Il plagio è un fenomeno psicologico per il quale una persona viene
ridotta in stato di completa dipendenza da un’altra, che esercita un
arbitrio totale su tutti gli aspetti della vita del plagiato.
Avviene tra persone con caratteristiche psicologiche ben definite: chi
plagia ha di solito forte personalità, una tendenza spiccata al comando
e la capacità di attirare nella propria sfera di influenza più persone:
una figura che potrebbe essere paragonata a quella del dittatore
politico.
Al contrario, il plagiato è un individuo con disturbi della personalità,
talvolta privo di una figura di riferimento maschile, con bassa capacità
discriminativa, incapace di decisioni autonome e con un forte bisogno di
delegare ad altri l’andamento della propria vita.
Punto di riferimento. In queste
condizioni, chi plagia diventa una figura indispensabile, che assoggetta
e governa totalmente la vita dell’altro. Il livello sociale e culturale
del plagiato non è necessariamente basso, anzi talvolta il far parte di
una cerchia di persone che fanno riferimento a un capo carismatico,
oltre a creare la sicurezza data dall’identità con un gruppo, può essere
segno di distinzione sociale.
Spesso durante le sedute avevo la
sensazione che qualcosa non andava. Era il modo in cui questa persona mi
spingeva troppo ad avere fiducia in lui invece di puntare sui mezzi che
doveva usare effettivamente per curarmi, faceva un sacco di belle
parole, e delle volte inaspettatamente si arrabbiava.
Io ero molto chiusa e disperata:
con dolcezza aveva fatto di tutto per far sì che mi fidassi di lui,
usando tecniche come la pnl, per creare un senso inconscio di fiducia.
Gli avevo raccontato tutto di me e anche quando stavo malissimo l'unica
cosa che gli interessava era che andassi da lui tutte le settimane. Si
divertiva a prendermi in giro, ci fu un momento in cui mi disse ridendo
che io non avevo altro che lui perchè con i miei familiari non parlavo
in quel periodo.
mentre io spesso lì piangevo
dalla disperazione perchè lui mi aveva convinto a confidarmi, e gli
dicevo che non ce la facevo più, che volevo morire, si divertiva un
mondo a vedere quanto era facile prendermi in giro.
è difficile che chi è vittima del
gaslighter si renda conto della situazione perversa in cui vive e chieda
aiuto. Più spesso la richiesta di aiuto o la capacità di far “aprire gli
occhi” alla vittima arriva da chi le sta intorno, altri familiari, amici
o colleghi.
uscirne da soli è veramente
difficile, soprattutto se la manipolazione è stata prolungata nel tempo
e la vittima ha attraversato tutti e tre gli stadi del gaslighting.
quelle più a rischio sono i
periodi in cui si cerca di trovare o ritrovare il proprio equilibrio.
Per esempio durante corsi di training autogeno, seminari sullo stress o
sulle tecniche di autocontrollo, in organizzazioni religiose non
tradizionali.
E’ nella confusione e nella paura
che ha terreno fertile il plagio, soprattutto se esercitato sulle menti
più fragili e più esposte, producendo effetti devastanti
I plagiatori hanno tecniche
raffinate, sanno come utilizzare i potenziali punti deboli di una
persona, problemi con il fidanzato/a, conflitti con i genitori, sul
lavoro o a scuola, il lutto di un parente o di un amico, o semplicemente
il desiderio di sfuggire alla solitudine. A volte è anche l’ansia di
dare un senso di pace alle proprie angosce. Il segnale più evidente del
lavoro che viene fatto “goccia a goccia” è il cambiamento radicale della
personalità, dallo stile nell’abbigliamento, al modo di parlare, con un
comportamento strano, elusivo, distante, dove gli interessi precedenti,
gli hobby e gli amici vengono tralasciati, perché non più importanti.
Viene a mancare del tutto il senso dell’umorismo e dell’autocritica. Una
volta che la persona è dentro questo stile di vita, le sue capacità di
difesa diminuiscono progressivamente.
