dall'URSS che conoscono l'altra faccia del sogno comunista, cioè quella di un
regime pronto ad una dura repressione.
Negli
anni '70 comunque l'italiano si sente protetto:
- c'è
la CEE, la Comunità Economica Europea, che ci unisce a Francia, Germania e Paesi
bassi (Olanda, Belgio, Lussemburgo) e ci tutela economicamente
- c'è
la NATO (North Atlantic Treaty Organization) l'organizzazione difensiva guidata
dagli USA che ha le armi per difenderci
- c'è
l'ONU, l'Organizzazione delle Nazioni Unite, che mette al riparo le nostre
coscienze e si adopra per la fame, le malattie, i paesi poveri.
Ma
nel corso degli anni '70 l'italiano si rende conto di dover affrontare il
pericolo in casa propria:
-
prima di tutto i gruppi terroristici, soprattutto di sinistra, dalle Brigate
Rosse a Prima Linea, ecc.., ma anche di destra. Il terrorismo ha prodotto decine
di morti e una forte inquietudine nello stato democratico. Alla fine degli anni
70, dopo il rapimento e l'uccisione dell'onorevole Aldo Moro, lo stato reagì
efficacemente e con il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa sconfisse
definitivamente i terroristi.
-
molto più radicate e difficili da sconfiggere sono mafia, camorra e 'ndrangheta.
Le organizzazioni mafiose uccidono il generale Dalla Chiesa e successivamente,
nel 1992 i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, cercando di imporre
il proprio potere ai più alti vertici dello Stato.
Negli
anni 90 proseguono gli attentati mafiosi, ma la Stato riesce a reagire con
energia adeguata anche se non è mai riuscito ad estirpare le sue infinite
ramificazioni.
Gli
anni 80, 90 e 2000 sono i più recenti e, vissuti giorno per giorno, possono
sembrare relativamente immobili mentre uno sguardo d'insieme ci rivela i tanti
avvenimenti e cambiamenti di questo trentennio, di cui si può tentare un elenco
molto incompleto:
- i
computer, prima "aziendali", poi "personal", hanno invaso e trasformato il
nostro modo di vivere e di lavorare
- la
televisione si è evoluta fino al digitale terrestre e al satellitare
- il
blocco comunista si è dissolto liberando gli Stati della cosiddetta "Cortina di
ferro" e creandone di nuovi: Estonia, Bielorussia, Lettonia, Lituania, Ucraina
ecc..
- la
Jugoslavia si è dissolta dopo la morte di Tito e si sono formati, dopo lunghi
anni di guerre e genocidi, 4 stati, Slovenia, Bosnia, Croazia e
Serbia-Montenegro.
- la
Cina, da nazione isolata, povera e sovraffollata, è diventata una delle prime
potenze economico-industriali del mondo ed ha il monopolio della maggior parte
dei manufatti
-
l'India, nazione poverissima, ha trovato una grossa ripresa economica iniziata
con la capacità di sviluppo del software e proseguita in altri settori.
-
l'Europa ha trovato l'adesione di molti stato (adesso ben 27) e anche se ancora
manca l'unità politica e di governo, 11 stati hanno adottato l'unione monetaria
con l'EURO.
E
l'uomo del 2011 com'è diventato?
Sicuramente più pessimista, l'ultima crisi economica iniziata nel 2008 ha
smontato anche i più inguaribili ottimisti e ha mostrato la precarietà economica
attuale e soprattutto le difficili prospettive future dei giovani.
E'
anche molto disincantato:
- gli
interventi militari non sono quasi mai benefici e risolutivi e anche gli ultimi
in IRAQ, Afganistan, Libia sono portatori di morte e di un futuro incerto.
Infine è abituato al benessere ma, anche se con rabbia, sta mettendo in conto la
possibilità di perderlo e di dover fare più di un passo indietro....
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