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Se la
felicità si misura con il sesso, allora gli attori porno sono i più felici del
mondo...
Moana
Pozzi è stata delle più famose pornostar italiane di tutti i tempi, seconda per
fama solo a Cicciolina - Ilona Staller, e a cavallo fra gli Anni Ottanta e
Novanta, divenne personaggio glamour e di
tendenza.
Misteriosa e carnale fin dal nome (Moana è il nome di un'isola delle Hawaii ed
in dialetto polinesiano significa il posto dove il mare è più profondo).
Nacque il 27 aprile 1961, primogenita di Alfredo Pozzi, ricercatore nucleare, e
di una casalinga, Giovannina Alloisio, originaria di Lerma in provincia di
Alessandria, la famiglia genovese è cattolicissima e lei fu istruita in un
istituto religioso gestito da suore.
A
tredici anni Moana, a causa del lavoro del padre, si trasferì insieme ai
familiari prima in Brasile, poi in Canada, e infine a Lione. Da qui, nel 1979,
lasciò la famiglia (che comunque poco dopo la sua partenza si trasferì di nuovo
a Genova) e andò a stare per conto suo a Roma, cominciando a lavorare
saltuariamente come modella e come comparsa in numerosi film.
Iniziò la sua carriera cinematografica nel 1980 con piccole parti in commedie.
Partecipa a Miss Italia, ma trova l'esperienza noiosa e inutile e così decide di
posare nuda per pittori e fotografi. Nel 1981 le fu affidata
la conduzione di un programma mattutino per bambini su Rai 2, Tip Tap Club.
Il
suo primo contatto con il cinema avviene lo stesso anno, in un caldo pomeriggio.
Moana passeggia con un amico in una spiaggia del Lago di Bracciano, proprio nel
momento in cui Renato Pozzetto (con il quale avrà poi un flirt) ed Edwige Fenech
stanno girando un film. Notata da un produttore, viene invitata a Cinecittà per
un provino, di lì a poco il suo esordio davanti alla cinepresa. Ferdinando Baldi
le offre una comparsata nella commedia scollacciata "La compagna di viaggio"
(1981) con Anna Maria Rizzoli, dove interpreta una ragazza che fa il bagno a
seno nudo.
A quello seguirà il suo primo film porno: Erotic Flash di Roberto Bianchi
Montero. L'esperienza la diverte, così continua a seguire quella strada spinta
dal desiderio di fare qualcosa di poco tradizionale e scioccante. Ma quando i
genitori apprenderanno di questo film, romperanno ogni rapporto con lei per
oltre un anno. Fortunatamente, il rapporto si ricompone e l'attrice avrà il loro
sostegno morale ed economico, nonostante la sospingano verso una carriera di
attrice più socialmente e rettamente accettabile, tanto è vero che la
convinceranno ad iscriversi alla scuola di recitazione "Alessandro Fersen", dove
conoscerà l'attore Massimo Ciavarro con il quale avrà una breve storia.
Proseguì comunque la strada del porno, accreditata con pseudonimi sempre diversi
(Linda Heveret, in Valentina, ragazza in calore, il suo primo film pornografico,
e Margaux Jobert, in Erotic Flash) per non farsi riconoscere. Quando venne
ugualmente scoperta fu cacciata dal Tip Tap Club. A ogni modo, come ammise lei
stessa, dalla vicenda ricavò una certa pubblicità.
Risale al 1986 la sua prima pellicola a luci rosse del "circuito di serie A",
accreditata col suo nome fin dal titolo, Fantastica Moana, per la regia di
Riccardo Schicchi. Entrata nell'entourage dell'agenzia Diva Futura di Schicchi,
nello stesso anno partecipò allo spettacolo dal vivo Curve deliziose che la
lanciò definitivamente nel mondo del porno e le diede anche una notevole
pubblicità sulla stampa per via dello scandalo con risvolti giudiziari che ne
nacque.
Intanto il suo nome comincia ad echeggiare oltre
gli ambienti hard, Moana ha un dinamismo ed uno charme difficile da contenere e
sfrutta queste doti per affrontare serenamente le numerose apparizioni
televisive in cui è invitata. Nel 1981 continua la carriera cinematografica
diretta da Luciano Salce, Carlo Verdone, Nando Cicero, Carlo Vanzina, Enzo G.
Castellari, Sergio Corbucci, e addirittura il maestro Dino Risi che nel 1984 la
inserisce nel film per la tv "E la vita continua" e nel film "Il re e il
monsignore" (1984).
Sul set de I Pompieri (1985) di Neri Parenti, Moana incontrerà una sua fiamma,
l'attore Andrea Roncato, ma la lista di amanti si infoltisce con: Renzo Arbore,
Luciano De Crescenzo, Harvey Keitel, Enrico Montesano, Francesco Nuti, Massimo
Troisi, Falcao, Nicola Pietrangeli e Marco Tardelli, nonché qualche politico che
la aiuterà nella sua carriera.
Nel 1986, recita addirittura in un film del grande Federico Fellini, "Ginger e
Fred", ed è proprio quello l'anno della sua esplosione come pornodiva. Dopo aver
assunto come manager Riccardo Schicchi, viene inserita in un live-show erotico
dal titolo "Sesso Telecomandato", dove Moana aveva un piccolo siparietto dal
titolo "Curve Deliziose".
