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Repubblica del Sudafrica

La Repubblica del Sudafrica ha un territorio in gran parte costituito da un altopiano solcato da numerose fratture e orlato verso la costa da alte scarpate, che in passato hanno reso difficile l’accesso all’interno.
La regione esterna alla grande scarpata comprende il Basso Veld del Transvaal, una regione costituita da una serie di piani ondulati, con altezza variabile fra 150 e 600 m s.l.m., separata dalla costa mozambicana dai Monti Lebombo. Più a sud, la regione costiera si restringe di molto; solamente nel nord del Natal, fra Swaziland e Mozambico, si apre un breve tratto pianeggiante.
La regione costiera atlantica è caratterizzata da dolci sistemi collinari e da alcune pianure alluvionali.
Il territorio, situato per gran parte a sud del Tropico del Capricorno e con i grandi bacini interni poco influenzati dalle masse d’aria oceaniche, a causa delle alture che formano la grande scarpata, è caratterizzato da una serie di climi che, privi degli eccessi frequenti nel continente africano, non presentano, se non nelle zone aride nord-occidentali, condizioni tali da porre problemi alle attività umane. Tuttitemi - Sudafrica
L’incostanza e scarsità delle precipitazioni nei bacini interni condiziona tutta l’idrografia del paese, che è povera e conta due soli corsi d’acqua importanti: l’Orange, che, con il suo affluente Vaal, drena tutta la regione centrale degli altopiani e si getta nell’Oceano Atlantico, segnando il confine con la Namibia, e il Limpopo, che fa da confine con Botswana e Zimbabwe, prima di entrare in Mozambico e gettarsi nell’Oceano Indiano. Gli affluenti di questi due fiumi e i corsi minori non sempre hanno acqua durante tutto l’anno, e nei periodi di aridità si perdono nei bacini interni.
La vegetazione naturale, oggi profondamente alterata per le esigenze produttive, nella regione del Capo è simile alla macchia mediterranea.
La grande varietà di habitat naturali di queste terre si riflette nella straordinaria diversità di specie che le popolano: dai grandi predatori come leoni, leopardi e ghepardi, agli erbivori come elefanti, zebre, antilopi e giraffe. Numerosa è anche la varietà di uccelli che popolano il Sudafrica come struzzi, fenicotteri, otarde di kori ecc. La colonizzazione bianca ha però ridotto notevolmente il numero dei grandi carnivori e degli erbivori che un tempo popolavano queste terre: tra gli animali in via di estinzione va ricordato il rinoceronte bianco di cui sopravvivono pochi esemplari nelle riserve. La biodiversità della flora e della fauna è fortemente minacciata dall'attività dell'uomo che provoca l'alterazione degli ecosistemi, attraverso le opere di deforestazione e di bracconaggio. Inoltre l'eccessivo sfruttamento delle ridotte aree agricole causa l'aumento dell'erosione del suolo e della desertificazione. In Sudafrica il 6,6% del territorio è protetto; vi sono 21 parchi nazionali e otto siti dichiarati patrimonio mondiale dell'umanità dall'UNESCO: iSimangaliso Wetland Park (1999), Parco nazionale uKhahlamba-Drakensberge (2000), la flora della provincia del Capo (2004) e Vredefort Dome (2005).

Popolazione - Il censimento del 1991, che si svolse in un periodo di sommosse e di particolare turbolenza sociale, impiegò fotografie aeree e rilevazioni campionarie per contare gli abitanti. In quell’anno la popolazione fu stimata in 30.967.000 ab., inclusi gli abitanti dei 4 bantustan (Transkei, Bophuthatswana, Venda e Ciskei) dichiarati indipendenti dal regime di Pretoria tra il 1976 e il 1981. Nel 1994, dopo che tutti i 10 bantustan esistenti (complessivamente 15,5 milioni di ab.) furono reincorporati nello Stato, il governo sudafricano stimò in 40.400.000 il totale della popolazione nazionale. Infine, nel 2009, la popolazione è stata valutata in circa 49 milioni di abitanti. Il tasso d’incremento annuo, che nel quinquennio 2000-05 è stato in media dell’1,2% annuo, tende a scendere al di sotto dell’1% (0,828 nel 2008), soprattutto a causa dell’emergenza legata alla diffusione dell’AIDS: secondo dati delle Nazioni Unite i malati (in massima parte neri) nel 2008 oscillavano tra il 15,5 e il 20,5% della popolazione.

