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USA - mass shootings e grilletto facile

 

Alcune cose che non tutti sanno sulle armi da fuoco negli Stati Uniti:

Quante armi circolano negli Usa? È facile comprarne una? Quante stragi vengono commesse ogni anno, e quale impatto hanno sull'opinione pubblica?

Da chi è composta e quanto spende la lobby delle armi?

La strage al Route 91 Harvest Festival di Las Vegas del 02 ottobre 2017 - con 59 persone uccise e 527 rimaste ferite in quella che è stata definita la peggiore sparatoria di massa nella storia americana recente - riacce il dibattito sull'accesso alle armi da fuoco negli USA.

Il Presidente Donald Trump ha taciuto sulla questione, mentre i titoli dei grandi produttori di armi sono schizzati in Borsa, in previsione di un boom di vendite (come era già accaduto in seguito ai massacri di Orlando e San Bernardino).
Ogni volta che si verifica un simile episodio di violenza, le lobby delle armi si difendono affermando che sarebbe sconveniente affrontare il tema all'indomani di un fatto così doloroso. Allo stesso tempo, queste stragi non sembrano scuotere quanti rivendicano il diritto di possedere un'arma per difendersi anzi, il consenso attorno al possesso d'armi sarebbe salito negli ultimi 20 anni, da quando le sparatorie di massa hanno iniziato a fare più notizia.

Il rapporto tra gli statunitensi e le armi è più complesso di quanto si creda, infatti:
Negli Stati Uniti  ci sono più armi che persone.

  • Un report del Congressional Research Service afferma che negli Usa circolerebbero 357 milioni di armi da fuoco contro una popolazione di soli 318,9 milioni di persone. Secondo il report, il 20% dei possessori possiede il 65% delle armi. Gli USA ospitano il 4,4% della popolazione terrestre, ma il 42% dei civili armati del mondo.

    Gli americani e le armi: un rapporto controverso. Per fortuna ce ne sono meno che in passato.

  • Secondo il General Social Survey, uno dei principali sondaggi degli Stati Uniti, nel 2014 il 31% degli americani aveva un'arma da fuoco. Una buona notizia per chi è contrario alla diffusione di armi: la cifra è 17 punti percentuali al di sotto del picco raggiunto nel triennio 1977-1980, quando il 48% degli americani possedeva almeno un'arma.

    Negli USA si verifica in media più di una sparatoria di massa al giorno.

  • Aspettare un giorno libero da stragi di armi da fuoco per discutere del possesso di pistole e fucili potrebbe voler dire dover attendere a lungo. Nel 2015, su 336 giorni analizzati, si sono registrate 355 sparatorie di massa (cioè con un numero di vittime pari o superiore a 4).

    Secondo emendamento.

    Ogni qualvolta un politico o un'associazione propongono una legislazione più restrittiva sul possesso di armi da fuoco, politici e le lobby pro armi, come la potente National Rifle Association(Nra), si appellano al Secondo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, che dice: Essendo necessaria alla sicurezza di uno Stato libero una ben organizzata milizia, il diritto dei cittadini di detenere e portare armi non potrà essere infranto. I suoi critici, tuttavia, fanno notare che si tratta di un articolo adottato il 15 dicembre 1791, in tempi decisamente differenti, con armi molto diverse: allora, moschetti che sparavano al massimo 2 o 3 colpi al minuto; oggi armi automatiche che arrivano a sparare anche 100 colpi al minuto.

    Quanto sono violenti gli USA rispetto agli altri paesi?

    Gli USA detengono il triste record di maggior numero di omicidi per armi da fuoco di qualunque altro Paese occidentale (6 volte più del Canada, 16 volte più della Germania). Una magra consolazione: negli ultimi 40 anni, la situazione è decisamente migliorata.

    Quanto sono violenti gli Usa rispetto agli altri?
    Armi facili. In buona parte degli Stati americani chiunque abbia più di 21 anni può acquistare una pistola, mentre i maggiori di 18 anni possono acquistare un fucile o un fucile a canna liscia. Basta presentare un documento di identità: il venditore si limita a registrare i dati e associarli all’arma (ma nelle vendite tra privati la legge è meno restrittiva). Dal 1968, i colpevoli di reati, immigrati clandestini, le persone soggette a ordinanze restrittive, chi fa uso di stupefacenti o particolari farmaci e gli stranieri non possono acquistare o possedere armi.      