In generale, un bersaglio resiste
maggiormente al tentativo di influenza di una fonte del suo stesso sesso
che a quello di una fonte dell’altro sesso. Gli uomini comunque tendono
a cedere meno.
L’interpretazione di quattro tipi
di segni che lasciano trasparire ciò che viene dissimulato (lapsus,
tirate oratorie incontrollate, gesti emblematici involontari,
microespressioni) hanno un significato in sé per sé in termini assoluti
Lo stato di soggezione, prima che
una sottomissione al potere altrui è una perdita del potere su sé
stessi, se per potere si intendono le possibilità di autoprogettazione
al di fuori del ruoli obbligati.
Non possiamo permetterci di non
credere ad un amico, a un figlio o al proprio coniuge, quando ci stanno
dicendo il vero, e così finiamo per essere troppo creduloni anche quando
veniamo ingannati. Aver fiducia negli altri non solo è necessario, ma
rende la vita molto più semplice.
Quando la conoscenza è altamente
sgradita, il sistema alza la soglia di certezza richiesta per
accettarla, cioè fa di tutto per difendersi da tale conoscenza. Un
meccanismo di difesa è appunto un meccanismo volto ad evitare la
sofferenza ingenerata da una conoscenza, e fa questo o mantenendola o
rendendola innocua (ad esempio rinunciando allo scopo, o
“scotomizzandola”, vale a dire spostandola di contesto), oppure
eliminandola. L’opposto accade, prevedibilmente, per le conoscenze
altamente gradite; qui i controlli si abbassano, mi basta poco per
convincermi: credo perché voglio credere.
Il soggetto plagiato si muove in
un ambito di esperienza mediata dal plagiatore, come se lo spazio in cui
si svolge l’esperienza personale fosse invaso dall’altro, che impone i
suoi moduli d’interpretazione della realtà, così che fra soggetto
passivo e realtà si interpone il diaframma della soggezione.
capire e spiegare come
funzionavano le tecniche di plagio fa comprendere al paziente in che
modo e quanto il plagiatore era riuscito a cambiare il suo comportamento
e la sua personalità.
In ultimo è importante che le
famiglie non si sentano sole; il fenomeno del plagio è un problema
comune a migliaia di persone in tutto il mondo, in tutti gli ambienti
culturali, religiosi ed economici
Durante i primi mesi dall’uscita
dal contesto del plagio o in fase di psicoterapia successiva, si
osservano reazioni traumatiche d’ansia e fenomeni tipicamente
borderline. Ricorrono infatti i fenomeni di “slippage” e di “floating”;
per “slippage” si intende un deficit cognitivo temporaneo con incapacità
di trattenere un pensiero, di rispondere a domande e con perdita della
distinzione tra il concreto e la metafora. Il “floating” è invece un
disturbo delle funzioni egoiche del senso di realtà con esperienza
soggettiva di depersonalizzazione. Dalla lettura dei testi emerge che la
tecnica principale per uscire dal plagio è quella della deprogrammazione.
Per deprogrammazione si intende una serie di tecniche attraverso le
quali il deprogrammatore allontana di forza la persona, ammesso che sia
maggiorenne, dalla situazione di plagio. Le tecniche utilizzate sono
varie e possono giungere ad incontri molto prolungati (maratona), in cui
il soggetto viene sottoposto a sovraccarico sensoriale di vario tipo ed
in particolare martellanti dichiarazioni negative riguardo al plagiatore.
Si svolge una puntuale rivisitazione critica dell’esperienza. Il
risultato finale sul piano terapeutico sarebbe una sorta di “abreazione”
in grado di riportare il soggetto alla normalità, con la capacità di
pensare autonomamente e di esercitare la propria libera volontà.