Nel complesso quadro delle differenziazioni etniche e razziali la componente che mantiene il tasso di accrescimento più elevato è quella bantu (79% della popolazione totale). I bianchi rappresentano il 9,6% (erano il 21,4% nel 1911 e il 17,5% nel 1970); i coloureds (discendenti dalle unioni tra bianchi, africani e asiatici, presenti soprattutto nella regione del Capo) l’8,9%. Gli asiatici (per lo più Indiani nel Natal, discendenti dai lavoratori fatti arrivare dalle colonie asiatiche durante i primi anni dell’amministrazione britannica) il 2,5%. 
Le popolazioni bianche, che dominano nettamente la vita economica e culturale del paese e che prima della Costituzione provvisoria del 1994 controllavano completamente anche quella politica, sono in maggioranza discendenti dai Boeri, arrivati nella regione del Capo nel 17° sec. dalle Indie Olandesi prima, e poi dall’Europa, da ugonotti francesi sfuggiti alle persecuzioni religiose, da coloni tedeschi e inglesi arrivati numerosi dopo il 1820. A questi primi colonizzatori si sono aggiunti, nel 20° sec., Europei di diversa provenienza e, dopo la fine della colonizzazione in Africa, molti coloni dei territori diventati indipendenti.

Le lingue ufficiali dello Stato sono 11, in quanto dopo l’abolizione dell’apartheid all’afrikaans e all’inglese, retaggio della colonizzazione boera e di quella britannica, si sono affiancati anche i vari idiomi bantu, propri di ciascun gruppo etnico. I bianchi, nell’uso comune, si servono in maggioranza (54%) dell’afrikaans, mentre l’inglese è parlato abitualmente solo dal 34% della popolazione di origine europea; i coloured utilizzano in massima parte l’afrikaans, mentre gli Indiani sono prevalentemente di lingua inglese. 
Dal punto di vista religioso, è protestante, di varie confessioni, la maggioranza dei bianchi e dei coloured, e circa il 50% degli africani; fra questi ultimi sono ancora largamente diffusi i culti animisti tradizionali. La minoranza cattolica è valutabile attorno a 2,5 milioni di unità.

La distribuzione della popolazione (densità media 40,2 ab./km2) si presenta fortemente ineguale sul territorio, in conseguenza sia delle differenti condizioni climatiche e pedologiche, sia della concentrazione, in alcune regioni, di immense ricchezze minerarie. Anche le vicende storiche dei sec. 19° e 20°, caratterizzate da scontri e guerre feroci tra gruppi tribali, e dalla continua pressione da parte di gruppi europei, hanno contribuito a concentrare la popolazione in alcune aree: Johannesburg (3.288.000 ab. nel 2005), situata nel bacino aurifero del Witwatersrand, a circa 1700 m di altitudine, che è il massimo centro finanziario e il principale nodo di scambi e di comunicazioni; Città del Capo (3.375.000 ab.), capitale legislativa; Pretoria, capitale amministrativa e importante centro culturale (2.450.000 ab.).

Economia - Fattore fondamentale della crescita economica moderna del paese è stata la ricca dotazione di risorse del sottosuolo.
L’attività estrattiva prese avvio negli ultimi decenni dell’Ottocento, e trasse un decisivo impulso dalle esigenze produttive generate dalla Seconda guerra mondiale, che spinsero la Gran Bretagna a incentivare l’apparato industriale sudafricano. A richiamare ingenti investimenti dalla madrepatria, e successivamente dagli Stati Uniti, fu soprattutto l’ampia disponibilità di manodopera a bassissimo costo, con la conseguente segmentazione razziale del mercato del lavoro sancita dalla politica dell’apartheid. Nell’arco trentennale 1950-80 l’economia crebbe a un tasso medio del 5% annuo, trainata dall’aumento della domanda mondiale di prodotti minerari, e in particolare dell’oro.
IMa in seguito l’economia sudafricana entrò in una fase di stagnazione, causata sia dalla congiuntura mondiale (minori flussi di investimenti stranieri in seguito alle sanzioni adottate da molti partner finanziari e commerciali, contrazione dei prezzi delle materie prime), sia da fatti strutturali interni (inflazione, eccessivo peso del settore pubblico, scarsa competitività dei prodotti industriali). Dopo l’abolizione del regime segregazionista, la normalizzazione politica ha creato le premesse per una piena realizzazione delle potenzialità economiche del paese. La crescita ha ripreso vigore dal 2004, avvantaggiandosi delle condizioni di stabilità macroeconomica e delle elevate quotazioni delle materie prime minerarie. Nella composizione del prodotto interno lordo l’agricoltura ha un peso molto ridotto (9%); il settore industriale concorre con il 26% e il terziario con il 65%. Il dato medio del reddito pro capite (9700 dollari, a parità di potere d’acquisto nel 2007) mimetizza gravi, persistenti squilibri nella distribuzione della ricchezza e nell’accesso ai servizi, che penalizzano pesantemente la popolazione nera
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L’agricoltura ha a sua disposizione poco più di un decimo della superficie nazionale.
Attorno a Città del Capo i prodotti più caratteristici sono gli ortaggi, gli agrumi, la frutta e l’uva, quest’ultima con produzione sia da tavola sia, sempre più affermata a livello internazionale, da vino.
Nel settore primario ha grande importanza anche l’allevamento, in particolare quello delle pecore da lana. Gli ovini, in gran parte di razza merino, trovano nei pascoli degli altopiani interni condizioni ambientali adatte e spazi molto vasti, e forniscono ottima materia prima all’industria tessile. Minore importanza hanno i bovini. Le acque costiere dell’Oceano Atlantico, percorse dalla fredda Corrente del Benguela, costituiscono un ambiente eccezionalmente favorevole per la pesca.

