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Cotone

       
 

Costituito dai peli (impropriamente detti fibre) fissate ai semi contenuti nel frutto di una pianta dicotiledone, il cotone appartiene al genere "Gossypium" o alla famiglia delle "Malvacee".

I peli possono raggiungere una lunghezza di 6 centimetri, sono molto sottili, flessibili, più o meno brillanti, alquanto resistenti alla trazione e di colore vario tendente al bianco. Quelli di una certa  lunghezza (da 10 millimetri in su) costituiscono un’ottima materia prima per la confezione di filati; quelli più corti si utilizzano per la fabbricazione del raion, della celluloide, della polvere da sparo (fulmicotone),ecc. A loro volta i semi danno: olio, farina, mangimi, concime e combustibile.

La pianta del cotone pur essendo originaria dei paesi tropicali è oggi coltivata in una vasta zona del globo che va dal 40° di latitudine nord al 40° di latitudine sud (dalla Sicilia al Sud Africa).

 La pianta del cotone può essere:

-"erbacea", alta da 50 a 150 centimetri circa;

-"legnosa", alta da 2 a 5 metri;

con vita annuale o perenne.

Le specie più note sono:  

1) il Gossypium barbadense, pianta di coltura annuale, alta circa 150 centimetri, produce fibre molto lunghe (40/60 millimetri) e di grande pregio. Si coltiva in America ed in Egitto; 

2) il Gossypium Peruvianum, pianta pluriennale, raggiunge i 4-5 metri, produce una fibra  di buona resistenza, fine e lunga (30/40 millimetri).    Coltivata in tutta l’Africa e nell'America meridionale; 

3) il Gossypium Hirsutun, pianta annuale, è alta circa un metro, molto resistente, fornisce una fibra di buon pregio lunga tra i 16 ed i 32 millimetri. Coltivata in tutta l'America, in Asia, in Africa ed in Europa (Sicilia); 

4) il Gossypium Herbaceum, può essere annuale (alta circa 80 centimetri) o perenne (alta circa 2 m) e produce fibre di medio pregio lunghe dai 18 ai 25 millimetri. Coltivata in tutti i paesi del Mediterraneo e in Asia; 

5) il Gossypium Arboreum, tipicamente perenne, pianta alta in media 4 metri. Fornisce una fibra di medio pregio,lunga dai 20 ai 26 millimetri. Poco redditizia, si coltiva in Cina e nell'America del Sud, mentre cresce spontaneamente nell'Africa centrale. 

 

Le specie più diffuse e redditizie sono lo erbacee a coltura annuale.

Il cotone e' una coltivazione diffusissima specialmente in America.
I reperti archeologici della Valle di Tehuacán in Messico dimostrano la coltivazione di questa specie oltre 5.000 anni fa.
In primavera i semi del cotone vengono disposti sul terreno. Dopo circa tre mesi le piante sono già cresciute e hanno l'aspetto di arbusti di media altezza. In cima agli steli ci sono grandi fiori di colore giallo pallido.  Dopo sfioritura comincia comincia a maturare il frutto, che è una capsula.
Nei tre mesi successivi si sviluppano all'interno della capsula moltissimi peli, attaccati ai grossi semi, che si avvolgono a spirale e rimangono ben compressi.
Quando il frutto è maturo, i filamenti si distendono e la capsula "scoppia", cioè si apre liberando una bambagia soffice.
Essa resta attaccata ai semi e a cinque "spicchi" dette logge.
Prima che il vento o la pioggia li disperda, vengono raccolti,Cotone Hirsutum asciugati ulteriormente e quindi sottoposti all’operazione meccanica di "sgranatura" per strappare dai semi le fibre.  Dopo la sgranatura i semi delle specie Hirsutum, Herbaceum ed Arboreum, si presentano ancora ricoperti da una fitta peluria che viene tolta con una seconda sgranatura ("depilatura"). I cortissimi peli di cotone che si ottengono costituiscono i cosiddetti "linters" utilizzati, come è stato detto, per la fabbricazione del raion, della celluloide, ecc..

 

Filatura del cotone.

La ritorcitura consiste nell’unire assieme due o più fili, per mezzo di una torsione, attorno al loro asse longitudinale e serve a conferire al filato una resistenza maggiore alla trazione e all’abrasione, nonché particolari effetti. Si possono distinguere due tipi di ritorcitura: ad anello, il filato viene raccolto in spole e ad ogni rotazione della spola corrisponde un giro di torsione sul filato; a doppia torsione, il filato subisce una doppia torsione per ogni giro di rotazione del fuso.

 

Nella roccatura i fusi di filato prodotti dal filatoio vengono svolti dalla roccatrice e riavvolti sotto forma di rocca che solitamente è di forma troncoconica con peso che varia dai 900 grammi ai 3000 grammi, durante lo svolgimento il filo viene elettronicamente controllato (stribbiatura) vengono eliminate le imperfezioni e difettosità non tollerabili, i moderni impianti di controllo ottico capacitivi di stribbiatura permettono di eliminare sia i difetti di massa (ingrossamenti e assottigliamenti) sia le fibre di colore diverso: colorate o scure come peli animali o fibre estranee che andrebbero ad inquinare il tessuto nelle varianti bianche o chiare, eliminato il difetto il filo viene rigiuntato con un sistema splices (giunzione invisibile) a questo punto si avrà una rocca con una lunghezza di filato prestabilita e con durezza e densità corretta secondo l’utilizzo che ne verrà fatto; rocca soffice avvolta su tubetto in plastica se questa verrà tinta oppure dura avvolta su tubetto di cartone se verrà utilizzata come trama o ordito. Il filo su rocca è ora pronto per la tessitura o ulteriori lavorazioni nobilitanti come: binatura, ritorcitura, gasatura e tintura