La personalità è una cosa che
l’uomo possiede; quindi può essere sottratta; dunque si deve prevedere
un delitto, che chiamiamo plagio; consistente nella sottrazione della
personalità
Al terapeuta, o insegnante, nella
maggioranza dei casi, è a priori automaticamente riconosciuta dal
cliente autorevolezza e fiducia.
il cliente ha il bisogno di
affidarsi al terapeuta, se il rapporto è positivo crede in lui e
desidera che gli risolva i problemi; tutto ciò è un ulteriore
predisposizione alla possibilità di plagio.
le sette
L’adesione di un individuo ad una
setta, si fonda essenzialmente su un fenomeno di plagio da parte del
leader verso i seguaci. Dalla lettura del materiale reperito in merito a
questo argomento, molti autori concordano nell’ individuare le tappe
fondamentali della manipolazione psicologica adottata dai leader delle
sette religiose; seguono uno schema ormai purtroppo ampiamente
collaudato che si può riassumere in quattro tappe fondamentali, che di
seguito indicherò. Il convertito potenziale può essere oggetto di una
tecnica di avvicinamento; certi gruppi usano la tecnica del questionario
e altri i test di personalità, facendo leva sulla curiosità individuale
ed il desiderio di apprendere di se stessi qualcosa di più. In realtà
tutto ciò è utilizzato come mezzo per captare l’attenzione e arrivare ad
altri scopi. La volontà viene in seguito eliminata attraverso
l’isolamento dalla comunità sociale per indurre una perdita del senso di
realtà; si ricorre a una bomba d’affettuosità cosiddetta “love bomb” in
cui il senso di appartenenza è imposto attraverso le carezze, baci,
interessamento personale, piccoli lavori e gentilezze, fino al flirt e
all’adescamento con la prostituzione
Attraverso la rimozione della
privacy, facendo tutto in comune, e così riducendo la capacità di
ponderata valutazione, si impedisce l’esame personale, si priva l’adepto
del sonno e si procura un continuo stato di affaticamento.
Difatti l’attività fisica
prolungata e l’impegno mentale prolungato quando non sono ristorati dal
riposo e dal sonno inducono nell’adepto uno stato di debolezza psichica.
Anche i giochi sono orientati a
questo; si tratta per lo più di giochi nei quali è necessaria una
direzione, un controllo, perché sono giochi oscuri, difficili, quasi
incomprensibili che portano ad aumentare la dipendenza dal gruppo.
Un arma importante di isolamento
è la dipendenza finanziaria, perché si bruciano i ponti con il passato:
la vittima dona al gruppo tutto ciò che ha e nei migliori dei casi,
riceve una paga che basta appena per le sigarette.
Viene effettuata anche la
deresponsabilizzazione dell’adepto, incoraggiando ed orchestrando
comportamenti infantili, che ha come ultimo fine la sensazione che la
responsabilità dell’adulto è un peso finalmente gettato via.
Infine attraverso il cambio di
dieta, adottando un sistema di nutrimento a basse proteine, molto
zuccherino, si crea una suscettibilità maggiore agli stress emozionali
ed al disorientamento nel soggetto vittima del plagio.
Quello che si cancella
nell’adepto è, in definitiva, il senso critico nei confronti di tutto
ciò che fanno i suoi maestri e si realizza uno stato di assoluta
sottomissione: il plagio è realizzato.
La terza fase prevede
l’indottrinamento; attraverso una dottrina di tipo misterico, fornendo
letture piuttosto complesse contenenti una filosofia che non si arriva a
cogliere, se non si è del gruppo, con la logica comune del gruppo; così
si spinge l’adepto a non usare le facoltà raziocinanti e alla supina
accettazione.
Il rigetto dei vecchi valori e
l’accettazione dei nuovi stili di vita viene accelerato dalla denuncia
costante dei vecchi valori e credenze che stanno portando l’umanità alla
distruzione, via droga, inquinamento, radiazioni, ecc ..
In questo ambiente isolato si
ricorre spesso all’ipnosi, determinando uno stato di alta
suggestionabilità indotto attraverso le note tecniche che, peraltro,
nella terminologia dei culti distruttivi sono chiamate di meditazione.
A ciò si accompagna la costante
pressione degli appartenenti al gruppo, di pari grado che approva e
disapprova in funzione della dedizione al culto; si sopprime così il
dubbio e la resistenza a nuove idee, sfruttando il naturale istinto
gregario dell’uomo.