Le attività minerarie concorrono a formare il 40% del valore delle esportazioni. La Repubblica S. mantiene il primo posto nella graduatoria dei produttori mondiali di oro. Per i diamanti vanno soprattutto ricordate le miniere di Kimberley, la miniera Premier presso Pretoria, dove fu rinvenuto nel 1905 il più grande diamante del mondo, il Cullinan, del peso di ca. 1000 carati, infine i giacimenti di Jagersfontein e di Koffiefontein. Diamanti alluvionali si estraggono dal letto del Vaal a W di Kimberley e presso Port Nolloth, alla foce del fiume Orange; con imbarcazioni appositamente attrezzate vengono estratti diamanti anche dal fondo del mare. All'oro e ai diamanti si deve aggiungere il platino. L'estrazione dei diamanti è in declino: alla diminuita importanza dell’oro e dei diamanti ha corrisposto un progressivo aumento dell’estrazione degli altri prodotti minerari. Tra essi hanno rilevanza uranio, platino, nichel, rame, vanadio, antimonio, fluorite, cromo, manganese; notevoli risultano anche le produzioni di minerali di ferro e di fosfati. Per quanto riguarda le fonti di energia, la Repubblica S. è priva di petrolio, ma dispone di ingenti riserve di carbone, di cui è il sesto produttore mondiale, con 245 milioni di t nel 2006.
 Importanti sono inoltre i proventi del turismo. Il Sudafrica dispone di notevoli attrazioni naturali: le coste, il paesaggio, i numerosi e importanti parchi nazionali, il ricco patrimonio faunistico e le attrezzature di buon livello hanno attratto nel 2006 oltre 7.850.000 turisti.

Storia - Gli Ottentotti (agricoltori) e i Boscimani (cacciatori e raccoglitori), indicati collettivamente con il nome di Khoi-San, sono considerati popolazioni autoctone in senso stretto; la loro cultura rimase arretrata ed essi furono travolti dall’emigrazione bantu dal Nord e, successivamente, dall’arrivo dei primi Europei sull’estrema costa meridionale. L’insediamento dei bianchi ebbe inizio dopo il 1488, anno in cui il portoghese B. Dias riuscì a raggiungere e doppiare il Capo delle Tempeste, ribattezzato Capo di Buona Speranza, e a completare la circumnavigazione dell’Africa.
Nel 1652 gli Olandesi, subentrati ai Portoghesi nel controllo della rotta verso l’Oriente, fondarono un primo stabile deposito di provviste, mutatosi verso la fine del secolo in una colonia di popolamento (600 Olandesi nel 1680). Nel 1688 giunsero 300 ugonotti fuggiti dalla Francia in seguito alla revoca dell’editto di Nantes. Dal secolo successivo, Olandesi, Francesi e altri europei di diversa provenienza, accomunati dalla fede calvinista, si andarono fondendo in una comunità dai caratteri originali, che perdeva ogni legame affettivo e pratico con l’Europa, mentre per cercare terre fertili e nuovi pascoli si espandeva verso est. In questa prima fase i Khoi-San furono decimati e in parte assimilati in posizione servile; solo sul finire del 18° sec. i coloni del Capo giunsero a contatto, lungo il confine del Fish River, con i Bantu, più numerosi e sviluppati. Ne nacquero contrasti e scontri fra le due popolazioni; ebbe così avvio la serie delle guerre cafre (Cafri erano chiamate dai Portoghesi quelle popolazioni bantu), condotte dai Boeri («contadini») con una loro propria organizzazione, mentre la Compagnia olandese ne restava estranea.Tuttitemi - Sudafrica guerre Cafre