    Gli Stati con più armi da fuoco sono anche quelli con il maggior numero di omicidi violenti e di suicidi (non vale solo per gli USA, ma per tutti i Paesi industrializzati). Altri fattori come una più alta densità abitativa, più stress o un maggior numero di immigrati non sono correlati a un aumento di morti per armi da fuoco. Gli Stati con la maggiore circolazione di armi sono anche quelli con il maggior numero di uccisioni per arma da fuoco attribuite alla polizia. Dal 9 agosto 2014 (quando fu ucciso il giovane Michael Brown a Ferguson, nel Missouri) ad oggi, queste morti sono state almeno 2.902.

         Stragi.

    Secondo il Gun Violence Archive - negli Usa al 4 agosto 2019 ci sono già state 251 sparatorie, che hanno causato la morte di 281 persone e il ferimento di altre 1.032. Cifre che spiegano come le sparatorie siano un fenomeno quotidiano dato che da gennaio ad agosto, in media, ce n'è stata una al giorno. Sondaggi. Secondo la società di sondaggi Gallup, il 47% degli statunitensi dice di volere leggi più severe sulla vendita di armi da fuoco. Il 38% per cento degli americani vogliono che le leggi rimangano così come sono, e il 14% dichiara di dovrebbero essere resi persino meno rigide. Nel 2012, dopo la sparatoria scuola a Newtown (Connecticut), la percentuale di chi voleva un inasprimento delle norme sulla vendita e detenzione di armi era del 58%.

    Alaska

    Lo stato dove le armi sono più diffuse è l'Alaska (più del 60% degli abitanti ne possiede almeno una). Ma i più armati sono gli Stati del sud. L'acquirente tipo di un'arma da fuoco è bianco, maschio e interessato a armi da caccia.

    Lobby.

    I possessori di armi sono rappresentati da lobby potenti come NRA (la National Rifle Association, che ha appoggiato la corsa di Donald Trump alla Casa Bianca), Safari Club International, Gun Owners of America and the National Association for Gun Rights, che ricevono soldi dall'industria delle armi. Ma quanto spende la lobby delle armi? Secondo alcune fonti, solo nel 2014 per influenzare le decisioni del congresso i 52 lobbisti, che rappresentano 10 clienti, avrebbero speso oltre 12 milioni di dollari.

    Miti. Tra i principali produttori di armi da fuoco c'è la Smith and Wesson, una delle più famose e antiche aziende americane: fondata nel 1852, attivissima durante la guerra civile, ha prodotto la famigerata 44 magnum protagonista di un film con Clint Eastwood (Una 44 magnum per l'ispettore Callaghan).  

    I pistoleri Usa, assassini che nessuno vuole davvero fermare.

    Nell’America che festeggia la Fiera della pistola. Come al luna park
    Una strage infinita: 251 sparatorie di massa e 132 morti soltanto nel 2019. Vite sprecate in un paese dove l'uso e il commercio delle armi sono fuori controllo.


    Uso delle armi in America.

    Nel pozzo nero delle stragi dei pistoleri americani si trova di tutto. Vite sprecate, tante, tantissime, per i motivi più assurdi e scontati nella nota banalità del male: odio razziale, psicopatia, rabbia personale, emulazione, estremismo politico e religioso. I killer si ispirano a vicenda, contagiano le modalità delle loro stragi e, cosa assurda per un paese dove se evadi le tasse finisci in carcere e qualcuno butta la chiave, e dove dunque la certezza della pena è garantita, le autorità politiche, amministrative e giudiziarie sono impotenti. Paralizzate.

    Le stragi a ciclo continuo firmate dai pistoleri americani, nei bar, nei centri commerciali, nelle scuole, in tutti i luoghi dove esiste una comunità che andrebbe protetta e rispettata, hanno creato non più una striscia di sangue. Ma un oceano di cadaveri. Soltanto nel 2019, fino agli inizi di agosto, le sparatorie di massa sono state 251, delle quali 32 con almeno 3 morti per un totale di 136 morti. Si spara e si uccide in un centro commerciale del Texas (20 morti e 26 feriti), per mano di Patrick Crusius, un criminale di 21 anni, e dopo 13 ore tocca a un bar dell’Ohio, dove il 24enne Connor Betts fa fuori 9 persone e ne ferisce una trentina.
    Una strage tira l’altra, con record di vittime da genocidio, anche in luoghi civilissimi, come Las Vegas, dove in appena quindici minuti Stephen Paddock ha fatto una strage di giovani che stavano seguendo un concerto di musica country.

