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Venezuela
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Come possono povertà e crisi affliggere un paese che galleggia sul petrolio?
La scoperta di ricchi giacimenti petroliferi, avvenuta nel 1917, accelera il processo di sviluppo economico iniziatosi nel 1908. Il Venezuela conquista nell'economia mondiale il secondo posto per la produzione di petrolio e il primo per quella della nafta.
Il 17 dicembre 1935 muore il dittatore Gomez: la vita nazionale è caratterizzata da una crescente radicalizzazione della politica interna.
Verso la metà degli anni trenta, Eleazar López Contreras succedette a Gómez come presidente del Venezuela.
Contreras ristabilì alcune libertà democratiche, promulgando nel 1936 una costituzione di ispirazione liberal-moderata che però limitava in vario modo l'azione delle organizzazioni e dei partiti di sinistra.
Nel 1941 López Contreras venne sostituito dal generale Isaías Medina Angarita, che si alleò con gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, dichiarò guerra all'Asse, rese operativa un'imposta sul reddito già elaborata dal suo predecessore, rese più moderno e funzionale il Codice civile, intraprese un'intensa lotta all'analfabetismo e pose le basi per una prima, timida normativa concernente la previdenza sociale.
Tuttavia la politica riformista di Medina Angarita, forse giudicata troppo moderata, non riuscì a incontrare il favore delle masse che nel 1945 appoggiarono l'ascesa al potere del socialdemocratico Rómulo Betancourt, che cominciò un rinnovamento costituzionale promulgato nel 1947, istituendo il voto segreto a suffragio universale per l'elezione del presidente.
Nel 1948  il presidente Rómulo Gallegos, eletto democraticamente nel '47, fu esiliato da un'alleanza di conservatori ed esercito, e al suo posto il potere fu assunto da una Giunta militare che con un colpo di stato, sciolse il parlamento e instaurò una dittatura.
Negli anni cinquanta Marcos Pérez Jiménez, appartenente alla giunta militare ascesa al potere nel 1948, riunì su di sé tutti i poteri divenendo dittatore del Venezuela. Convinto che l'immigrazione europea potesse essere determinante per lo sviluppo del Paese, la favorì in ogni modo, permettendo l'ingresso di circa un milione di stranieri (tra di essi circa 300 000 italiani, che attualmente costituiscono la seconda più importante comunità straniera dopo quella spagnola).
Nel gennaio 1958 Pérez Jiménez venne deposto da una Giunta Militare capeggiata dal generale Wolfgang Larrazábal. Da tale data ebbe inizio l'attuale era democratica del Venezuela.
Il 15 maggio 1958 entra in vigore la nuova costituzione democratica.
Dopo il fallimento del piano quinquennale 1960-1965, dovuto alla depressione durata fino a tutto il 1961, la riprese della produzione petrolifera risolleva l'economia del paese.
All'inizio del 1963 il governo Betancourt viene democraticamente eletto, assume la carica dal febbraio 1959, annuncia un nuovo piano di sviluppo economico per il quadriennio 1963 - 1966.
Il 20 febbraio 1963 Betancourt ha colloqui a Washington con il presidente Kennedy circa i pericoli del "fidelismo" (da Fidel Castro) e i mezzi di difesa contro di esso. Viene stabilito un consolidamento dell'alleanza per il progresso. Gli Stati Uniti sono pronti a fornire al Venezuela ogni aiuto contro le infiltrazioni comuniste e assicurano che rimarranno i maggiori acquirenti del petrolio venezuelano.
Il 1° dicembre del 1963, nonostante la minacciosa attività dei terroristi, hanno luogo le elezioni presidenziali. A Betancourt succede il suo stretto collaboratore Raul Leoni, che accede alla carica il 13 febbraio 1964. Nel dicembre dello stesso anno, alle elezioni per il rinnovo del parlamento, i democratici ottengono un sorprendente successo a spese del partito di governo Azione democratica.
Il 4 febbraio 1967, a causa delle attività dei guerriglieri filocastristi, le garanzie costituzionali sono sospese. Vengono ripristinate il 15 novembre.
La più attiva delle formazioni extraparlamentari è il MIR (Movimento della sinistra rivoluzionaria) in aperta polemica con la politica del partito comunista venezuelano.
Il 1° dicembre 1968 il candidato del partito Cristiano Sociale - Rafael Caldera vince le elezioni presidenziali.
Con l'ingresso del presidente Leoni l'azione dei rivoluzionari era stata pressoché stroncata, invece l'avvento di Caldera e l'amnistia concessa ai detenuti politici, cui segue la riammissione del partito comunista, si cerca un accordo con i guerriglieri per riportare la pace ne paese.
Altrettanto poco ortodossa è la sua politica estera: chiede la riammissione di Cuba nell'OAS, a patto che Castro rinunci alle sue attività sovversive.
Il 20 aprile 1970 vengono ristabilite le relazioni diplomatiche con l'URSS interrotte da 18 anni.

Castro sembra aver aderito all'invito del presidente Caldera poiché il 13 gennaio 1970 il capo delle forze armate di liberazione del Venezuela lo accusa di aver abbandonato i principi dell'internazionalismo proletario cessando ogni aiuto ai movimenti rivoluzionari.
In politica interna, dalla fine di marzo 1970 il partito Cristiano Sociale e quello di Azione Democratica decidono di collaborare in parlamento su problemi specifici decisi di volta in volta di comune accordo ( la cosiddetta coincidencias). Contro queste convergenze si uniscono tre partiti della sinistra democratica e nazionalista dando vita ad una formazione chiamata Nueva Fuerza.
Caldera cerca di mandare avanti il suo programma economico-sociale.
Il piano quinquennale 1970-1974 prevede un incremento annuo del prodotto nazionale lordo del 6% (nel 1969 è stato del 3,5%), il potenziamento dell'industria di trasformazione, il miglioramento delle infrastrutture e un massiccio programma edilizio. Circa 4 milioni di abitanti vivono ancora nei tuguri.
Nell'industria manifatturiera dovrebbero crearsi 22.000 nuovi posti di lavoro.
Le elezioni generali del 9 dicembre 1973 vedono il successo di stretta misura del candidato di opposizione di Azione democratica (destra) Carlos Andrés Peres.