Nel 1814 la colonia del Capo fu ceduta agli Inglesi che l’avevano già occupata dal 1795 al 1803 e poi dal 1806. Frattanto, la politica bellicosa di conquista degli Zulu ebbe ripercussioni nell’intera Africa meridionale, spingendo le popolazioni attaccate a organizzarsi in forma più salda ed efficiente per difendersi, ovvero a spostarsi, con guerre o con pacifiche migrazioni; sorsero così, fra l’altro, il regno dello Swaziland e quello dei Basuto. Nel 1835 i Boeri, per sottrarsi all’autorità britannica e per organizzarsi liberamente secondo la propria tradizione politico-religiosa, cominciarono a emigrare in massa oltre l’Orange e verso le praterie del Natal; nel 1840, vinta la resistenza degli Zulu guidati da Dingaan, il capo A. Pretorius proclamava la Repubblica boera del Natal. Il tentativo di indipendenza fu però stroncato dal governo britannico e nel 1845 il Natal fu annesso alla colonia del Capo (dal 1856 fu eretto in colonia separata); la Gran Bretagna riconobbe invece le repubbliche create dai Boeri nel Transvaal e lo Stato libero dell’Orange. Le autorità del Capo estesero nel 1871 il proprio controllo sui Griqua (il cui territorio aveva acquistato importanza per la scoperta a Kimberley, nel 1868, di giacimenti diamantiferi) e sui Basuto, ma ciò portò allo scontro con gli Zulu. Con il pretesto di difendere da questi ultimi i coloni europei, la Gran Bretagna si annetté nel 1877 la Repubblica del Transvaal. Nel 1880 i Boeri insorsero contro gli Inglesi che, sconfitti, dovettero restituire l’autonomia al Transvaal, pur mantenendo la sovranità sul territorio e il controllo delle sue relazioni estere. Il periodo di governo di C. Rhodes, primo ministro della colonia del Capo (1890-96), desideroso di unificare tutti i territori abitati da coloni europei, segnò un nuovo fallito tentativo di assorbimento del Transvaal, dove nel 1886 erano stati scoperti giacimenti auriferi. Gli Inglesi si levarono a paladini degli uitlanders, vittime della politica nazionalista e xenofoba del presidente del Transvaal P. Kruger; il nuovo contrasto portò alla sanguinosa guerra anglo-boera (1899-1902).Tuttitemi - Guera angloboera

La segregazione razziale - In seguito alla sconfitta dei Boeri il Transvaal e l’Orange divennero colonie britanniche, ma riottennero ampia autonomia nel 1906 e 1907. Una certa riconciliazione consentì la creazione dell’Unione Sudafricana (31 maggio 1910), dominio dotato di autonomia governativa, in cui il potere economico e politico risiedeva nelle mani dei circa 1.250.000 bianchi, in maggioranza afrikaner (o boeri), rappresentati dal South African Party (SAP) di L. Botha, primo ministro nel 1910-19. La popolazione africana fu gradualmente privata dei pochi diritti di cui aveva goduto; per difenderne le prerogative fu costituito nel 1912 l’African National Congress (ANC), che non poté però impedire l’anno seguente l’approvazione di una legge che vietava ai neri l’acquisto di terre al di fuori delle riserve nelle quali essi erano stati confinati. Appena migliori erano infine le condizioni riservate ai coloured e agli asiatici.