    Già, Las Vegas, dove gli americani hanno la spudoratezza, con questo scenario di stragi, di continuare a celebrare la Fiera della pistola. Come se fare stragi, uccidere, sprecare centinaia e migliaia di vite umane fosse un gioco da luna park.
    Vogliamo imitare gli americani?

    In pochi mesi, 7.872 morti per uso di armi da fuoco

    Uso delle armi negli Stati Uniti
    Gli Stati Uniti restano un paese modello nel mondo, non solo occidentale, per la capacità di integrare popoli, razze, religioni, etnie. Altrimenti non sarebbe possibile la convivenza di una gigantesca comunità, i cittadini americani, di 320 milioni di uomini e donne, dei quali circa il 13 per cento sono afroamericani.

    Ma il vero nervo scoperto del Paese dove la democrazia è comunque solida nel suo meccanismo di pesi e contrappesi, è la vendita sproposita e l’uso privato delle armi. In pratica 300 milioni di pistole, fucili e mitra. Per fare che cosa? Per difendersi, certo, ma anche per lasciarsi andare a un gesto di follia, a una vendetta, a un rancore da folli. E per alimentare qualsiasi forma di odio, compreso quello razziale che cova sempre sotto la cenere.

    ARMI IN AMERICA
    La vendita delle armi, a questi livelli, ha portato alla trasformazione di una nazione esemplare per la sua civiltà in un Paese di pistoleri. Come se fossimo ancora all’epoca del Far west. Le armi ovunque e in mano a chiunque sono il problema numero uno dell’America contemporanea, e ne mettono a rischio anche la sua solidità e la sua democrazia. La lobby dei venditori, dai produttori all’esercito dei commercianti del settore, è potentissima: influenza Casa Bianca, Congresso, singoli stati e tutti i piani alti del potere politico ed amministrativo. Esiste perfino una National Rifle Association, che si presenta in modo trasparente e legale come “la lobby delle armi”, e ha una fortissima influenza non solo nei palazzi del potere, ma anche nel circuito dell’opinione pubblica. D’altra parte la parola “no alle armi” è perfino difficile da pronunciare in un Paese dove il 70 per cento della popolazione è favorevole al possesso e all’uso di armi e fucili da parte di singoli cittadini per proteggere sicurezza e incolumità, e pazienza se poi ci scappa anche la schioppettata mortale per vendetta o per un banale moto di rabbia. O, peggio, per l’intolleranza legata al colore della pelle.

    LOBBY ARMI AMERICA
    Per capire quanto sia forte la lobby delle armi in America, basta leggere tra le righe la disarmante impotenza di Obama, che durante ben due mandati alla Casa Bianca non è mai riuscito, nonostante tanti annunci e 18 tentativi, sempre in occasione di un episodio di violenza con le armi e di qualche tragico omicidio, a scardinare la legge che consente questa follia collettiva. Tantomeno è riuscito a scalfire gli interessi economici, da veri potentati, che stanno dietro la legge che arma gli americani. Né purtroppo possiamo aspettarci molto da Trump che, a differenza di Obama, non dissimula la sua simpatia e tutte le sue giustificazioni a favore dei pistoleri e parla genericamente di un problema «senza soluzioni facili».

    ARMI AMERICA
    Dalla sponda dell’Europa tanto vituperata, una volta tanto possiamo fare noi un appello per la civiltà e per la democrazia in America, di fronte alla potenza delle armi di tutti e per tutto. Armi che non riducono la violenza, ma semmai la aumentano (è un altro record mondiale degli Stati Uniti: il numero di omicidi). Così come è semplicemente stupido e ipocrita barricarsi dietro lo scudo della Costituzione americana che i pistoleri interpretano a modo loro, sostenendo che contiene di fatto (secondo emendamento del testo) il diritto illimitato di ogni cittadino di armarsi. Se anche fosse così, bisogna rivederlo in modo radicale questo diritto, nell’interesse innanzitutto degli Stati Uniti e del popolo americano. Questa scia di sangue e di morti da armi da fuoco, possedute come barattoli di sugo di pomodori per la pasta, non è destinata a durare in eterno. E la sua fine non può essere affidata alla voce isolata di qualche solitario movimento «No armi» che ogni tanto si affaccia nelle cronache delle proteste negli Stati Uniti. Ci siamo anche noi europei, noi occidentali, che possiamo e dobbiamo dire la nostra, ricordando che possedere armi in questo modo, e con questa diffusione, e usarle con questi ritmi non è degno di un paese civile, civilissimo, come gli Stati Uniti.
    Quali fattori accomunano le comunità americane dove sono avvenute sparatorie di massa?