Con Schicchi regista girerà film che "penetreranno" la distribuzione ed il
circuito home video: "Banane al cioccolato" (1986), "Moana la scandalosa"
(1987), "Moana, la bella di giorno" (1987) e "Fantastica Moana" (1987), poi sarà
diretta da Mario Bianchi, Jim Reynolds, Henri Pachard e addirittura dalla stessa
attrice porno Ilona Staller nella pellicola "Diva futura" (1989).
Nel frattempo continua la sua carriera televisiva e nel 1987 insieme a Fabio
Fazio conduce "Jeans 2" su Raitre, un programma pomeridiano per ragazzi, ma la
Federcasalinghe, assieme ad altre associazioni para-religiose come Ordine Nuovo,
si mettono sul piede di guerra e costringono Moana a lasciare il programma. Ma
dopo alcuni mesi torna sul piccolo schermo, diretta da Antonio Ricci in "Matrjoska"
su Italia 1. Dopo una puntata in cui compare integralmente nuda, riaffiorano le
polemiche e la trasmissione viene sospesa. Ricci, a quel punto, cambia il nome
di programma in "L'Araba Fenice" e riesce ad avere Moana come valletta nuda.
Cerca di lasciare una traccia di sé in ogni campo: nella musica, quando nel 1989
canta il singolo "Supermacho"; nella scrittura facendo pubblicare nel 1991 il
libro "La Filosofia di Moana" - una sorta di dizionario in cui la pornodiva
racconta la sua vita - che diventa uno dei libri più scandalistici e venduti
dell'Italia del primi anni Novanta.
Ma quello stesso anno, compie qualcosa che nessuno si aspettava: si sposa a Las
Vegas con il suo ex autista, Antonio Di Ciesco. Poi in collaborazione con Mario
Verger realizza un film d'animazione dal titolo "Moanaland" che insieme ad "I
Remember Moana", sono un cult per gli ammiratori della pornodiva.
L'anno dopo si avventura nella politica, presentandosi alle elezioni con il
Partito dell'Amore, ma non entra in parlamento, anche se la sua celebrità va alle
stelle, tanto che nel 1993 lo stilista Karl Lagerfeld la fa sfilare a Milano e
l'imitatrice ed attrice Sabina Guzzanti ne fa un'imitazione gustosa nel
programma satirico "Avanzi" e la stessa Moana le rifarà il verso nella
pellicola "Amami" del 1993.
Nel 1994, dopo mesi di assoluto silenzio, il 17 settembre in Italia arriva la
notizia sconvolgente. Moana è morta il 15 in una clinica di Lione per un tumore
al fegato, che l'ha consumata in meno di un mese. I funerali si svolgono in
forma riservatissima e ciò fa scaturire le ipotesi più svariate e fantastiche:
come quella secondo cui Moana sarebbe ancora viva e vivrebbe in India.
Inizia una battaglia legale fra i genitori dell'attrice ed il vedovo per il suo
patrimonio milionario, mentre con gli anni, Moana Pozzi, viene quasi santificata
a mito, posizione sancita dal film Guardami (1999) di Davide Ferrario, con
Elisabetta Cavallotti.
Nel 2004, 10º anniversario della sua morte, nuove voci sulla sua improvvisa
scomparsa sono affiorate. La Procura della Repubblica di Roma aprì un'indagine
per stabilire se Moana fosse in vita o effettivamente deceduta. Il 18 settembre
2005, invitato in un programma di Enrico Vaime, Mauro Biuzzi (già esecutore
testamentario di Moana), per smentire queste voci mostrò per la prima volta il
certificato anagrafico italiano, che riporta come data della morte di Moana il
15 settembre 1994.
Nel dicembre 2005, nel corso del programma di
RaiTre Chi l'ha visto? fu mostrato per la prima volta il certificato di morte
dell'ospedale di Lione. La famiglia ha confermato le circostanze della morte di
Moana in diverse interviste ed è stata mostrata anche una lapide senza nome
nella tomba di famiglia dei "Pozzi" a Lerma, provincia di Alessandria, in
Piemonte.
Nel febbraio del 2006 Moana fa ancora parlare di sé: alla trasmissione tv "Chi
l'ha visto" di Raitre, Simone Pozzi, ritenuto da sempre fratello minore di Moana
assieme a Baby Pozzi (che ha seguito le orme della sorella maggiore) afferma di
esserne in realtà il figlio e pubblica la sua storia nel libro "Moana, tutta la
verità". La Pozzi, con la complicità dei suoi genitori, avrebbe infatti nascosto
la sua vera identità al figlio, nato da una relazione nei primi anni Ottanta, al
fine di non turbarne l'esistenza.
Ad aprile 2007 è stata pubblicata sul quotidiano
Il Messaggero un'intervista al marito dell'attrice, Antonio Di Cesco, che ha
rivelato di aver aiutato Moana a morire, praticandole l'eutanasia. Rifiutando
l'idea di una lunga agonia, Moana aveva preso accordi col marito e nel settembre
1994, quando ormai non c'era più nulla da fare, questi fece entrare delle
bollicine d'aria nel tubo della flebo. A metà mese la Procura della Repubblica
di Roma, su istanza del produttore Riccardo Schicchi, aprì un'inchiesta
iscrivendo Di Cesco nel registro degli indagati. Mauro Biuzzi ha smentito il Di
Cesco.
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