Nella Prima Tuttitemi - Guerra anglo-boeraguerra mondiale il paese si schierò con la Gran Bretagna, nonostante le simpatie per la Germania nutrite dai boeri più estremisti, e nel 1920 il governo presieduto da J.C. Smuts, succeduto a Botha nel 1919, ottenne dalla Società delle Nazioni il mandato sull’Africa del Sud-Ovest, già colonia tedesca. Alla vittoria dei nazionalisti nelle elezioni del 1924 e alla nomina di J.B.M. Hertzog a primo ministro fecero seguito l’inasprimento della legislazione razziale e l’adozione di una politica più indipendente da Londra. Nel 1933 Hertzog accolse nel suo governo Smuts e acconsentì alla fusione del National Party (NP) e del SAP nello United Party (UP, 1934), abbandonando il suo orientamento decisamente anti-inglese in cambio di un irrigidimento della legislazione razziale; il compromesso resse sino allo scoppio della Seconda guerra mondiale, quando Hertzog si dimise perché contrario all’entrata in guerra contro la Germania e la guida dell’esecutivo fu nuovamente assunta da Smuts (1939).
In questo periodo il paese conobbe un notevole sviluppo industriale e massicci fenomeni di inurbamento.
Nelle elezioni del 1948 il National Party conquistò la maggioranza assoluta dei seggi; il governo nazionalista, presieduto da D.F. Malan (1948-54), applicò una politica di rigida segregazione dei diversi gruppi etnici (➔ apartheid); ogni opposizione fu stroncata e il South African Communist Party (SACP) fu messo al bando. Il National Party si impose in tutte le successive elezioni sino al 1981, accentuando progressivamente la politica di segregazione. Nel 1959 fu avviata la costituzione di regioni separate, popolate da singole etnie africane, dotate di autogoverno e destinate a divenire indipendenti; nel 1960 furono banditi i partiti antirazzisti, che intrapresero allora la strada dell’opposizione armata al regime segregazionista. Ripetutamente condannato a livello internazionale, il paese uscì dal Commonwealth, proclamando la Repubblica (31 maggio 1961).Tuttitemi - Mandela

Fine dell’apartheid e governo dell’ANC - Negli anni 1970, caratterizzati dalla decolonizzazione pressoché totale dell’Africa, la Repubblica del Sudafrica rispose al suo isolamento internazionale appoggiando i movimenti armati conservatori e antimarxisti nei paesi limitrofi, mentre l’ONU imponeva sanzioni anche commerciali. Sul piano interno, gli anni 1970 fecero segnare un aumento della conflittualità sociale e razziale, cui il governo reagì rafforzando l’apparato militare e poliziesco e stringendo i tempi nel concedere l’indipendenza, mai riconosciuta a livello internazionale, a quattro bantustan (Transkei, 1976; Bophuthatswana, 1977; Venda, 1979; Ciskei, 1981). Nel 1984 entrò in vigore la nuova Costituzione, caratterizzata dalla presenza in Parlamento di tre camere, ognuna eletta da un corrispondente gruppo: i bianchi, gli asiatici e i coloureds, mentre i neri erano ancora lasciati fuori e alla loro protesta il governo rispondeva con la repressione armata (1984-85), che causò migliaia di morti. La comunità internazionale reagì con nuove sanzioni economiche, a cui seguirono la rinuncia ufficiale della Repubblica del Sudafrica ad appoggiare le guerriglie in Angola e Mozambico (1988) e il riconoscimento dell’indipendenza della Namibia (1990). Nel 1989 P.W. Botha, presidente dal 1984, si dimise e fu sostituito da F. De Klerk, che promosse negoziati con i neri (1990-91) per eliminare progressivamente l’apartheid, legalizzò l’ANC e scarcerò anche il suo leader N. Mandela.

Nel 1991, a seguito delle trattative tra bianchi e neri (all’ANC erano alleati il Partito comunista e le maggiori organizzazioni sindacali del paese) e delle contestazioni dei nazionalisti tanto boeri quanto zulu, furono abolite le leggi più vessatorie e nel 1994, contestualmente al ritiro delle sanzioni internazionali e al varo della Costituzione provvisoria, si tennero le prime elezioni libere, vinte dall’ANC. Ne seguì un governo di unità nazionale, presieduto da Mandela (in qualità anche di presidente della Repubblica) e con De Klerk alla vicepresidenza, che riportò il paese nella comunità internazionale, cercando di risolvere i problemi socioeconomici ereditati dal passato. La figura di Mandela, già carismatica nel lunghissimo periodo di detenzione, diventò quella di un padre della patria, equilibrato e al di sopra delle parti, che coniugava aspetti di continuità della tradizione africana con quelli di modernità di un capo di Stato democratico. Un ruolo estremamente importante assunse nella fase di transizione la Commissione per la verità e la riconciliazione (1995-98): voluta da Mandela e presieduta dal vescovo anglicano D. Tutu, premio Nobel per la pace nel 1984, essa aveva il compito di stilare un elenco di coloro che, su ambedue i fronti, avevano subito violenze durante il regime di apartheid, individuare i colpevoli dei crimini, amnistiarli nel caso in cui avessero reso piena confessione e dimostrato che il reato era stato commesso per motivi politici e non personali. La nuova Costituzione, che sottolineava la difesa delle garanzie individuali e prevedeva, all’interno di una visione centralistica dello Stato, il riconoscimento di una limitata forma di autonomia alle province, fu promulgata nel 1996. In una situazione di relativa stabilità politica, ma di sofferto equilibrio complessivo, la decisione di Mandela di non ricandidarsi alla presidenza della Repubblica, pur suscitando preoccupazioni, confermò lo sforzo della Repubblica S. di superare una visione personalistica del potere e di continuare nel processo di democratizzazione.