L’orditura serve a preparare i subbi di ordito per il telaio. Sulla "fusiera" o "cantra" vengono disposti i fusi di filato che possono essere diversi per tipologia e colore, in base al disegno progettato per il tessuto che sarà prodotto, il disegno determina anche la disposizione dei fusi sulla cantra. Dalla cantra i fili si svolgono verso il "pettine d'invergatura", la cui funzione è di tenere separati i fili pari dai dispari, in modo da formare la cosiddetta "croce", da questo i fili passano al pettine posto sull'orditoio. L'orditura viene eseguita per mantenere i fili perfettamente ordinati e paralleli sui subbi per tutte le successive operazioni. I gruppi di fili avvolti sull'aspo (o botte) dell'orditoio vengono detti portate o sezioni e la loro ripetizione e spessore definisce lunghezza e altezza della tela.

La filatura con compattazione è una nuova tecnologia di filatura che compatta le fibre nella fase di stiro e permette di ottenere un filato di minore pelosità con una maggiore resistenza dinamometrica, tale tipologia di filato è anche più resistente agli stress delle successive lavorazioni specialmente in fase di tessitura ne consegue che i tessuti prodotti con tale tecnologia hanno un aspetto migliore e una maggiore resistenza all’usura nel tempo.

Fasi di finitura.

Nella prima fase di tessitura del cotoneArmatura tessuto  le fibre vengono preparate per la tessitura tramite orditura. La preparazione dell’ordito consiste nel trasferire il filato, contenuto nelle bobine di filatura o nelle rocche, sul subbio da sistemare dietro al telaio pronto per la tessitura

In questa fase il filato può subire due diverse lavorazioni a seconda che sia destinato a divenire "trama" o "ordito".

Quasi sempre i filati per la trama e per l'ordito sono diversi; la costituzione della trama avviene avvolgendo il filato su opportuni supporti che poi vengono inviati alla tessitura; l'ordito invece è costituito dall'avvolgimento in spire parallele su di un cilindro detto "subbio", come descritto alla fase orditura.

Imbozzimatura. Operazione successiva all’orditura per preparare il filato di ordito alla successiva operazione di tessitura, in modo da rendere più resistenti all’usura i fili sottoposti a sollecitazione meccanica dei telai. Con il trattamento di "bozzima" classica,  si applicano degli addensanti in soluzione acquosa, a cui sono aggiunti sostanze ammorbidenti e antischiumogene. Talvolta si eseguono trattamenti con cere a freddo.

Successivamente si effettua un'asciugatura delle tele mediante passaggi dei fili attorno ad una serie di cilindri riscaldati, oppure in apposite camere di essiccazione ad aria calda (temperatura costante di circa 150°).

Il filato, definito "greggio", è ora pronto per la tintura e il finissaggio infine per lo sbiancamento o tintura.

Dopo la tintura, è possibile applicare ai tessuti uno specifico finissaggio tra i vari disponibili, come ad esempio la smerigliatura e la garzatura.

Durante questo processo i tessuti vengono dotati di caratteristiche specifiche quali proprietà antipiega e recupero della forma, repellenza ai liquidi, resistenza alle macchie, proprietà antibatteriche e ignifughe.

 Tessitura - Come per le altre fibre, anche il cotone viene tessuto attraverso un insieme di operazioni di intrecciamento di uno o più tipi di filato.

In base al tipo di intreccio possiamo avere tessuti a fili rettilinei, o tessuti "tela", che si realizzano usando telai tradizionali. Si hanno poi lavorazioni di tessuti a fili torti, o tessuti "tulle", tessuti a fili sinuosi, o "garze", tessuti a filo curvilineo, o tessuti "maglia".  

La tecnica della tessitura non è sostanzialmente variata dalle origini, mentre la tecnologia si è evoluta portando dai vecchi telai a navetta, con velocità di 100 colpi/minuto a telai diversi (con trasposto della trama a proiettile, a nastro, a pinza ) con velocità molto superiori. Il telaio tradizionale è costituito da due cilindri o subbi, dai licci supporti metallici di varia forma per alzare ed abbassare i fili di ordito), dalla navetta, o meglio dai moderni organi lavoratori che contengono la spola (proiettile, pinze, etc..). Tra un passaggio e l'altro della trama, un pettine spinge le file una contro l'altra, secondo la fittezza stabilita.

Le operazioni di tessitura sono: caricamento del subbio di ordito e delle bobine dei filati, tessitura con diversi tipi di telai - tra i quali a navetta, a proiettili, ad aghi, a lance, a getto d’aria, a getto d’acqua - scaricamento dei subbi di tessuto e delle bobine vuote.

La preparazione della "licciata" può richiedere da qualche ora fino anche a 20 ore, a seconda della complessità del disegno del filato. La durata media di lavorazione della tela è di due o tre giorni, negli anni passati poteva richiedere anche un mese, secondo la lunghezza della tela (tipiche misure possono essere 50m o 70m), e dalla velocità del telaio.