Nell’immediato dopoguerra la Gran Bretagna,
portata da Churchill alla vittoria, deve fare i conti con la contrapposizione
tra Stati Uniti e Unione Sovietica.
Stretta
tra i due giganti la Gran Bretagna scomparve progressivamente dal teatro delle
grandi potenze trovandosi a far parte dei second rank powers.
Questa situazione inglese ereditata dal governo
laburista presieduto da Clement Attlee (1945-51) aveva iniziato ad
evidenziarsi già durante la seconda guerra mondiale quando, progressivamente,
gli USA assunsero una maggior influenza sul controllo delle forze alleate.
La Gran Bretagna si adeguò a questa situazione
nell’ambito del concretizzarsi della minaccia sovietica sviluppando una politica
estera dipendente dalle scelte e dalla potenza statunitensi. Se fino al 1946,
Stati Uniti e Gran Bretagna avevano collaborato nella programmazione nucleare,
successivamente la Gran Bretagna non si arrese alla sua inferiorità e cercò di
reagire al realizzarsi di una progressiva subordinazione.
Purtroppo la situazione economica non era in
grado di sostenere le ambizioni militari, infatti a partire dal 1945 il governo
Attlee deve attuare un robusto intervento dello Stato in economia con la
nazionalizzazione della banca commerciale inglese e nel 1947 dell’aviazione
civile e delle miniere di carbone, dell’energia elettrica e dell’industria
siderurgica.
Successivamente la Gran Bretagna dovette
affrontare vari altri problemi politico-economici tra cui la paura
dell’espansione sovietica in Europa, la guerra civile in Grecia, ribellioni in
Palestina, il ritiro dall’India e i costi economici della sua zona di
occupazione in Germania.
A partire dal 1947 i problemi economici inglesi
sembravano irrecuperabili, tanto che l’assunzione principale del 1945, ovvero la
cooperazione tra le tre grandi potenze, Gran Bretagna, Stati Uniti e Unione
Sovietica, si stava dissolvendo. Non avendo, infatti, nessuna risorsa economica
disponibile a scopi politici, la Gran Bretagna non poteva più giocare un ruolo
attivo.
Dal punto di vista economico, la Gran
Bretagna soffrì notevolmente per l’interruzione dei prestiti americani,
interruzione dovuta alla necessità degli Stati Uniti di accelerare la
riconversione industriale e all’intenzione di lasciare che le altre nazioni
elaborassero una loro via per la ripresa economica.
Conseguenza di ciò fu la decisione del governo
inglese nel febbraio del 1947 di ritirare le sue truppe dalla Grecia e dalla
Turchia. Alla protezione britannica si sostituì quella statunitense, voluta da
Truman per evitare che Turchia e Grecia divenissero territori privilegiati
dell’espansione sovietica.
Ancora il governo Attlee si attiva nel 1946 per
la ripresa dell’economia con la creazione delle assicurazioni sociali cui
seguirà nel 1948 la nuova assicurazione sociale obbligatoria che comporta
la creazione del servizio sanitario, l’assistenza alle famiglie e all’infanzia,
le pensioni ecc…
Questi interventi politici portarono un primo
aumento dei redditi e un miglioramento del tenore di vita. Successivamente a
questo nuovo sviluppo venne approvato anche un nuovo piano americano di aiuti
economico-finanziari, lo European Recovery Program, divenuto noto come piano
Marshall.
Importante fu anche la creazione nel 1949 della
Nato (North Atlantic Treaty Organization) per la collaborazione nella difesa a
tutela da un’eventuale minaccia sovietica.
In campo atomico, a partire dal 1941 Gran
Bretagna e Stati Uniti avevano collaborato nello sviluppo della bomba nel
Manhattan Project. Inizialmente le ricerche inglesi in campo atomico erano di
importanza fondamentale ma, successivamente, gli Stati Uniti divennero il
partner predominante.
Nonostante l’inversione nella bilancia dei
poteri, Churchill riuscì ad assicurarsi, attraverso accordi con il presidente
americano Roosevelt, la necessità di approvazione inglese in caso di utilizzo
della bomba atomica. Successivamente gli Stati Uniti cambiarono politica
decidendo che il monopolio americano delle armi atomiche avrebbe dovuto essere
preservato il più a lungo possibile.
Questo si scontrava con la politica del nuovo
primo ministro inglese, Attlee, e della maggior parte dei suoi collaboratori che
auspicavano una condivisione da parte americana delle conoscenze scientifiche e
tecnologiche in campo atomico non solo con il Regno Unito ma anche con l’Unione
Sovietica.
La manifestazione di questo cambio di politica
americano fu l’approvazione da parte del presidente Truman, dell’Atomic Energy
Act. Divenuto noto come McMahon Act e approvato nell’agosto 1946, questo
provvedimento proibiva la diffusione e la condivisione di qualsiasi tipo di
informazione riguardante la tecnologia nucleare non solo con l’Unione Sovietica
ma anche con le potenze amiche.
Dopo l’adozione americana del McMahon Act l’obiettivo principale del governo
inglese divenne quello di ristabilire, nell’ambito della programmazione
nucleare, una relazione più ravvicinata con gli Stati Uniti: infatti la Gran
Bretagna si dimostrò capace di produrre armi nucleari e, successivamente, anche
termonucleari, ma i costi delle armi stesse e del loro lancio erano
proibitivi.
Questo fattore unito alla paura di possibili attacchi sovietici portò alla
decisione del 1948 del governo inglese di accettare la presenza di basi aeree
americane sul suo territorio nazionale.
La Gran Bretagna, nonostante i costi, proseguì
negli sforzi per dotarsi di armi nucleari e una forza di bombardieri atomici ad
ampio raggio fu pronta verso la metà degli anni ’50. Fino a questa data,
l’unico deterrente verso l’Unione Sovietica fu la presenza
americana sul suolo britannico.
A seguito delle mutate condizioni
economiche e politiche a partire dal 1947 anche per le colonie inglesi inizia
una decisiva trasformazione: l’India, le colonie nell’Asia Sud Orientale e
quelle in Africa diventano stati sovrani e vengono associati al
Commonwealt. Inoltre le truppe britanniche abbandonano il medio oriente.
Ancora la
situazione economica inglese alla fine della seconda guerra mondiale non
permette al governo di Londra di giocare un ruolo di guida in Europa: nel 1949
sarà necessaria la svalutazione della sterlina la cui parità scende da 4 a 2,8
dollari. Nello stesso anno l’Irlanda si stacca dal Regno Unito e diventa
repubblica dell’EIRE. Il ruolo di potenza-guida venne assunto dagli Stati Uniti
e, almeno in parte dalla Nato. L’importanza della Gran Bretagna resta
fondamentale verso l’Unione Sovietica per la sua posizione geografica.
Inoltre per Washington rimane il maggior alleato Europeo. Proprio per la stretta
alleanza con gli USA nel 1950 la Gran Bretagna decide la partecipazione,
nell’ambito ONU, alla guerra di Corea.
Ma la situazione
economica rimane critica determinando: una scarsa partecipazione alle vicende
europee e una rigida politica di austerity caratterizzata da drastiche misure
per la ripresa che comportarono razionamenti alimentari, restrizione delle
importazioni, ulteriore ricorso ai prestiti americani per aumentare
l’esportazione delle industrie siderurgica, aeronautica, automobilistica. Nel
1951 L’industria siderurgica è nuovamente privatizzata
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