Nel 1999 a Mandela succedette T. Mbeki, già vicepresidente e riconfermato presidente nel 2004; leader pragmatico, apprezzato nel mondo degli affari, convinto sostenitore della necessità di un ‘rinascimento africano’, Mbeki cercò di garantire continuità sia sul piano interno sia su quello internazionale, ma incontrò notevoli difficoltà, non potendo contare sul carisma e sull’indiscussa popolarità di Mandela. Sfiduciato dall’ANC, Mbeki si dimise dalla carica nel settembre 2008; dopo la breve presidenza di K. Motlanthe, nel 2009 fu nominato presidente J. Zuma, con Motlanthe vicepresidente. Nel dicembre 2012 Zuma è stato rieletto a larga maggioranza alla guida dell’ANC per i successivi cinque anni, mentre nel ruolo di vicepresidente è stato designato l'ex sindacalista C. Ramaphosa. Nel dicembre del 2013 moriva, dopo una lunga malattia, Nelson Mandela.

Alle elezioni generali – le prime dopo la scomparsa di Mandela –Tuttitemi - Sudafrica Johannesburg tenutesi nel maggio 2014 con una massiccia affluenza alle urne (72%) l’ANC ha ottenuto la maggioranza assoluta (62,1%), ciò che ha consentito al presidente uscente Zum di ottenere un secondo mandato, mentre la Democratic Alliance, seconda forza politica del Paese e primo partito d’opposizione, ha ricevuto il 22,2% dei consensi e all’Economic Freedom Fighters è andato il 6,3% dei voti. I casi di corruzione all’interno delll’ANC hanno comunque alimentato la sfiducia degli elettori, e controversa è apparsa la stessa figura di Zuma, indagato per diversi casi di corruzione, stupro, frode e riciclaggio di denaro; alle amministrative del 2016, anche in ragione dell'aggravarsi della crisi economica che da anni affligge il Paese, l’ANC ha ottenuto i risultati peggiori di sempre, e nei mesi successivi numerose manifestazioni di piazza hanno chiesto le dimissioni del capo di Stato, che nonostante le mozioni di sfiducia (nove dalla sua elezione) è riuscito a permanere nella carica. Nel dicembre 2017 Ramaphosa è subentrato a Zuma nella carica di leader dell'ANC, e dal febbraio 2018, a seguito delle dimissioni a cui l'ANC ha costretto il capo di Stato, in quella presidenziale. Alle elezioni politiche svoltesi nel maggio 2019 l'ANC di Ramaphosa si è confermato vincitore, ottenendo però solo il 57% delle preferenze - il risultato più deludente dalla fine dell'apartheid - e con un'affluenza alle urne in netta flessione (65% degli aventi diritto, contro il 73,5% del 2014).
Agli inizi del XXI secolo il Sudafrica è il Paese più avanzato del continente, ha consolidato il suo ruolo di potenza regionale e di economia trainante. Il grande problema interno è costituito però dal dilagare dell'AIDS e dalla forte disoccupazione, che riguarda circa un quarto della popolazione. Sono stati svolti grandi lavori infrastrutturali in occasione dei campionati mondiali di calcio del 2010.
Dopo l'abbattimento delle barriere razziali si è resa necessaria una riorganizzazione globale del sistema scolastico. Dal 1991 è stato permesso a tutti i bambini di usufruire, indipendentemente dalla razza, delle scuole statali e nel 1996 è stato varato un piano decennale che sanciva l'obbligo scolastico dai 6 ai 16 anni di età. L'istruzione nel Paese è completamente gratuita. In base a recenti stime (2007) la percentuale di analfabeti è del 12%. Nel Paese sono presenti numerose università, tra le più importanti citiamo: Cape Town (1929), Rhodes (1904), Natal (1910), Witwatersrand (1922), Orange Free State (1855), South Africa (1873), Pretoria (1908), Fort Hare (1916), Stellenbosch (1918), Western Cape (1960), Zululand (1960), Durban-Westville (1960), Port Elizabeth (1964).