    Le ultime sparatorie avvenute negli Stati Uniti a Dayton nel Ohio e a El Paso, nel Texas, fanno parte purtroppo di una lunga serie. E il lavoro di chi studia questi fenomeni è spesso ostacolato dal dibattito politico. In America la questione si focalizza tra sostenitori delle lobby delle armi – in nome del diritto costituzionale – e chi invece lamenta il modo, considerato troppo facile, con cui chiunque può avere accesso a un’arma. Anche in questo contesto possono circolare fake news, come quella che vorrebbe dare la colpa ai videogame violenti, per non parlare di chi ci vede ogni volta il terrorismo islamico, o un complotto governativo che coinvolgerebbe poteri oscuri, allo scopo di destabilizzare il Paese.

    Lo studio su 150 comunità
    Eppure è nota una ricerca che compara diverse comunità dove sono avvenute stragi a opera di singoli o improvvisati killer. Uno studio che va a individuare i punti in comune. Nessuno riguarda i videogame. Né sussistono sufficienti prove per parlare di false flag, ovvero degli attentati combinati dagli stessi governi.
    Si tratta dello studio pubblicato nel 2018 dalla rivista dell’American College of Surgeons, che stabilisce delle correlazioni piuttosto interessanti, soprattutto con la presenza di leggi troppo permissive sulle armi e il difficile accesso ad assistenza psicologica e cure psichiatriche.
    Se da un lato questa piaga viene facilmente strumentalizzata politicamente, dall’altro appare evidente che a commettere stragi sono soggetti disturbati. Nel calderone troviamo persino alcuni Incel (celibi involontari) che hanno sfogato la loro frustrazione per l’incapacità di stabilire dei rapporti amorosi, commettendo delle stragi poco prima di suicidarsi.

    I quattro fattori delle sparatorie di massa
    Il team ha svolto la ricerca sulla base di dati raccolti tra il 2005 e il 2018 da una vasta gamma di fonti, «tra cui l’FBI, il censimento degli Stati Uniti, i Centri per il controllo delle malattie, le Leggi statali sulle armi». Il campione riguarda 155 sparatorie.
    Per ognuna di queste – al netto di quelle commesse per chiare ragioni terroristiche o malavitose – sono stati esaminati 180 fattori sociali nelle comunità in cui sono avvenute.
    Si è accertato così che effettivamente si tratta di ambienti con scarso accesso ai «professionisti della salute mentale», con maggiore incidenza nelle comunità urbane.
    Anche una scarsa quantità di interazioni sociali è stata individuata come fattore di rischio. Infine, la disuguaglianza economica si è rilevata correlata ad una maggiore probabilità di episodi stragisti.
    Di tutti il fattore più facile da individuare è stato senz’altro il già citato facile accesso alle armi. Quante altre stragi dovranno avvenire perché i rappresentanti al Congresso di Washington decidano di fare qualcosa?

     

    "Marcia per le nostre vite"

    Fiumi di studenti in marcia in America contro le armi "facili" "Siamo noi il cambiamento", dicono i ragazzi scesi in piazza dopo le recenti stragi nelle scuole tra cui quella del liceo di Parkland, in Florida, costata la vita a 17 persone tra studenti e insegnanti

    Il governatore della Florida ha recentemente firmato la legge per la sicurezza nelle scuole che pone limiti alle armi.

    Anche l'Oregon ha varato una  legge più restrittiva per acquisto armi da fuoco Dopo la strage in Florida la mossa di Walmart: non potrà acquistare armi chi ha meno di 21 anni

    Sono centinaia di migliaia gli americani che hanno partecipato alla storica manifestazione contro le armi "facili" negli Stati Uniti. Più di 800 le marce, anche al di fuori degli Usa, con i giovani in testa e sotto lo slogan "Mai più". Solo a Washington ha sfilato più di mezzo milione di persone.

     

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