Messaggi subliminali vengono
impiantati attraverso meccanismi psicologici, come la ripetizione
incessante di certe parole chiave o addirittura di poche frasi
significative all’interno di lunghe confuse letture o discorsi.
La fatica muscolare imposta
all’adepto, crea una situazione di debolezza generale e l’incapacità di
svolgere un lavoro intellettuale, con un abbassamento della tenacia,
dell’acutezza, dell’attenzione e un rallentamento del tempo di reazione,
sicché il soggetto si presenta con una maggiore attitudine del solito a
sottomettersi, ad obbedire.
Un altro strumento fondamentale è
la privazione del sonno: infatti il sonno corrisponde ad un bisogno
vitale, condizionato ad un ritmo scandito, per così dire, da un orologio
interiore; la sua mancanza porta turbe psichiche sempre più importanti
che si traducono in una alterazione della memoria, in ragionamenti
illogici e soprattutto nella perdita totale del senso critico.
Il soggetto è incapace di
distinguere l’informazione buona da quella cattiva; egli non ha più la
possibilità di criticare quello che gli si dice, il campo della
coscienza si restringe a vantaggio dell’incosciente che naturalmente
assimila totalmente l’informazione non selezionata dalla censura
cosciente.
Il nutrimento povero di proteine
indebolisce notevolmente la resistenza psichica e il senso critico già
minati dalla mancanza di sonno (sei ore per notte al massimo). Viene
anche usato infatti lo strumento dell’insufficienza alimentare; la
sottoalimentazione comporta una diminuzione dell’attività celebrale e
durante il digiuno prolungato il sangue, che alimenta le cellule
nervose, non elimina i rifiuti che si concentrano per mancanza d’acqua,
di sali minerali e di alimenti.
La mancanza di sonno, la fatica
fisica, la sottoalimentazione associate nel trattamento provocano la
scomparsa del senso critico e dell’autocritica.
L’ultima fase è quella del
mantenimento che prevede, in primo luogo l’assoluta aproblematicità, nel
senso che non si devono porre domande critiche ai propri casi.
Ad ogni domanda che venga posta
dall’interessato, curioso o problematico, si risponde con una contro
domanda.
In molti di questi gruppi si usa
l’esame psicologico del passato, che accresce la vulnerabilità ai nuovi
insegnamenti e rende possibile il ricatto rivelando segreti fino ad
allora segretamente custoditi.
L’autocritica si rinforza
esagerando il senso dei peccati della vita precedente attraverso il
senso di colpa e paura; la lealtà e l’obbedienza al gruppo viene
mantenuta, minacciando l’anima e il corpo che abbia pensieri negativi di
terribili punizioni.
L’uso di nenie e canti monotoni
abbassa il livello critico mentale e rende l’adepto impermeabile alle
critiche razionali che vengono dall’esterno.
Talvolta si ricorre al cosiddetto
sistema delle docce alternate, premiando una volta e punendo l’altra lo
stesso comportamento, per misteriose ragioni che l’adepto ritiene che
non siano da lui comprensibili.
Sempre si pretende la conformità
a certi codici di abbigliamento.
Vi è una ferrea gerarchia sul
gruppo con forte senso della scala gerarchica ma si promette anche
avanzamento, potere e salvezza a chi ne segue le regole.
Il senso di superiorità è
realizzato attraverso la censura di tutti gli altri gruppi, anche i più
vicini dal punto di vista tecnico; naturalmente questo si inquadra anche
in un rinnovamento delle relazioni sociali e comunemente ad esempio il
matrimonio avviene all’interno del gruppo e si spezzano i rapporti
precultici anche familiari.
Viene indagata la potenziale
recluta per raccogliere diverse informazioni personali che il capo della
setta usa per dimostrare in pubblico il suo potere profetico e il
neofita impressionato, si ritrova in seguito progressivamente messo
sotto un controllo sempre più stretto e in una relazione da maestro –
discepolo.
L’individuo ha così acquisto un
nuovo Sé, sostenuto da una nuova visione del mondo, uno speciale
linguaggio, ruolo, attività norme e relazioni sociali.
Quanto più deboli e carichi di
ostilità sono i rapporti familiari, tanto più forti risultano i legami
entro il nuovo gruppo e quindi destinati a durare nel tempo.
Un’altra variabile importante
risulta essere nel gruppo la presenza di veterani soddisfatti della loro
esperienza assieme ai nuovi adepti. Stabilendo rigidi controlli e
sistemi di credenze, i culti allontanano dalle responsabilità
individuali, impedendo così la crescita futura e la formazione
dell’identità.
L’abbandono della propria
identità spesso porta al conflitto tra la nuova e la vecchia
personalità.
La grande maggioranza dei
soggetti aderenti ai nuovi culti è di età compresa tra l’adolescenza e
l’età adulta.
Certe adesioni sboccano in
tragiche conseguenze: intense esigenze ed i sentimenti di colpa
sviluppati presso coloro che non riescono ad affrontare, possono
comportare dei risultati psicologicamente traumatici, perfino dei
suicidi.
Indipendentemente dal concorso di
tutti gli altri fattori, quelli che influiscono sul tragico
comportamento suicidario, identificabile con la obbedienza cieca, sono
la mancanza di punti esterni di riferimento obbiettivi e la presenza
positiva e convincente di riprova sociale, in quanto, peraltro, l’atto
veniva eseguito in tutta tranquillità senza alcun atteggiamento di
panico dagli stessi compagni di fede.
Le personalità più forti possono
con le metodiche sopra enunciate essere trasformati in succubi, essere
interamente sottomesse alla volontà di un individuo che impone il suo
volere come meglio crederà.
Attraverso un trattamento
elaborato, gli adepti vengono portati ad una dedizione assoluta nei
confronti dei capi, a credere senza alcuna critica alle loro
affermazioni che soddisfano l’esigenza fantastica degli adepti dando la
sensazione di una realizzazione fiabesca, verso il pianeta della
felicità. Fortunatamente, la programmazione non è sempre così salda da
non attenuarsi nel tempo, da non lasciare spazio per il risveglio dei
poteri critici.
In pochi mesi questo personaggio
si pose al centro della mia vita e allo stesso tempo mi convinse che
avevo dei nemici in famiglia e tra gli amici più intimi, col risultato
di separarmi da loro. Così cominciai a sentirmi profondamente sola,
ferita, insicura, circondata da nemici, senza più le certezze di un
tempo, abbandonata da tutti, ma non da lui
Seguirlo significava raggiungerlo
ogni volta che lo ordinava e restarci fino a quando mi dava il permesso
per congedarmi.
perdere ogni senso critico, passo
dopo passo fino ad accettare passivamente ogni controsenso, ogni
assurdità, ogni abuso, ogni violenza. Con la convinzione che quella sia
l’unica strada possibile da percorrere per risolvere i problemi, per un
futuro migliore. Un futuro che però non arriva mai
Una vittima di plagio, anche se
maggiorenne, non è libera di pensare liberamente e di scegliere, quindi
non è in grado di poter denunciare, mentre è soggiogata. È una persona
spenta. Come lo ero io. Come lo erano le altre persone che insieme a me
hanno perso anni preziosi della loro vita. Per questa ragione le persone
irretite non possono salvarsi da sole
È penoso riconoscere a se stessi
che qualcun altro si è appropriato della propria mente, del corpo, della
vita, ma è necessario per ritrovarsi
In questo processo si sviluppa
un’eccessiva autocritica che diventa schiacciante, caricata del senso di
colpa e svalutazione per non essere stati in grado di impedire la
privazione della propria identità.
Il disorientamento e lo sconforto
ti atterriscono e diventa difficile prendere anche la più banale delle
decisioni.
una delle prime cose che la
vittima di plagio dovrà spiegare è come sia stato possibile restare
tanto tempo succubi
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